Il sogno di Miccichè, la mossa di Musumeci - QdS

Il sogno di Miccichè, la mossa di Musumeci

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Il sogno di Miccichè, la mossa di Musumeci

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martedì 21 Dicembre 2021

Miccichè Sr., excusatio non petita, smentisce di averci pensato, nonostante ribadisca i fortissimi legami con la sua terra di origine. L’arte della smentita è precipuamente siciliana

I have a dream. Così sospira Gianfranco Miccichè all’ipotesi di suo fratello, il supermanager della prima Banca del Paese, Intesa, Gaetano Miccichè alla guida della Regione.

Smentita,ma non troppo

Nel frattempo Miccichè Sr., excusatio non petita, smentisce di averci pensato, nonostante ribadisca i fortissimi legami con la sua terra di origine. L’arte della smentita è precipuamente siciliana, terra di inganni, luci ed ombre. La verità è che il giornale che ha pubblicato la notizia, che conferma di avere fonti autorevoli ed attendibili, ha bruciato i tempi.

Nessuna conferma e nessuna vera smentita può essere fatta prima che il gioco principale, quello del Quirinale, non dipani la matassa italiana di cui la Sicilia è inevitabilmente appendice.

La mossa di Nello

Lo è così tanto che Musumeci, invece di trattare in Sicilia la sua eventuale riconferma, telefona per ingraziarsi uno dei candidati, il Cavaliere di Arcore, cercando scambi e sostegni reciproci.

Quale verità?

Le verità, o presunte tali, le avremo solo a fine gennaio. Quando si capirà il destino del trono di spade dei Draghi, anche di quelli siciliani.

Il sogno di Miccichè ha una logica. Se per salvare l’Italia abbiamo dovuto chiamare il capo della BCE, per salvare la disastrata Sicilia, soprattutto per assicurare una spesa certa e qualificata, ci vuole almeno il manager di Intesa, che casualmente è suo fratello.

I fondi PNRR

La notizia che abbiamo bucato il primo appuntamento sui fondi PNRR, avendo avuto bocciato tutti i progetti presentati per l’agricoltura, ha evidentemente irritato e preoccupato palazzo Chigi e dintorni, da cui il preallarme del banchiere siciliano più quotato. È tempo di soldi spesi con certezza e bene, non di politica traccheggiante senza assunzione di decisioni e responsabilità, avranno pensato.

Come è stata commissariata l’Italia non si capisce come ancora non sia stata commissariata la Sicilia tra disavanzi, carenze di parifiche  contabili, disfunzionamento della macchina amministrativa e carenza di maggioranze politiche conclamate.

Anche i Siciliani avrebbero un sogno. Una Sicilia normale, con le carte a posto, con i progetti validi presentati e con gli investimenti necessari eseguiti. Questo consentirebbe il freno alla fuga di tanti ragazzi fuori dall’isola. Questo è il sogno delle famiglie siciliane. Il resto sono chiacchiere e distintivo.

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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