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Il diario di Giada, uno “sguardo” all’universo femminile

redazione

Il diario di Giada, uno “sguardo” all’universo femminile

Vittorio Sangiorgi  |
sabato 14 Gennaio 2023

L’autrice del libro, Jessica Alongi: “La sofferenza va attraversata”

“Il consiglio che io e Giada diamo è quello di lasciare una piccola porta aperta al mondo esterno, perché quando si soffre spesso ci si isola e nell’isolamento si vede solo ciò che riguarda la nostra negatività e la nostra sofferenza”.

Sta anche in questo il significato de “Il diario di Giada” (102 pagine, Scatole parlanti), debutto letterario della catanese Jessica Alongi, pedagogista classe ’93.

“Un libro nato durante la pandemia – racconta l’autrice – perché in quella fase, come tutti, ho riflettuto molto di più e mi sono guardata dentro. L’esigenza era quella di ‘buttare fuori’ le emozioni che, sia nel lavoro che nella vita personale, mi travolgevano quotidianamente”. Il testo racconta, appunto in forma diaristica, un anno della vita di Giada, una giovane che affronta una fase di sofferenza in seguito alla rottura della relazione con Michele, il ragazzo che ha distrutto totalmente il suo io.

“La storia – continua Alongi – è un estratto di tante emozioni e di tante esperienze vissute. Un’autobiografia? No, non lo è in termini stretti ma lo è a livello emozionale. Ad esempio, quando Giada si sente triste e analizza i suoi sentimenti rispetto agli altri e al suo percorso in generale, c’è qualcosa di mio”. Una scelta stilistica rilevante, nel percorso narrativo, è quella di abbinare ogni capitolo al passaggio di una canzone.

Scelta che l’autrice spiega così: “Quando si legge un libro bisogna immedesimarsi nei personaggi, l’idea è che il lettore approcci ogni capitolo ascoltando quella canzone, e in particolare quel passaggio, per sentirsi come si sentiva Giada in quel momento. Proprio per questo la mia è stata una scelta scrupolosa”.
Nel percorso che porterà la protagonista a trovare un equilibrio grande importanza ha Manola, la sua psicoterapeuta.

E in questa figura c’è anche uno dei messaggi che Alongi vuole dare ai suoi lettori: “Dentro ognuno di noi c’è una Giada, cioè quella persona che soffre a livello sentimentale, personale o familiare. Per superare i drammi che tutti noi viviamo è fondamentale guardarsi dentro, trovando le risorse in noi stessi e lasciando spazio alle persone che ci sono vicine. E se non si riesce a farlo da soli esistono validi supporti, come la psicoterapia. L’approdo di questo percorso sta nell’accettazione, perché in essa si può trovare la pace. Giada, infatti, dopo aver capito ed accettato alcune cose, riesce a ripartire e a scrivere un altro capitolo. Direi che proprio il capitolo che non c’è è il più importante del libro”.

Un libro strettamente legato all’universo femminile, a sentimenti ed esperienze negative che nascono da relazioni sbagliate, da quel dolore anche “soltanto” psicologico che annulla il proprio io. E si ritorna quindi alla necessità di lasciare la porta aperta al mondo esterno perché “La sofferenza va attraversata, altrimenti è impossibile superarla. Se non si fanno entrare gli altri, se ci si chiude in sé stessi è più difficile uscirne”.

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