“Il sacrificio di Falcone e Borsellino motore di una riscossa di civiltà” - QdS

“Il sacrificio di Falcone e Borsellino motore di una riscossa di civiltà”

redazione

“Il sacrificio di Falcone e Borsellino motore di una riscossa di civiltà”

venerdì 24 Maggio 2019

Ieri le celebrazioni per il ventisettesimo anniversario della vigliacca strage di Capaci. Il premier Giuseppe Conte: “Contrasto alla mafia è il rispetto dei percorsi democratici”

PALERMO – “Grazie a tutti i professori e i ragazzi che ricordano Giovanni e Paolo che sono l’Italia migliore”. Con queste parole Maria Falcone, sorella del giudice, ha accolto i ragazzi che, dopo il viaggio da Civitavecchia a bordo della “Nave della legalità”, sono sbarcati a Palermo sulle note di “Pensa” (canzone di Fabrizio Moro diventata un manifesto antimafia). In cielo sono stati liberati i palloncini tricolori e loro – circa 1.500 studenti protagonisti di questa giornata che commemora la strage di Capaci – hanno gridato a squarciagola “Noi la mafia non la vogliamo”. Un eco che è risuonato ancora a ventisette anni dalla morte del giudice Giovanni Falcone.

Un giorno di riflessione, iniziato già la sera prima quando a bordo dell’imbarcazione si era aperto il dibattito sul tema della legalità. Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha voluto ribadire come sia importante vedere tutti questi studenti “che non hanno paura” e lottano “perché sono puri” per la legalità e contro tutte le mafie. Per il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, “le mafie devono essere combattute non solo con la repressione, ma tutti si devono attivare per impedire che esse entri nei flussi dove circola il denaro. Perché – ha specificato – le mafie stanno cambiando pelle, non sparano più ma sono infiltrate negli affari”.

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha poi sottolineato che “l’Italia ha un passato pieno di ferite ancora aperte. La grandezza è prendere quella storia e fare delle leggi che siano le migliori al mondo. Questa è la direzione verso cui stiamo andando”.

Anche il Capo dello Stato è intervenuto con una lunga nota per ribadire ancora una volta come “la Repubblica si inchina nel ricordo delle vittime e si stringe ai familiari”. “Vanno ringraziati – ha poi proseguito Mattarella – quanti da una ferita così profonda hanno tratto ragione di un maggior impegno civico per combattere la mafia, le sue connivenze, ma anche la rassegnazione e l’indifferenza che le sono complici”.

Il Presidente ha poi ricordato i nomi di tutte le vittime delle due viagliacche stragi di 27 anni fa, quelle di Capaci e via D’Amelo: “Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina sono indimenticabili”, ha detto Mattarella. Ma uccidendoli la mafia ha fatto un passo falso perché, come ha sottolineato ancora Mattarella, “il loro sacrificio è divenuto motore di una riscossa di civiltà, che ha dato forza allo Stato nell’azione di contrasto e ha reso ancor più esigente il dovere dei cittadini e delle comunità di fare la propria parte per prosciugare i bacini in cui vivono le mafie”.

“Falcone avrebbe da pochi giorni festeggiato i suoi 80 anni. La mafia sanguinaria ha spezzato la sua vita, ma non il suo esempio di magistrato, il suo insegnamento di uomo delle istituzioni, la sua testimonianza civile, ha infine concluso il capo dello Stato”.

A Capaci si è voluto recare personalmente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, nel suo primo appuntamento di giornata, ha incontrato gli alunni delle scuole riuniti nel Giardino della memoria. “Oggi ricorre l’anniversario di una tragedia e ricordiamo un giorno di dolore. È questa la forza di tutti. Questa commemorazione è diventata la festa della legalità. Ricordiamo chi ha sacrificato la vita per contrastare la mafia. Oggi dobbiamo tutti sorridere, è il modo migliore per ricordare i nostri morti”.

Il presidente ha chiesto ai ragazzi cosa è la legalità? Un’alunna ha risposto: “Il rispetto di tutti e delle leggi”. “Il rispetto delle leggi è fondamentale – ha aggiunto Conte – La mafia non ama le leggi. Ama le proprie leggi. Quelle dell’arbitro della forza e dei soprusi. Il contrasto della mafia è il rispetto dei percorsi democratici”.


Salvini nell’aula bunker: “Chi tace è complice”

PALERMO – L’inno di Mameli, cantato dai ragazzi delle scuole che partecipano all’iniziativa, ha dato il via nell’aula bunker di Palermo alla cerimonia per ricordare le vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992 in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. All’iniziativa ha preso parte anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che prima di arrivare nell’aula bunker, tra qualche contestazione per la sua presenza, ha deposto una corona d’alloro alla Stele di Capaci e poi ha visitato il giardino della Memoria dove è esposta la “Quarto Savona 15”, l’auto della scorta del giudice. “Chi ha ucciso Falcone e Borsellino – ha dichiarato Salvini – ha provocato tanto dolore ma ha anche svegliato il popolo italiano, perché penso che dopo quella bomba nulla è più stato come prima”. “L’Italia – ha aggiunto – vincerà contro la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta. Quella bomba ha portato dolore ma ha portato speranza”. Il ministro ha anche sottolineato come il fenomeno mafioso non riguardi solo l’Isola: “è ovunque, non appartiene più solo a pochi luoghi, e bisogna saper denunciare perché chi tace è complice”.


“Piano Marshall contro le mafie”

PALERMO – “Il 23 maggio 1992 rappresenta una ferita mai rimarginata nel cuore dell’Italia: un giorno di lutto e di morte che ancora oggi provoca sofferenza e sdegno. E fino a quando mafia e corruzione continueranno ad esercitare i loro effetti devastanti sul nostro Paese, la memoria di Giovanni Falcone non potrà mai dirsi davvero onorata”. Lo ha detto il presidente del Senato Elisabetta Casellati, ricordando la strage di Capaci.
“Da quel tragico attentato che ha segnato le vite di tutti noi, l’azione dello Stato contro le organizzazioni mafiose è riuscita a conseguire risultati molto importanti. I clan mafiosi sono stati disarticolati e colpiti nei loro patrimoni in tutta Italia, ma il loro potere sui territori è ancora forte e pervasivo. Per portare a termine la battaglia serve uno sforzo costante da parte di tutto il Paese sano”, ha aggiunto Casellati. “Giovanni Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano e come tale è destinata a morire. Le forze migliori delle istituzioni e della società, con il loro impegno quotidiano contro le mafie e per la legalità, possono fare sì che la sua profezia si avveri al più presto”, conclude il presidente del Senato.
A Palermo, nell’aula bunker dell’Ucciardone, era presente il presidente della Camera, Roberto Fico: “Dobbiamo fare un piano Marshall contro le mafie, il risultato deve essere sconfiggerle definitivamente, chiudere con questa storia. Dobbiamo avere la capacità di farlo, ci vuole un’azione congiunta di tutti i ministeri”.
“Vengo da Napoli – ha aggiunto – conosco bene la situazione dei clan. Noi dobbiamo esserci con una presenza forte e culturale nei territori dove la criminalità arruola i giovani. Dobbiamo andarci a prendere i figli dei camorristi e spezzare quella catena”.

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