Il comune diventa una Città educativa dopo l’adesione alla Carta di Barcellona

AGRIGENTO – La crisi dei valori è dietro l’angolo in una società consumistica e competitiva. E in questo scenario sempre più complicato, il comune diventa Città educativa.

L’Amministrazione ha infatti deciso di aderire alla Carta internazionale di Barcellona delle Città educative e al progetto Educa Agrigento, promosso dall’Ordine degli Architetti della Città dei Templi in collaborazione con Legambiente Sicilia.

Una Città educativa è una comunità che sa ascoltare; un centro abitativo partecipato e che sa chiedersi cosa non funziona; una città che sa correggere l’errore anche attraverso il contributo dei suoi emarginati; capace di dare voce ai bambini e ai giovani.

Nel dettaglio, il provvedimento intende dare attenzione alle politiche educative al fine di favorire una crescita morale, culturale e sociale dei propri cittadini. “È con convinzione – ha commentato l’assessore all’Urbanistica, Elisa Virone – che il Comune di Agrigento aderisce alla rete delle Città educative. È un atto politico per noi promuovere questo modello all’interno della nostra società, una prospettiva di vita responsabile e sensata che sottoscriviamo per trasformare quest’impegno in esperienza diffusa nel territorio. La presenza degli Ordini professionali è determinante e arricchisce dalla base questo processo”.

“Abbiamo voluto ideare il progetto Educa Agrigento con Legambiente, l’Arcidiocesi e il Comune – ha spiegato Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento – per far comprendere alle nuove generazioni la città che viviamo e vogliamo. Grazie alla sinergia su questi temi e alla sensibilità mostrata dall’Amministrazione comunale, abbiamo chiesto di far iscrivere anche Agrigento all’Aice (Associazione internazionale Città educative). È un passo importante sia per la nostra città, sia per i cittadini. L’iscrizione alla Carta di Barcellona ci consentirà di promuovere nuove politiche urbane e di rigenerazione dei piccoli e dei grandi spazi delle nostre città”.

La sottoscrizione della Carta di Barcellona comporta l’impegno, per le Amministrazioni locali, di promuovere l’educazione alla diversità, alla comprensione, alla cooperazione solidale internazionale e alla pace nel mondo. Interventi per combattere la discriminazione e per favorire la libertà di espressione, la diversità culturale e il dialogo.

Pietro Vultaggio