Il Presidente Musumeci fa sul serio, rotazione dei dirigenti, il gioco delle tre carte? - QdS

Il Presidente Musumeci fa sul serio, rotazione dei dirigenti, il gioco delle tre carte?

Carlo Alberto Tregua

Il Presidente Musumeci fa sul serio, rotazione dei dirigenti, il gioco delle tre carte?

giovedì 09 Gennaio 2020

Nello Musumeci, presidente della Regione, ha annunciato una “rivoluzionaria” rotazione dei dirigenti regionali.
Evviva, ci verrebbe da esclamare. Siamo convinti che se verranno messi nei posti giusti i dirigenti giusti, questa Regione potrà imboccare la strada dell’efficienza e della buona funzionalità, con erogazione di servizi di livello europeo.
Siamo convinti, anche per testimonianze dirette, che fra i circa 1.300 dirigenti al libro paga ve ne sono oltre un centinaio di alto valore. Si tratta di individuarli e metterli nei punti chiave.
Ovviamente un’operazione di questo genere comporta frizioni, resistenze e persino minacce, perché tutti coloro che fanno parte di una consorteria, paramafiosa e paramassonica, non intendono essere estromessi dalla torta spartitoria che denunziò a suo tempo Piersanti Mattarella.
Qui non si tratta, caro presidente Musumeci, di ruotare i dirigenti. Le ricordo che anche il suo predecessore, oggi imputato, della rotazione di dirigenti e assessori faceva un vanto. Forse un centinaio fecero le spese della sua furia rotatoria, del tutto inutile e perfino dannosa.

No, caro presidente Musumeci, non c’è niente da ruotare, non c’è da prendere uno degli attuali dirigenti di vertice e spostarlo in un altro vertice. Lei deve fare qualcosa di più e di meglio, perché ne ha la capacità. Deve valutare i risultati che ciascun dirigente generale di ogni Dipartimento ha raggiunto in questi due anni di governo, per comprendere se essi siano stati adeguati agli obiettivi fissati.
In caso di mancata corrispondenza tra obiettivi e risultati, gli occupanti degli attuali vertici dipartimentali vanno non già destinati ad altri incarichi, ma semplicemente accantonati pur conservando il loro stipendio base, come prevede il contratto di lavoro.
I nuovi dirigenti apicali dei Dipartimenti devono avere dimostrato di essere professionisti capaci, di lavorare alacremente e con proficuità, per raggiungere i risultati che lei, presidente, deve quantificare senza sbavature e con grande chiarezza.
Ogni Dipartimento deve funzionare come una squadra affiatata e motivata, non più come un’armata Brancaleone.
Per esempio, non è più possibile che i Dipartimenti preposti alla spesa dei Fondi europei e statali (Fsc) superino quel minimo che, graziosamente, ha fissato la Commissione europea.
L’anno che si è chiuso ha visto un saldo di 481 milioni di spesa certificata, come ha comunicato la sua Presidenza, avendo superato – viene scritto – gli obiettivi minimi posti dall’Ue.
Si è trascurato di sottolineare che l’anno scorso la spesa certificata è stata di 719 milioni, quasi il doppio. Quindi su questo versante la Regione ha fatto come il gambero. Altro che soddisfazione!
La responsabilità oggettiva è dei dirigenti, come la responsabilità oggettiva di quello che si scrive sul mio giornale è la mia.
Ognuno deve essere gratificato per i buoni risultati che raggiunge e penalizzato quando non li raggiunge. Questa è la regola di quelli che valgono, in confronto a tutti gli altri che non contano e che quindi vanno emarginati perché, con le loro insipienza e incapacità, danneggiano i cittadini.

È noto il gioco delle tre carte. L’abilità del manipolatore è mettere la carta vincente in un posto in cui difficilmente il giocatore può trovarla. Molti abili manipolatori sono alla Regione, dunque vanno accantonati e messi in condizione di non nuocere.
I circa 13 mila dirigenti e dipendenti della Regione consumano centinaia di milioni delle imposte che i siciliani pagano. A fronte delle stesse, i cittadini hanno diritto di essere serviti da una macchina efficiente, che li consideri i loro datori di lavoro e non i loro servi.
Anche per questa inversione di mentalità, nell’apertura del suo terzo anno di presidenza, caro Musumeci, la invitiamo a mettere tutte le sue risorse umane e professionali per far capire che la Regione deve uniformarsi alla cultura del risultato e non alla cultura del favore. Le faccia lavorare come lei: 18 ore al giorno.
Avanti con una decisiva svolta che noi sosterremo, come abbiamo fatto nei confronti di chi ha lavorato bene in questi quarant’anni. Auguri!

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