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Il 22 novembre degustazione benefica dei Custodi del Lambrusco

Il 22 novembre degustazione benefica dei Custodi del Lambrusco

Dieci aziende a sostegno della Casa delle Donne di Bomporto (Modena)

Milano, 20 nov. (askanews) – Un pomeriggio dedicato al vino e alla solidarietà. L’Associazione Custodi del Lambrusco, in collaborazione con il Comune di Bomporto (Modena) e la Polisportiva Solarese, organizza una degustazione benefica sabato 22 novembre dalle 15.30 alle 19.

L’iniziativa è a sostegno della Casa delle Donne di Bomporto, gestita dall’Associazione Casa delle Donne Contro la Violenza ODV, che offre ascolto, orientamento e sostegno a donne che vivono situazioni di violenza, accompagnandole in percorsi di autonomia. L’intero ricavato dei biglietti d’ingresso sarà devoluto alla struttura.

I visitatori potranno degustare i vini dei soci Custodi del Lambrusco, ciascuno con un proprio spazio espositivo, accompagnati da proposte gastronomiche curate dalla Polisportiva Solarese. Hanno già aderito dieci aziende: Azienda Agricola Pezzuoli, Cantina della Volta, Fattoria Moretto, Venturini Baldini, Azienda Buonariva, Cleto Chiarli Tenute Agricole, Podere il Saliceto, Cantina Divinja, La Piana Winery e Cantina Zucchi. “Abbiamo voluto unire il piacere del vino a un messaggio di rispetto e ascolto” commenta Fabio Altariva, presidente dei Custodi del Lambrusco, sottolineando che “il vino è condivisione e comunità. Con questa iniziativa vogliamo che anche un semplice calice possa contribuire a fare del bene”.

L’evento si inserisce nel percorso promosso dall’Unione dei Comuni del Sorbara per la promozione delle pari opportunità e il contrasto alla violenza di genere, in collaborazione con il Centro Documentazione Donna ETS e la Casa delle Donne Contro la Violenza ODV.

I Custodi del Lambrusco riuniscono 27 produttori delle province di Modena e Reggio Emilia con l’obiettivo di valorizzare e difendere il Lambrusco, raccontandolo come espressione autentica della cultura e dell’identità emiliana. L’associazione punta su qualità e coesione tra i territori, proponendo un modello produttivo condiviso che unisce tradizione e contemporaneità.