Pezzi di Pizzo

Il galleggiamento strategico

Un grande cardinale, che conosceva bene le insidie delle curie romane, aveva un motto: “se il momento è pieno di perigli galleggia fingendoti morto”. Deve essere questa la strategia, non tattica, quella sarebbe ancora comprensibile, delle istituzioni siciliane, soprattutto quelle palermitane, ma non solo. I catanesi comunque devono dare l’impressione di muoversi, anche fittiziamente, da qui l’espressione “muoviti fermo”, glielo impone la cultura mercantile locale; il palermitano non ha questi obblighi, anzi. Sembra quasi che tempo e spazio si siano fermati alla Regione e nei principali comuni, dove la distanza tra amministratori ed amministrati è maggiore.

Certamente a Ustica se la nave non arriva o è finita l’acqua il cittadino va a trovare il Sindaco a casa. Ma a Palermo o alla Regione questo non avviene. Stanno sparendo pure le manifestazioni di piazza per usura dei manifestanti. L’Assemblea Regionale non approva nulla da tempo. Dal suo insediamento in questa legislatura le cronache non registrano riforme, la legge di stabilità ancora non si è vista, e si naviga al buio, praticamente galleggiando. Se ti metti in una direzione di marcia, viste le diverse crepe nelle compagini che governano Regione e grossi Comuni, come Palermo, rischi il contrordine. Pertanto, per evitare cattive figure, si schivano i colpi fingendo l’immobilismo.

Che poi una certa postura all’immobilità noi siciliani ce l’abbiamo nel DNA. Figuratevi quando i cambiamenti climatici aumenteranno le asticelle dei nostri termometri. Antonio fa caldo, diremo a chi si agita, probabilmente “ammatula”. Lombardo alza l’asticella delle nomine dei direttori generali? Stiamo fermi e teniamo tutto commissariato, non si riesce a votare per le province? Zitti e immobili continuiamo così. I Consorzi universitari sono senza guida? Perché è un problema? Tanto i ragazzi vanno a studiare fuori lo stesso. Mentre se nominiamo qualcuno rischiamo di litigare di brutto con quell’altro. La coperta è corta, l’acqua è poca, e la papera, se nuota, rischia di ribaltarsi e di non galleggiare. Se invece uno fa orecchie da mercante, si finge dormiente o quasi in coma soporifero, le persone si dimenticano di attaccarti, e si sfanga la giornata. Tanto domani è un altro giorno.

Tutto questo sarebbe possibile se la Sicilia non avesse problemi da risolvere, come infrastrutture, trasporti, incendi, acque, rifiuti, energia, servizi sanitari, e se non ci fosse fuori dai confini dell’isola, un mondo globale competitivo che non è statico, ma atrocemente dinamico. Ma il mantra è “muoviti fermo”, galleggiando trasportato dalla corrente. Che nuotare è faticoso ed attira gli squali. Ed in Sicilia gli squali, in politica, certo non mancano.

Così è se vi pare.