Il vincolo di mandato - QdS

Il vincolo di mandato

Il vincolo di mandato

mercoledì 17 Febbraio 2021

L'art. 67 della Costituzione rischia di trasformare una garanzia di libertà

“Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

Questo è il testo dell’articolo 67 della Costituzione italiana che, a causa del comportamento di un manipolo di spregiudicati approfittatori, rischia di trasformare una garanzia di libertà in una spregevole autorizzazione a seguire l’interesse proprio, piuttosto che quello della Nazione.

Grazie all’articolo 67 della Costituzione, infatti, in passato molti senatori e deputati hanno cambiato gruppo almeno una volta e non per sperimentare alchimie politiche condivise o progettate dai partiti di origine, bensì per ottenere opportunità e privilegi personali.

In molti casi, infatti, i parlamentari “salterini” sono passati da una coalizione all’altra, tradendo non solo il “mandato ricevuto” ma persino il proprio pensiero: quello che hanno messo a disposizione dell’elettorato nel momento in cui hanno chiesto il voto.

Eppure, l’origine della “libertà di mandato” è nobile e antica, risale al 1774, quando fu espressa nel “Discorso agli elettori di Bristol” da Edmund Burke, il “Cicerone” britannico, membro liberale della Camera dei Comuni, che diede un notevole contributo alla cultura politica del suo tempo.

Si tratta di un un testo che sarebbe interessante rileggere anche ai giorni nostri, soprattutto da parte di quei parlamentari che sostengono un governo ma che sono stati eletti con il supporto di cittadini che hanno votato partiti che si trovano all’opposizione.

È sempre di Burke l’attualissima affermazione secondo la quale: “l’età della cavalleria è finita. Quella dei sofisti, degli economisti e dei contabili è giunta; e la gloria dell’Europa giace estinta per sempre”.
Per non parlare delle condizioni in cui versa l’Italia di cui, citando Leopardi: “vedo le mura e gli archi e le colonne e i simulacri e l’erme torri degli avi nostri, ma la gloria non vedo”.

Secondo il già citato filosofo inglese, il principio di libertà di mandato dovrebbe rispecchiare il concetto di “Parlamento inteso come assemblea deliberante di una nazione con un solo interesse, quello generale”, dunque, né quelli locali, né quelli di singole parti né, ovviamente, quelli personali: purtroppo, oggi, non è sempre così!

Ciò che intendo dire è che il principio contenuto nell’articolo 67 della Costituzione è nobile: costituisce una tutela democratica della libertà e di chi la esercita attraverso una funzione di rappresentanza, mentre è ignobile il comportamento di chi ne abusa, non certo per finalità generali e astratte.

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