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Il valzer della dirigenza

Il valzer della dirigenza
Regione Siciliana

Ogni tot anni, per questioni di cambio di potere, o problematiche amministrative come è stato dichiarato in questo caso, cambiano i direttori dei dipartimenti regionali

Ogni tot anni, per questioni di cambio di potere, o problematiche amministrative come è stato dichiarato in questo caso, cambiano i direttori dei dipartimenti regionali, coloro che detengono il vero potere amministrativo. Dalla legge 10 del 2000 è separato nettamente l’indirizzo politico dalla gestione, gli assessori si limitano al primo, non possono più firmare atti amministrativi, come i bandi o i dispositivi di spesa, al limite possono emettere delle circolari, cosa che avviene ormai di rado. Tutta la gestione è quindi in mano ai potenti burocrati nominati direttori generali e la politica lotta per indicare i propri preferiti nella speranza, a volte vana, che poi eseguono il loro indirizzo o presunto tale.

La giunta ha deciso un grande valzer come quelli di Strauss, nessun dirigente foresto, cioè fuori dai ruoli regionali per portare una ventata fresca e altri benchmark, ma rotazione degli stessi, con qualche new entry e qualcuno che è rimasto temporaneamente, forse, con la scopa in mano. Ovviamente le valutazioni per cui si è arrivati a queste nomine non sono scritte, quindi non c’è traccia né secretata né trasparente. Però in una Regione che deve buona parte delle proprie attività a finanziamenti extraregionali sarebbe stato interessante sapere se i nominativi fossero accompagnati dalle tabelle di impegno e rendicontazione dei dipartimenti di provenienza.

Questo per rendere edotti i cittadini elettori delle proprie competenze e performance sul proprio lavoro per la collettività. Tutto questo si chiama meritocrazia, introdotta con la legge 150 di Renato Brunetta, e recepita con la mente regionale 5 portata avanti 15 anni fa da Caterina Chinnici, oggi deputata europea di FI, allora assessore della giunta Lombardo. Queste norme riguardano le performance dei burocrati, i target su cui misurarli, e gli organismi di valutazione, i cosiddetti OIV, Organismi Indipendenti di Valutazione. Indipendenti da chi sarebbe curioso saperlo, e soprattutto sarebbe interessante pubblicare sul sito della Regione le valutazioni, le performance, i criteri qualiquantitativi di misurazione.

Tra l’altro proprio il titolo della legge 5 riguarda la trasparenza della pubblica amministrazione. Si potrebbero obbligare le amministrazioni, regionali e locali a pubblicare sui quotidiani tali valutazioni onde far si che il cittadino non sia ignorante e all’oscuro della cosa pubblica, per renderlo consapevole quando va a votare.

Ma la Sicilia è si normanna, ma anche molto araba, terra degli inventori dei numeri che conosciamo, e quando si tratta di misurazioni in Sicilia i numeri diventano come i diavoli della Zisa che non si riescono a contare. Per cui avanti con il valzer, un due e tre, avanti c’è posto.

Così è se vi pare