Milano, 28 dic. (askanews) – Da dicembre il Metodo Classico prodotto da Cantina Matteo Ascheri ha cambiato nome e assunto in modo permanente quello di “Metodo Classico 8pari Ascheri”, legando ufficialmente il vino a un progetto di inclusione sociale e lavorativa attivo sul territorio. La scelta segna un passaggio identitario per la Cantina di Bra (Cuneo), che decide di rendere strutturale un’iniziativa nata per sostenere persone con disabilità e disturbi della salute mentale.
“8pari” è un progetto promosso dalla cooperativa Emmaus e si basa su un percorso di inserimento concreto all’interno della cantina. Una volta al mese un team composto da due persone, affiancate da un tutor, viene accolto negli spazi produttivi per partecipare operativamente a diverse fasi del lavoro. Un’esperienza pensata per favorire autonomia, competenze e relazioni, andando oltre la dimensione simbolica dell’inclusione.
Con questa scelta Matteo Ascheri, titolare della Cantina, ha voluto associare in modo diretto il vino a un’idea precisa di responsabilità sociale. “Il vino è un modo per creare legami e per sostenere, in modo concreto, la dignità e il talento di ogni persona” ha spiegato Ascheri, chiarendo che il progetto non nasce come iniziativa occasionale ma come parte integrante della visione aziendale.
Il sostegno a “8pari” si traduce anche in un contributo economico continuativo. Le bottiglie di “Metodo Classico 8pari Ascheri” destinate alla cooperativa, assieme a una percentuale delle vendite dirette della Cantina, concorrono a finanziare le attività del progetto e a valorizzare il lavoro svolto dagli utenti coinvolti nel percorso.
La scelta del numero 8 ha un significato simbolico preciso: rovesciato, richiama il segno dell’infinito e viene utilizzato per rappresentare un’idea di continuità, relazione e legame che non si interrompe. Accostato al termine “pari”, il nome diventa una sintesi grafica e concettuale di inclusione, reciprocità e partecipazione. Lo spumante nasce da uve Nebbiolo in purezza provenienti dai vigneti aziendali, vinificate con seconda fermentazione in bottiglia e un affinamento sui lieviti di almeno 12 mesi. Il vino rappresenta una referenza strutturale della produzione aziendale ed è destinato al canale dell’ospitalità e della ristorazione.
Fondata alla fine dell’800 e trasferita a Bra (Cuneo) nel 1880, Cantina Ascheri è una delle realtà storiche del panorama vitivinicolo piemontese e una delle poche Cantine urbane ancora operative nelle Langhe. Le prime vigne vennero impiantate già negli anni 1800 con un sistema di palizzatura innovativo per l’epoca, noto come “metodo Ascheri”, che introdusse l’uso del filo di ferro come supporto per le viti. Oggi l’azienda dispone di vigneti tra Bra, La Morra, Serralunga d’Alba e Verduno, dove coltiva vitigni tradizionali del territorio come Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Pelaverga, Arneis, Cortese e Moscato. Alla guida c’è Matteo Ascheri, settima generazione della famiglia e già presidente del Consorzio di tutela del Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani. Accanto alla produzione vitivinicola, la Cantina ha sviluppato nel tempo un’attività di accoglienza diretta che comprende ospitalità alberghiera e ristorazione.

