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Il tumore del colon-retto in aumento tra i giovani: microbiota sotto la lente

Il tumore del colon-retto in aumento tra i giovani: microbiota sotto la lente
Il tumore del colon-retto è in aumento tra i giovani adulti

L’Isola protagonista della ricerca: un progetto Pnrr coordinato dal prof. Berretta studia come dieta, stile di vita e batteri intestinali possano ridurre il rischio e migliorare le cure nelle neoplasie giovanili

MESSINA – Negli ultimi anni sta emergendo un dato preoccupante: il tumore del colon-retto è in aumento tra i giovani adulti, una fascia d’età finora considerata a basso rischio. Se fino a poco tempo fa questa neoplasia era associata quasi esclusivamente agli over 50, oggi un numero crescente di diagnosi riguarda persone sotto i 40 anni, spesso senza familiarità o fattori di rischio evidenti. Numerose evidenze scientifiche confermano anche il ruolo protettivo della Dieta Mediterranea, associata a una riduzione del rischio di circa il 16%. Le ragioni di questo incremento non sono ancora completamente definite, ma la ricerca sta convergendo su stili di vita, alimentazione e in particolare sulle alterazioni del microbiota intestinale, un ambito che rappresenta una delle frontiere più promettenti della medicina preventiva e oncologica.

Lo studio del microbiota di Massimiliano Berretta di Unime

Per approfondire questi temi, abbiamo intervistato Massimiliano Berretta dell’Università di Messina, coordinatore del progetto Pnr dedicato proprio allo studio del microbiota. “Il microbiota rappresenta oggi una chiave interpretativa fondamentale per comprendere perché il tumore del colon-retto stia aumentando nei giovani e come intervenire in modo personalizzato – ha dichiarato Berretta al QdS -. Il microbiota intestinale, composto da miliardi di microrganismi, non è un semplice ospite, ma un vero organo funzionale in grado di dialogare con il sistema immunitario, modulare l’infiammazione, metabolizzare nutrienti e produrre molecole biologicamente attive. Alcune alterazioni del suo equilibrio possono favorire uno stato pro-infiammatorio e creare un ambiente favorevole allo sviluppo tumorale”.

Le alterazioni del microbiota possono favorire lo sviluppo del tumore del colon

“Alcune disbiosi, cioè alterazioni dell’equilibrio del microbiota, possono creare un ambiente favorevole allo sviluppo del tumore del colon – ha rivelato il medico -. Batteri come Fusobacterium nucleatum e Bacteroides fragilis sono stati associati a infiammazione cronica, instabilità del Dna e maggiore aggressività neoplastica, mentre diete ricche di zuccheri raffinati, grassi saturi o povere di fibre favoriscono una composizione microbica pro-infiammatoria. Nei giovani pazienti, fattori come alimentazione occidentalizzata (junk food), uso precoce e ripetuto di antibiotici, e sedentarietà possono alterare precocemente il microbiota, generando uno stato di infiammazione cronica di basso grado che aumenta il rischio di carcinogenesi”.

Il progetto ha tre obiettivi principali: comprendere come si modifica il microbiota nelle fasi iniziali della malattia, identificando firme microbiche specifiche del rischio; prevenire attraverso strategie personalizzate basate su dieta, stile di vita e modulazione del microbiota; migliorare la prognosi e la risposta alle terapie, studiando in particolare il ruolo di Fusobacterium nucleatum, considerato uno dei principali attori nella carcinogenesi del colon-retto.

Una rete integrata per intervenire prima e meglio

“L’obiettivo è individuare marcatori precoci e strumenti clinici che ci permettano di intervenire prima e meglio, rendendo la medicina più predittiva e personalizzata – ha sottolineato il coordinatore -. Il carattere multicentrico dello studio rappresenta uno dei suoi punti di forza: tra i partner figurano l’Università di Ferrara, l’Azienda Ospedaliera Scaligera e l’Istituto Tumori ‘Pascale’ di Napoli. Una rete integrata di questa qualità consente di unire competenze diverse e garantire ricadute cliniche immediate e concrete”.

Il progetto assume un valore particolare per la Sicilia, dimostrando che la ricerca di eccellenza non solo può, ma deve essere realizzata anche nel Meridione. La regione dispone infatti di professionisti altamente qualificati, laboratori avanzati e reti di collaborazione in costante crescita. Il Sud può essere protagonista di una ricerca moderna e competitiva, capace di attrarre risorse e contribuire realmente al progresso della medicina.

I sintomi

“Una delle principali sfide resta la prevenzione nei giovani, che non rientrano nei programmi di screening tradizionali – ha concluso Massimiliano Berretta -. È quindi fondamentale riconoscere tempestivamente sintomi spesso sottovalutati, come sanguinamento, cambiamenti dell’alvo o anemia, promuovere stili di vita sani sin dall’adolescenza e investire nella ricerca di biomarcatori precoci, tra cui quelli derivati dal microbiota. Comprendere l’interazione tra microbiota e tumore del colon-retto nei giovani non è solo una necessità clinica, ma una nuova frontiera destinata a cambiare il modo di prevenire e trattare questa malattia. La medicina del futuro sarà sempre più personalizzata, predittiva e basata sul profilo microbico individuale”.