C’è forse un terzo incomodo tra le due fazioni che rischiano di strappare il PD con piattaforme contrapposte. Molti maggiorenti e correnti vorrebbero un quieto vivere o sopravvivere. Ma nessuno di loro potrebbe scendere in campo poiché rappresenterebbe un gruppo, sarebbe di parte. Orlando, Bettini, e tanti altri sparsi per i rami del partito, perfino il bolognese Prodi. Per non parlare di Bersani e D’Alema.
Pertanto ci vorrebbe qualcuno che voli un po’ più in alto del pelo delle correnti marine, magari qualcuno istruito e certamente identificabile come uomo di sinistra. E proprio per questo che potrebbe nascere la mozione Cuperlo, il compagno triestino dallo sguardo triste e mitteleuropeo. Anche Berlinguer in fondo aveva un viso melanconico, obietta a chi dice che non buca il web e il teleschermo, e certamente non si può dire che sia filorenziano, si candidò contro Renzi nel 2013, ere geologiche fa. Certamente Cuperlo è nettamente di sinistra, anche se una sinistra esistenziale che coltiva il dubbio. È stato l’ultimo segretario della onorata ditta giovanile, la FGCI, in epoca in cui qualcuno era comunista come diceva Gaber. È un uomo colto, si intende di sociologia della comunicazione, ha scritto libri, non solo quelli con D’Alema, di cui era consigliere ideologico, una sorta di Suslov, ma anche sull’Anima di cui dovrebbe reimpossessarsi la Sinistra.
Cuperlo, tornando a Gaber, dovrebbe rappresentare, in una mozione congressuale, quel sogno che non si è rattrappito, ma solo nascosto tra le pieghe del riformismo liberale di stampo veltroniano. Il gabbiano che riprende l’intenzione del volo. La metafora è potente, riscalda come le piadine della festa dell’Unità, anche se, probabilmente, nelle correnti democratiche c’è più voglia di sopravvivenza che di poesia. Ma qualcosa alla gente di sinistra bisogna pur vendere, se si vogliono conservare poltrone&sofà democratici. Ci vuole un nuovo Dottor Zivago con balalaika.
In questo ruolo il mite Compagno Cuperlo, originario della frontiera slava, biondino esile che assomiglia al soldato semplice Ernesto Nemecsek dei ragazzi della Via Pal, è commoventemente perfetto. Anche il suo omologo letterario, alla fine del romanzo di Ferenc Molnar, fu promosso, da presidente della società dello Stucco, a capitano per meriti di guerra. Cuperlo dovrebbe rappresentare proprio lo stucco, per incollare i vari cocci di cui si compone il vaso rotto del PD.
Cosi è se vi pare.
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