IL RE LEONE
Regia di Jon Favreau.
Usa 2019, 118’.
Distribuzione: Walt Disney Italia
Mufasa, Simba, Nala, Scar, e tutti i personaggi amati della versione originale de “Il Re Leone” ritornano sullo schermo in una versione davvero ossequiosa. La trama, che attinge in egual modo da “Bambi” e dall’”Amleto” di Shakespeare, viene ripercorsa in tutti i suoi passaggi. Addirittura la regia di Favreau (già responsabile della versione live action de “Il libro della giungla”) ripropone alquanto candidamente le stesse inquadrature, con fedeltà feticistica (in apertura zebre e antilopi seguono le stesse traiettorie che nel film del 1994). Un atteggiamento che ricorda quasi quello dei copisti dei grandi artisti dell’arte figurativa.
E allora, cosa c’è di nuovo in questa versione? Che ogni bestia che abita il film, e ogni centimetro quadrato di ambiente ricreato, è creato al computer e non si può che rimanere estasiati dalla verosimiglianza dell’insieme, tanto da avere la sensazione di trovarsi di fronte a un documentario della National Geographic. Il che, però, porta anche a un’altra osservazione. Così veri, così perfetti, leoni, iene, volatili e facoceri devono anche parlare e cantare, e quando questo succede il senso di verosimiglianza si perde, il CGI vira verso l’animazione più tradizionale, la necessità di trasformare l’animale in personaggio è evidente così come evidente un certo disagio nel sentire il tutto poco plausibile e anche poco divertente.
Quindi meglio rituffarsi nell’originale, anche per ritrovare l’inconfondibile timbro di voce di Vittorio Gassman.
Voto: ☺☺1/2☻☻

