ROMA – Alle armi! Anzi, al Riarmo! Il nuovo indirizzo della Commissione europea rischia di avere un peso non indifferente sulle spalle delle future generazioni continentali. Non soltanto per i rischi connessi a un proliferare degli armamenti, ma anche per le conseguenze economiche che rischia di produrre l’operazione varata dall’Esecutivo Ue, retto da Ursula von der Leyen.
L’eventuale ricorso alla clausola nazionale di sospensione del Patto di stabilità e di crescita, ideata per aumentare fino all’1,5% del Pil le spese in difesa, provocherà infatti un ritardo di quattro anni sull’inizio del declino del rapporto debito-Pil aggregato nei Paesi dell’Unione con livelli di debito pubblico “elevati”, tra i quali c’è l’Italia. A rivelarlo è stata la Banca centrale europea.
L’analisi riguarda i Piani di bilancio strutturali di medio termine, in base appunto alle nuove regole del Patto di stabilità e di crescita, che hanno come obiettivo chiave quello di avviare un calo credibile e sostenibile dei livelli di indebitamento pubblico sul Pil. La Commissione Ue…

