Il ritorno del Teatro Bastardo fra tempo, spazio e comunità - QdS

Il ritorno del Teatro Bastardo fra tempo, spazio e comunità

redazione

Il ritorno del Teatro Bastardo fra tempo, spazio e comunità

giovedì 08 Ottobre 2020

A Palermo la rassegna culturale protagonista negli spazi di Villa Filippina, al CreZi Plus (Cantieri Culturali alla Zisa), del Cinema Rouge et Noir e del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino

PALERMO – Teatro Bastardo, il festival dedicato alla sperimentazione teatrale e alla drammaturgia contemporanea è arrivato alla VI edizione, che si svolgerà fino al prossimo 11 ottobre negli spazi di Villa Filippina, al CreZi Plus (Cantieri Culturali alla Zisa), del Cinema Rouge et Noir e del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino.

Un traguardo importante che arriva in uno dei momenti più critici della storia recente. Sarà dunque un’edizione speciale, di resistenza e di trasformazione: il consueto impianto del festival sarà mantenuto ma ripensato in una dimensione “assottigliata” nella programmazione ma in continuità con il lavoro di contaminazione e di “imbastardimento” fra diverse forme artistiche, fonti di ispirazione e modi di interpretare vecchio e nuovo, da sempre centrali nel progetto di Teatro Bastardo.

Giornate Bastarde è intitolata questa breve edizione del festival – ancora una volta con la direzione artistica di Giovanni Lo Monaco – “in ricordo dei giorni tremendi che abbiamo vissuto e ancora viviamo, i giorni di un tempo anonimo in cui all’amarezza dei danni subiti sul fronte economico si aggiungono anche quelli che continuiamo a vivere sul versante culturale: teatri ancora chiusi, programmazioni festivaliere che boccheggiano, pubblico e artisti che non vedono l’ora di ricongiungersi senza più distanze e impedimenti”.

Tre spettacoli per la prima volta a Palermo, incontri e proiezioni, sono al centro dell’identità del festival, nato nel 2015 come costola del Sicilia Queer filmfest: il pluralismo di pensieri critici sul mondo, di soggettività desideranti che rappresentano un’idea nuova di cittadinanza, di giustizia sociale, di diritti e di libertà della persona. E prosegue anche quest’anno l’importante percorso di relazione fra gli spazi culturali, con gli artisti e gli operatori teatrali avviato con la creazione di Arcipelago Festival – Osservatorio per i Festival della Scena Contemporanea in Sicilia, rete di festival diffusi e attivi sul territorio nata nel 2019.

Tempo, spazio, presenza, relazione, libertà, senso della comunità, l’interdipendenza degli individui, sono le parole chiave di Giornate Bastarde.

I temi, oggi incandescenti, della relazione tra persone all’interno di una comunità, del rapporto tra generazioni e della pratica della gogna pubblica, sono alla base di “Siede la terra” dei Maniaci d’Amore – al secolo Luciana Maniaci e Francesco d’Amore – in programma sabato 10 ottobre alle ore 21: una sorta un pamphlet, spiazzante e irriverente, contro le dinamiche tossiche del villaggio. Non una galleria degli orrori bensì un comico inno d’amore, di pasoliniana memoria, strutturato come un documentario su un luogo inventato, per dimostrare che “malgrado l’insofferenza, l’indignazione e a volte la vergogna, noi apparteniamo a queste comunità. Non solo i nostri vulnerabili corpi, ma anche i nostri cuori poggiano qui, dove siede la terra”.

La riflessione su questi tempi che riecheggia un passato lontano si chiuderà domenica 11 ottobre alle ore 21 con “Se questo è Levi” della nota compagnia Fanny & Alexander, dove la storia di Primo Levi crea una sorta di ponte immaginario fra ieri e oggi. Progetto di Fanny & Alexander, diretto da Luigi De Angelis, per la drammaturgia di Chiara Lagani, lo spettacolo è vincitore di ben due Premi Ubu: il Premio Speciale Ubu 2019 e il Premio Ubu 2019 miglior attore o perfomer under 35 ad Andrea Argentieri che nella pièce veste i panni di Levi, assumendone la voce, le gestualità, le posture, i toni, i discorsi in prima persona. È un incontro a tu per tu, in cui lo scrittore, a partire dal vincolo di verità che lo ha ispirato nelle sue opere, testimonia la sua esperienza nei lager con una tecnica di testimonianza lucidissima, di scrematura della memoria, con la trasparenza di uno sguardo capace di esprimere l’indicibile, a partire dal perimetro apparentemente sereno della ragione.

