Il castello di Calatabiano riapre ai visitatori - QdS

Il castello di Calatabiano riapre ai visitatori

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Il castello di Calatabiano riapre ai visitatori

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venerdì 23 Luglio 2021

È possibile visitare il castello arabo-normanno di Calatabiano secondo gli orari di apertura dalle 16 alle 20, da mercoledì a domenica.

Dopo la chiusura dovuta al corona virus il castello di Calatabiano
concentrato di architettura e vegetazione-riparte nei mesi estivi. La
fortificazione è conosciuta per il suo caratteristico ascensore che fa godere
di un panorama alquanto unico. La fortezza propone anche ai visitatori atletici
e amanti del trekking un percorso rurale che parte dal centro del comune di Calatabiano
e ha inizio con la scalinata in via Cruyllas che segna per gli
appassionati e i turisti, l’inizio del sentiero pedonale. Per raggiungere il
castello bisogna arrivare in cima al colle che domina la cittadina, con i suoi
gradini di pietra che ci ricordano i sentieri medievali con le sue
caratteristiche ripide di un tempo. Mentre il visitatore è immerso nella salita
può ammirare la flora tipica e le suggestive costruzioni di un tempo che
contraddistinguono il territorio tipico siciliano.

Salendo attraverso un portale, si arriva fino alla chiesa
di San Filippo
e al castello di Calatabiano, da cui si gode una splendida vista
del mare e della Valle del fiume Alcantara
. Proseguendo, si attraversano
zone coltivate e boschi che costeggiano frequentemente il fiume.

In cima al colle, si erge la fortezza, un castello di tipica
architettura arabo-normanna che prende il suo nome arabo “Kallat-Al Bian”
ovvero il nome del signore saraceno che governò la fortezza. In epoche antiche
la cittadina di Calatabiano era protetta tra le Mure del castello, come era
usanza un tempo per difendersi da razzie e incursioni nemiche. A causa del famoso
terremoto della Val di Noto, venne abbandonato nel 1693 e la cittadina
fu ricostruita nella vallata, dove si trova ai giorni nostri, e la costruzione
venne abbandonata fino al 2007, anno dell’inizio dei lavori di restauro.

Ci sono voluti due anni per completare le operazioni di
restauro. Da studi specifici, sono emersi dei reperti di epoca ellenica e bizantina:
evidentemente non furono le truppe arabe le prime a insediarsi sul territorio.
Dal castello si può ammirare la sala d’armi, in cui sono custodite le ossa della
sentinella Bizantina e la valle dell’alcantara, dove intorno al 900d.C,
i saraceni provenienti dall’entroterra siciliano, attraversarono codesta valle,
invasero i territori limitrofi ed espugnarono il Castello. Dal cortile centrale
si può accedere a una cappella decorata da un affresco del Cristo
Pantocratore
tipica dell’arte bizantina. Ai piedi della fortezza si trova
la Chiesa del SS. Crocifisso, conosciuta per la caratteristica discesa o
“calata” in siciliano di San Filippo nel mese di maggio.

Visitare la fortezza è come ritornare indietro nel tempo e
vivere la vita all’interno delle mura di un castello con le loro strategie e le
loro tattiche di combattimento, al cui centro c’è la guerra e l’arte
dell’assedio medievale, ma anche la vita del signore del castello che cercava
di procurarsi risorse e di mantenere felice la popolazione. Immergersi come in
un poema della Chanson de Roland, dove i paladini affrontano i saraceni, in
piena epoca di riconquista dell’Europa dagli arabi e di crociate.

Le autorità competenti continuino a promuovere azioni di
sostegno e valorizzazione del patrimonio Artistico-Culturale presente nel
nostro comprensorio ionico etneo, per studenti universitari, appassionati,
visitatori e turisti soprattutto stranieri.

Tutela del sito e promozione del territorio stanno alla base
di un progetto di crescita sia turistica che storico e di sviluppo territoriale
e occupazionale duraturo, sostenibile e di eccellenza siciliana.

La regione Siciliana perseveri nel suo lavoro di crescita
sociale ed economica del territorio, come avviene in Europa, attraverso scelte
che guardano alla conservazione innovativa basata sulla qualità e la
valorizzazione delle specificità artistiche della nostra provincia di cui il
nostro territorio è ricco e non è da meno delle provincie del Trentino Alto Adige,
Friuli Venezia Giulia,  e Valle D’Aosta
.
Notoriamente conosciuti per i loro castelli.

Anche questo può avvenire nel comprensorio jonico etneo,
considerata la collocazione strategica, sia per farla conoscere a turisti
internazionali che ne possono raccontare poi nelle loro città, sia per
incrementare nella zona un nuovo turismo di massa.

Dalla cittadina di Calatabiano sono facilmente raggiungibili
con gli autobus o in auto il Vulcano Etna con il suo parco e il parco fluviale
dell’alcantara, ma anche le citta di Fiumefreddo, Mascali, Giarre e Riposto.
Quest’ultima potrebbe puntare meglio sulla valorizzazione del porto turistico
come punto di arrivo delle grandi compagnie di navi da crociera, in modo da
creare posti di lavoro per incrementare una forza turistica innovativa, facendo
di Riposto un polmone per tutto il territorio che possa essere punto di
sinergia con tutti i comuni limitrofi compreso Calatabiano.

È possibile visitare il castello arabo-normanno di Calatabiano
secondo gli orari di apertura dalle 16 alle 20, da mercoledì a
domenica
.

Antonino Di Mauro

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