Il capoluogo è sempre più multiculturale, Orlando: “Qui spazio a identità e diritti” - QdS

Il capoluogo è sempre più multiculturale, Orlando: “Qui spazio a identità e diritti”

Gaspare Ingargiola

Il capoluogo è sempre più multiculturale, Orlando: “Qui spazio a identità e diritti”

giovedì 06 Giugno 2019

Ben 130 i Paesi di provenienza: spiccano Bangladesh, Sri Lanka, Romania, Ghana e Filippine. Sono più di 30 mila i cittadini stranieri ormai integrati all’interno della comunità locale

PALERMO – In città vivono oltre 30 mila stranieri, dei quali 25.753 residenti e 4.320 che hanno acquisito la cittadinanza italiana. I Paesi di provenienza sono ben 130, soprattutto dall’Asia Centro meridionale e dall’Africa occidentale: le comunità dei bengalesi (cittadini del Bangladesh) e dei singalesi (cittadini dello Sri Lanka) assorbono da sole oltre un terzo del totale. A registrare un autentico boom nell’ultimo quinquennio (2013-2018) è stata in particolare la comunità del Gambia, passata da appena 9 cittadini nel 2013 a 205 l’anno scorso (+2.177%). Sono soltanto alcuni dei dati sugli stranieri residenti a Palermo elaborati dall’Ufficio statistico del Comune.

Rispetto al 2017 il numero degli stranieri residenti è aumentato di poco, appena 146 unità (+0,6%). L’andamento nell’ultimo decennio, invece, è stato fortemente oscillante: se nei cinque anni tra il 2013 e il 2018 si è registrato un calo del 16%, al contrario allargando il confronto al decennio 2008-2018 si è verificato complessivamente un incremento del 10,7%. Negli ultimi anni, in particolare, il numero di cittadini stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana è sensibilmente cresciuto: erano meno di mille nel 2009, 1.621 nel 2012, 2.811 nel 2015 e 4.323 nel 2017. In cinque anni, dal 2013 al 2018, sono cresciuti del 125% e in dieci anni, dal 2008 al 2018, addirittura del 447,5%.

Tra i 130 diversi Paesi di provenienza, i primi cinque (Bangladesh, Sri Lanka, Romania, Ghana e Filippine) da soli coprono quasi i due terzi del totale degli stranieri. La comunità più numerosa, come detto, è quella del Bangladesh, con 5.339 residenti, pari al 20,7% del totale. I singalesi al 31 dicembre 2018 erano 3.480, pari al 13,5% di tutti gli stranieri residenti a Palermo, in diminuzione rispetto al 2017 (-2,8%). Seguono, quindi, i rumeni, con 3.277 residenti, i ghanesi con 2.681, i filippini con 1.781, i tunisini con 1.089, i marocchini con 1.052, i cinesi con 991 e i mauriziani con 901.

L’analisi per fasce di età evidenzia come quasi l’80% (il 77,4%) degli stranieri sia compreso nella fascia 18-64 anni. Più in particolare, oltre un terzo degli stranieri, il 35,7%, è compreso nella fascia 30-44 anni, il 27,5% è compreso nella fascia 45-64 anni e il 14,2% nella fascia 18-29 anni. Un interessante sottoinsieme è costituito dagli stranieri minorenni, e all’interno di quest’ultimo dai cosiddetti immigrati di seconda generazione, ovvero dai cittadini minorenni nati in Italia da genitori stranieri e quindi di cittadinanza straniera in base alla vigente legislazione che non prevede lo ius soli. A Palermo, su 5.048 stranieri minorenni, 3.934, sono nati in Italia e 3.753, pari al 74,3%, sono nati nello stesso capoluogo siciliano.

L’analisi per cittadinanza sottolinea come il fenomeno interessi soprattutto le comunità storicamente più radicate e meglio integrate in città: ai primi posti troviamo ancora Bangladesh, Sri Lanka, Ghana, Romania, Filippine, Cina, Tunisia e Marocco. Gli immigrati minorenni di questi otto Paesi, da soli, rappresentano oltre l’80% del totale (83%).

“L’utile lavoro svolto con la consueta professionalità dal nostro Ufficio di statistica – ha commentato il sindaco Leoluca Orlando – ci restituisce l’immagine di una città ricca di culture, accogliente. Una città nella quale tutti e ciascuno vedono rispettati la propria identità e i propri diritti. Salta all’occhio quell’unico neo dei quasi 4.000 ragazzi e ragazze nostri concittadini privi della nazionalità italiana per colpa di una legge che vieta a coloro che nascono e vivono in Italia di esserne pienamente cittadini”.

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