Proroga emergenza spese fuori controllo - QdS

Proroga emergenza spese fuori controllo

Carlo Alberto Tregua

Proroga emergenza spese fuori controllo

mercoledì 07 Ottobre 2020

Questo Governo ha centinaia di bubboni sul tavolo di uno dei suoi ministeri, quello dello Sviluppo economico. Si tratta di vertenze di lavoro di aziende che vogliono chiudere o che dovrebbero chiudere e che comunque non riescono più ad avere il conto economico in equilibrio e quindi a stare sul mercato.
Fra tutti questi bubboni ne emergono cinque particolarmente gravi: Alitalia, Ilva, Autostrade, Monte dei Paschi e Borsa.
Per la cosiddetta compagnia di bandiera, il Governo insiste pervicacemente a mettere dentro quelle casse danaro, senza sosta, tanto è che, fin dai tempi di Berlusconi ad oggi, l’Alitalia è costata agli italiani oltre dieci miliardi. è notizia di qualche giorno fa la richiesta dell’attuale commissario, Giuseppe Leogrande, il quale ha chiesto ulteriori 150 milioni perché i soldi in cassa stanno per finire.
Per l’Ilva la questione è ancora più lacrimevole perché ArcelorMittal vuole uscirsene e lo Stato non vorrebbe entrare nel capitale, anche perché non saprebbe come gestire il risanamento ambientale.

La questione di Autostrade è diventata di lana caprina. Vi è un continuo tira e molla fra il Governo e il gruppo Benetton, senza che si intraveda la soluzione, anche perché nella trattativa c’è una componente ideologica che impedisce di stare concretamente sulle questioni controverse.
E arriviamo al Monte dei Paschi di Siena che è stato salvato a suo tempo dal governo Renzi, per essere risanato e rimesso nel mercato. Non sembra che l’obiettivo sia stato raggiunto, con la conseguenza che il Governo dovrà prolungare il mantenimento dell’istituto mediante una norma.
E veniamo alla Borsa italiana che è detenuta dalla Borsa londinese (London Stock Exchange), la quale vuole disfarsene. La Borsa è una società per azioni, quindi oggetto di transazioni. Sono interessati all’acquisto gruppi tedeschi, francesi, con italiani ed altri. Non sappiamo come finirà questa sorta di asta, ma non è ininfluente che gli azionisti siano tedeschi o francesi o italiani. In questo caso il Governo può mantenersi neutrale, però dovrebbe esercitare vigilanza stringente.
Dal quadro che abbiamo descritto emerge con chiarezza il temporale che si addensa ad autunno iniziato. Un temporale che si avverte di particolare intensità proprio dalle prime notizie che il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha cominciato a far filtrare.
La prima bozza della legge di bilancio 2021 sembra che preveda un ulteriore indebitamento, cioé il cosiddetto sforamento di quaranta miliardi. Ciò perché il Governo è consapevole che i finanziamenti europei (Rf, Mes, Sure) non arriveranno nei prossimi mesi, ma forse nel secondo semestre del prossimo anno, con la conseguenza che la cosiddetta ripartenza non vi sarà e quindi l’atteso rimbalzo del Pil nella misura intorno al 6 percento potrebbe essere disatteso.
Entro il prossimo 15 ottobre la bozza dovrà essere mandata a Bruxelles e poi entro la fine di ottobre la legge 2021 dovrebbe trovare concretezza. Il quadro è desolante, anche perché, nonostante gli annunci di Presidente del Consiglio e di Ministri, iniziative concrete che diano ossigeno all’economia nazionale non se ne vedono.

E intanto il debito pubblico cresce, ha raggiunto i 2.560 miliardi alla fine di luglio e non è distante dai 2.600 miliardi, attestandosi molto vicino al 160 percento del Pil che, nelle more, scenderà di circa il 9 per cento, con un deficit di circa 150 miliardi.
Oltre l’effetto di quanto precede, vi sarà una forte disoccupazione e la morte di decine di migliaia di piccole imprese, cui mancherà l’ossigeno di un mercato non funzionante e di una capacità di spesa delle famiglie sempre in calo.
La diminuzione dell’inflazione, per il momento vicino allo zero, è preoccupante, tanto è vero che il presidente della Fed, Jerome Powell, e la presidente della Bce, Christine Lagarde, hanno invertito il loro indirizzo per spingere il sistema verso l’agognato 2 percento di inflazione.
C’è molto da fare e bisogna farlo presto, eliminando le inutili interviste a catena, tacendo e operando con discernimento e capacità.
Si attendono conferme dal Governo nazionale e da quello regionale che può far molto se opera con discernimento e a tempo.

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