Il Pc? Un cretino ad altissima velocità - QdS

Il Pc? Un cretino ad altissima velocità

Carlo Alberto Tregua

Il Pc? Un cretino ad altissima velocità

martedì 20 Luglio 2021

Sempre l’uomo governa le scelte

Si fanno monumenti alla cosiddetta intelligenza artificiale, vale a dire un software che si avvicini ai meccanismi di funzionamento del cervello umano. Si sono fatti enormi progressi su questo versante ed oggi vi sono robot che funzionano quasi come fossero persone umane ed enormi progressi si sono fatti nella medicina, inventando macchinari più precisi dell’uomo negli interventi chirurgici, e non solo.
Dunque, l’intelligenza artificiale è da lodare e sempre di più bisogna investire risorse finanziarie per potenziarla.

Romanzieri di altri tempi, ma anche qualcuno contemporaneo, hanno ipotizzato la rivolta dei robot contro la predominanza umana, approfittando del fatto che essi già da ora si possono autoriparare e possono far progredire i loro software, in modo da potenziare sempre più la loro intelligenza.
Si tratta di una realtà romanzata che comunque molto difficilmente potrà vedere la luce.

È infatti la persona umana che ha l’inventiva e riesce a “creare” quasi dal nulla meccanismi nuovi che consentono continui progressi in tutti i campi.
Dunque, osannare il Pc non ha senso perché esso è sempre uno strumento finalizzato ad alleggerire le fatiche umane. Per cui definirlo intelligente è del tutto fuori luogo. Ci sembra più appropriata la definizione di un umorista: “Un cretino ad altissima velocità”. Modo di dire che fa il paio con l’altro: “L’aereo è il mezzo più veloce per arrivare tardi”.

A parte le amenità, che comunque nel periodo estivo ci vogliono, bisogna riflettere seriamente sulla diffusione a larga fascia di popolazione dell’uso dell’informatica, soprattutto dopo l’estensione mondiale delle multinazionali americane (ed ora anche cinesi) e la guerra, già cominciata, per acquisire clienti in tutto il mondo. Come? Mediante la rete di piccoli satelliti che ruotano intorno alla Terra a bassa altezza e che sono in grado di far connettere chiunque e da qualunque parte della Terra.

Ci sta provando Elon Musk, inventore della Tesla, così come Jeff Bezos, inventore di Amazon, ed altri perché il business che c’è dietro è enorme.
Quando Internet fu inventato nel 1969 negli Usa, nessuno poteva immaginare l’enorme diffusione che avrebbe avuto in qualche decennio.
Quando acquistai il primo computer (1979) occupava un’intera parete di una stanza di questo giornale. Via via tutto si è miniaturizzato, per cui oggi in una scatoletta di sette centimetri per quindici c’è un immenso serbatoio di informazioni. Detta scatoletta è inoltre in condizione di collegarsi con le reti ove sono immagazzinati altri miliardi di informazioni.

La cosa grave è che queste informazioni sono fatte anche da dati sensibili dei cittadini, dalle loro abitudini, dai loro sentimenti, dai modi di pensare e di fare, con la conseguenza che chi ha accesso a queste informazioni è in condizione di fare previsioni attendibili, anche lunghe dieci anni. Il che mette in vantaggio chi ha queste capacità rispetto ad altri che non le hanno. L’economia, ormai, si sviluppa in base a queste previsioni a cinque e dieci anni. Chi non le ha, viene inevitabilmente superato.

I dati sono il petrolio di domani; chiunque li possegga o può accedere ad altre banche dati, conquista un vantaggio non contrastabile. Quindi l’azione delle spie è indirizzata ultimamente all’acquisizione di dati.
Le informazioni guidano le scelte politiche, le quali a loro volta sono orientate da caste, blocchi di potere ed altri gruppi che cercano di imporre i loro prodotti e servizi e le loro politiche monetarie, condizionando così le popolazioni.
La guerra fra bande non si fa più con i missili o con le bombe atomiche, bensì con le banche dati.
La conseguenza di quanto precede è che la gente non solo è inerme di fronte a queste aggressioni, ma, ancor peggio, è inconsapevole perché non riesce a capire come e quando i dati posseduti dai gruppi possano condizionare la loro vita.

C’è un antidoto? Sicuramente: aumentare la propria conoscenza leggendo, leggendo e leggendo, informandosi, informandosi ed informandosi, non stupidamente su Wikipedia, ma su quelle fonti di sapere che consentano di mettere insieme le informazioni, in modo che ognuno si possa fare un convincimento autonomo, pensando con la propria testa e non con quella degli altri.

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