Il Coronavirus allontana gli Usa dalla Sicilia - QdS

Il Coronavirus allontana gli Usa dalla Sicilia

Michele Giuliano

Il Coronavirus allontana gli Usa dalla Sicilia

martedì 10 Marzo 2020

Le notizie che rimbalzano oltreoceano preoccupano gli States, contraccolpi sia per il turismo che per le esportazioni. La nostra Isola solo pochi mesi fa veniva indicata tra le mete turistiche preferite dagli americani così come avevano certificato il “New York Times” e “Forbes”

PALERMO – Export in aumento, così come le presenze turistiche. Ma adesso il coronavirus rischia di compromettere tutto, almeno quello che si era costruito negli ultimi anni.

I rapporti tra Usa e Sicilia, in termini turistici e dell’indotto che ne consegue come gli scambi commerciali, potrebbero incrinarsi. E addio anche a quel poco di economia che si era creata in un momento di totale depressione.

A livello diplomatico in qualche modo si sta provando a metterci una pezza ed è addirittura la Federazione Siciliana del New Jersey costretta ad intervenire: “L’epidemia da coronavirus presto sarà per l’Italia solo un brutto ricordo – commenta la presidente Sarah Salamone -. L’Italia e la Sicilia ce la faranno a superare questo momento e l’Isola più bella del mondo tornerà ad essere la meta turistica preferita dagli americani così come hanno consigliato due prestigiose testate, New York Times e Forbes”.

Nelle scorse settimane proprio la Federazione Siciliana del New Jersey aveva promosso a Garfield, nel New Jersey, un evento finalizzato alla promozione turistica della Sicilia al quale aveva preso parte anche il presidente della Regione Nello Musumeci. Presente al meeting anche il console Generale d’Italia a New York Francesco Genuardi, il senatore del New Jersey Paul Sarlo e il governatore del Phil Murphy.

“La volontà di voler ricostruire quel ponte tra le istituzioni regionali e le rappresentanze estere affinché ci si senta tutti parte della stessa comunità – aggiunge Sarah Salamone – è il tema principale dell’azione della nostra federazione”.

A Garfield era presente Tony Di Piazza, fulgido esempio di un italo-americano che ha creduto nella Sicilia, investendo per l’acquisizione della squadra di calcio della città di Palermo di cui adesso ricopre la carica di vicepresidente. La recente visita ufficiale negli Usa per il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, ben prima che scoppiasse il caso del Coronavirus anche in Sicilia, ha avuto un duplice scopo: riallacciare un rapporto umano e culturale con i siciliani e con i loro discendenti e incontrare una delegazione di imprenditori per promuovere le opportunità di investimento nell’Isola. E’ stato un calendario di appuntamenti molto fitto per il governatore: è stato a Brooklyn dove ha incontrato alcune comunità siciliane, poi a New Jersey ospite per l’appunto della Federazione dei Siciliani presso la sala “Venetian”. Poi a New York dve ha avuto un colloquio con alcuni imprenditori, assieme ai responsabili dell’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Lo stesso Musumeci è stato anche relatore al meeting sul’enogastronomia organizzato dallo Ief, l’Italian Export Forum presso la School of Visual Art di New York.

“Tra Sicilia e Stati Uniti – ha spiegato il presidente della Regione – esiste un legame antico e profondo che nasce dalla presenza Oltreoceano di un’altissima percentuale di italo-americani di origine siciliana i quali oggi sono i migliori ambasciatori delle bellezze della nostra terra e dei suoi prodotti. Gli Usa rappresentano per noi uno dei mercati più importanti del mondo per le nostre esportazioni, un importante riferimento nel campo dell’innovazione tecnologica e una fonte preziosa dalla quale provare ad attrarre investimenti sul nostro territorio. Le statistiche ci dicono che dal 2018 ad oggi l’export dalla nostra regione verso gli Stati Uniti è in costante crescita e premia soprattutto il settore agroalimentare”. E ora?

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