Home » Il mito di Aida va in scena negli antichi Teatri di pietra

Il mito di Aida va in scena negli antichi Teatri di pietra

Il mito di Aida va in scena negli antichi Teatri di pietra
taormina teatro greco

Un progetto di rilievo internazionale tra musica, arte e inclusione sociale. Tre eventi: il 24 luglio a Siracusa, il 26 a Tindari e infine il 29 a Taormina

PALERMO – Il Festival lirico dei Teatri di Pietra porta il mito di “Aida” nelle cavee classiche. Un progetto di rilievo internazionale tra musica, storia e inclusione sociale.

Tre teatri antichi siciliani, fedeli testimoni del mito. Tre date per offrire al pubblico un capolavoro operistico anch’esso carico di elementi mitici e archetipici, riletti attraverso il magistero verdiano. La celeste “Aida” si prepara così a conquistare le prestigiose cavee millenarie individuate dal Festival Lirico dei Teatri di Pietra, per varare un progetto di ampio respiro che unisce arte, archeologia e innovazione culturale.

Un’esperienza immersiva tra mitologia, musica e paesaggio

La celeberrima creazione del Bussetano, titolo ideale da allestire nei siti classici en plein air, sarà in programmazione in sequenza giovedì 24 luglio al Teatro Greco di Siracusa, sabato 26 luglio al Teatro Greco di Tindari e martedì 29 luglio al Teatro Antico di Taormina, offrendo agli spettatori un’esperienza immersiva tra mitologia, musica e paesaggio, nella cornice unica di manufatti tra i più suggestivi dell’età greco-romana. Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.

“L’originale produzione – ha sottolineato il direttore artistico Francesco Costa – sarà storica e rivoluzionaria anche sul piano musicologico: per la prima volta al mondo, “Aida” verrà messa in scena nella sua edizione critica a cura di Anselm Gerhard, celebre musicologo tedesco, tra i massimi studiosi del teatro musicale ottocentesco. Un lavoro filologico di altissimo valore, frutto di anni di ricerca, che restituirà al pubblico la partitura così come concepita originariamente da Verdi, arricchita da un’importante novità assoluta: il corale “palestriniano” dell’Atto III, pagina inedita rimasta finora esclusa dalle rappresentazioni tradizionali”.

Ad impreziosire il monumentale allestimento, un cast internazionale di assoluto rilievo, a partire da Pumeza Matshikiza, soprano sudafricano dalla voce intensa e magnetica, che si esibirà nel ruolo del titolo. Annoverata tra gli astri del panorama musicale mondiale e definita da “The Independent” tra le figure più autorevoli della scena lirica, l’artista farà il suo debutto operistico in Italia proprio interpretando la principessa/schiava etiope nella nuova e sontuosa produzione firmata Festival Lirico dei Teatri di Pietra. Walter Fraccaro, tenore verdiano di lunga esperienza, interpreterà il capitano delle guardie Radamès; Veronica Simeoni, tra i mezzosoprani italiani più affermati, impersonerà la principessa Amneris; il baritono Badral Chuluunbaatar si calerà nel personaggio di Amonasro, re e padre di Aida; il basso Sultonbek Abdurakhimov vestirà i panni del gran sacerdote Ramfis, il basso Deyan Vatchkov quelli del Re d’Egitto, il tenore Federico Parisi sarà il messaggero e il soprano Leonora Ilieva la sacerdotessa.

Sul podio il maestro Filippo Arlia, bacchetta di riconosciuto prestigio, alla guida dell’Orchestra Filarmonica della Calabria e del Coro Lirico Siciliano, promotore – lo ricordiamo – dell’intero ogetto artistico del festival.

La regia è firmata da Salvo Dolce, che plasma uno spettacolo capace di far dialogare due dimensioni immortali: il linguaggio lirico e l’anima dei teatri antichi. Scene e costumi, quest’ultimi disegnati da Domenico Franchi per Opera Krakowska, evocano un oriente arcaico e solenne, in piena armonia con la dimensione mitica dell’opera. Una visione scenica che valorizza gli spazi archeologici e li trasforma in ambienti teatrali pulsanti di vita e significato, dalla sontuosa Marcia trionfale ai momenti più intimi e introspettivi.

Un evento che coniuga rigore esecutivo, spettacolarità scenica, sperimentazione

Si tratta di un evento di rilievo che coniuga rigore esecutivo, spettacolarità scenica, sperimentazione. Ed anche sensibilità e innovazione sociale: in quest’ottica, la rappresentazione taorminese sarà tradotta simultaneamente nella Lingua dei segni italiana (Lis), nell’ambito del percorso di accessibilità e inclusione promosso dal Coro Lirico Siciliano, in collaborazione con l’associazione “Sicilia, turismo per tutti” presieduta da Bernadette Lo Bianco. L’obiettivo è chiaro: abbattere le barriere sensoriali e rendere la lirica un patrimonio davvero per tutti, proseguendo un cammino di apertura e condivisione che da anni caratterizza l’operato del Coro Lirico Siciliano.

Il melodramma verdiano vanterà un vero e proprio dispiegamento di forze, uomini e mezzi straordinario, che vedrà l’impiego di circa 300 persone tra artisti del coro, professori d’orchestra, corpo di ballo (Sarah Lanza, coreografa), figurazioni, maestranze tecniche e creative (Gabriele Circo, creatore luci; Andrea Santini, scene; Gabriele Moreschi, collaboratore scene; Michele Falasconi, contributi digitali; Compagnia Joculares).

Tra colonne millenarie, orizzonti di mare e tramonti infuocati, si dipanerà la tragica vicenda della figlia del re Amonasro, ridotta in schiavitù e fatalmente innamorata di un nemico, il condottiero egiziano Radamès che la ricambia al di là del conflitto che li divide. Il faraone ha tuttavia offerto all’eroe la mano della figlia Amneris e con essa la successione al trono, in un intreccio di amore, potere e sacrificio che ancora oggi riesce a toccare corde profonde dell’animo umano.

Il Festival Lirico dei Teatri di Pietra, ormai diventato un appuntamento di riferimento per la stagione estiva, punta quest’anno su un allestimento che promette emozione e grande impatto visivo. Un’edizione di “Aida” epica e coinvolgente, immersa nel cuore pulsante della classicità mediterranea.