A completare il programma di un’edizione inevitabilmente riscritta alla luce dell’emergenza sanitaria sarà il cinema, con la proiezione domani, venerdì 9 ottobre, alle ore 18,30 al Rouge et Noir, in collaborazione con il cinema Rouge et Noir e con il Sicilia Queer filmfest, del film documentario “Cattività” (Italia, 2019, 80’) di Bruno Oliviero, che racconta il teatro partecipato di Mimmo Sorrentino e delle sue attrici recluse nella sezione di alta sicurezza del carcere di Vigevano. Il film segue la preparazione di tre spettacoli del progetto Educarsi alla libertà, iniziato nel 2014 nel carcere di Vigevano, documentando il dietro le quinte e le messe in scena in giro per istituti penitenziari, università scuole e teatri d’Italia, tracciando un vissuto e la sua rappresentazione teatrale, dove realtà e finzione si mescolano nel racconto della cattività al di fuori delle sbarre di un penitenziario.

Sul fronte degli incontri, come occasione di confronto e scambio con i protagonisti della drammaturgia contemporanea, oggi alle ore 16,30 allo Spazio CreZi Plus, dei Cantieri Culturali alla Zisa, è prevista la presentazione del libro ’Nzularchia di Mimmo Borrelli che dialogherà con Umberto Cantone, regista teatrale, e leggerà brani scelti dal libro accompagnati dalle musiche di Antonio Della Ragione.

Nell’ottica di creare una relazione tra i festival e costituire un network con lo scopo di potenziare le energie del territorio e favorire uno sguardo reciproco di attenzione, conoscenza e condivisione, anche Teatro Bastardo è parte di Arcipelago/Osservatorio dei festival della scena contemporanea in Sicilia e ha promosso ieri, nel Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, un incontro dal titolo “Quando le imprese culturali producono valore. Proposte operative per il futuro dei Festival in Sicilia”, cui ha preso parte l’assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo Manlio Messina

Un tema da sempre caro al festival che “sempre più si assottiglia nella sua programmazione, ma che tuttavia strenuamente resiste, in uno scenario dal futuro sempre più incerto perché, a prescindere dalla pandemia, constatiamo in generale che sulla cultura e sul teatro c’è un investimento sempre più ridotto. Di fatti ci si chiede: se la pandemia ci ha resi poveri di cultura e ci ha rubato quel bene prezioso che è l’immaginazione, se questo tempo precario che attraversiamo ci ha tolto la possibilità di sperimentare con la fantasia i mondi rappresentati sulla scena con i quali tante volte abbiamo empatizzato, perché allora –tanto a livello nazionale che locale – non si punta a un investimento più massiccio sulle attività culturali?”. Così ha commentato Giovanni Lo Monaco, puntando l’accento sulla necessità di sostegni economici alla cultura, per riscoprire la centralità di un cruciale motore di sviluppo economico-sociale il cui ruolo è stato messo ancora più in evidenza proprio dalla pandemia.

“Se in periodi come questo – ha aggiunto – non ci fossero stati i libri, la tv, il cinema, il teatro, la musica a farci compagnia e a rendere più attraversabili (spesso rendendole più “dense”) queste giornate, tutto sarebbe stato più pesante e non avremmo avuto quegli input, che aiutano a riflettere meglio e a decifrare, osservandola con occhi diversi, la tragicità degli eventi che ci circondano, scoprendone, a volte, i nessi nascosti e anche i risvolti positivi”.

Il Festival Teatro Bastardo 2020 è organizzato dall’Associazione culturale Teatro Bastardo, e promosso da Città di Palermo, assessorato alle Culture, in partnership con Sicilia Queer, Goethe-Institut Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, Latitudini. Rete siciliana di drammaturgia contemporanea e Arcipelago/Osservatorio dei festival della scena contemporanea in Sicilia.

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