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Immigrati, monta l’odio razziale. Italiani “vittime” della disinformazione

Immigrati, monta l’odio razziale. Italiani “vittime” della disinformazione

Eurispes: sale dal 29 al 33 la percentuale di cittadini che si sente minacciata. Per 1 su 10 stranieri “insopportabili”. Fara: “Versano 14 miliardi di contributi. Grazie a loro paghiamo 600 mila pensioni”

ROMA – La percentuale di italiani che vede negli immigrati una minaccia all’identità culturale nazionale è aumentata dal 29,9% al 33%, mentre quella di chi teme un aumento delle malattie è passata dal 35,6% al 38,3%. Lo si legge nel 32esimo Rapporto Italia pubblicato da Eurispes. Quattro italiani su dieci (40,3%) definiscono il proprio rapporto con gli immigrati “normale”, quasi uno su cinque (19,4%) parla di reciproca indifferenza, il 14,4% di reciproca disponibilità, mentre un decimo trova gli immigrati ostili (10,1%), l’8,1% li trova insopportabili, il 7,7% afferma di temerli.
Secondo il 45,7% degli italiani un atteggiamento di diffidenza nei confronti degli immigrati è “giustificabile, ma solo in alcuni casi”. Per quasi un quarto (23,8%) guardare con diffidenza gli immigrati è “pericoloso”, per il 17,1% (+6,7% rispetto al 2010) è “condivisibile”, per il 13,4% è “riprovevole”(-4,3% rispetto al 2010). Per la netta maggioranza del campione (77,2%) gli immigrati nel nostro Paese vengono sfruttati dai datori di lavoro italiani. Ma la convinzione che gli stranieri tolgano lavoro agli italiani rispetto a dieci anni fa è cresciuta dal 24,8% al 35,2% (oltre 10 punti). Per contro, rispetto al 2010 crolla di 17 punti percentuali la posizione secondo la quale gli stranieri portano un arricchimento culturale: dal 59,1% al 42%; analogamente, diminuisce la convinzione che gli immigrati contribuiscano alla crescita economica del Paese dal 60,4% al 46,9%.

Per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina, oltre un quarto ritiene che il Governo dovrebbe soprattutto erogare aiuti ai paesi di provenienza (26,2%, +7,7% rispetto a dieci anni fa), un altro quarto che dovrebbe inasprire i controlli alle frontiere e lungo le coste (24%, a fronte del 33,6% del 2010), per il 16% la priorità è agevolare la regolarizzazione dei clandestini (nel 2010 erano il 25,5%), per il 15,3% ridurre i visti di ingresso dai paesi dai quali provengono i flussi più consistenti. Il 18,6% considererebbe preferibili altri interventi.

L’incremento di episodi xenofobi nel corso dell’ultimo anno sarebbe avvenuto per quasi due italiani su dieci (19,7%) per colpa del comportamento degli immigrati, per un altro quinto della popolazione (19,2%) per le politiche inadeguate dei governi. Il 18,3% assegna la responsabilità alla comunicazione aggressiva di alcuni esponenti politici, il 15,1% al modo con cui i media diffondono le notizie, il 13% all’atteggiamento degli italiani.

Ius soli, ius sanguinis e ius culturae, due passi indietro. Rispetto al 2010, sono diminuiti di oltre dieci punti gli italiani favorevoli allo ius soli (dal 60,3% al 50%) e sono aumentati i sostenitori più rigidi dello ius sanguinis (dal 10,7% al 33,5%, quasi 23 punti in più). In calo coloro che auspicano la cittadinanza per chi è nato in Italia, purché educato in scuole italiane (dal 21,3% al 16,5%).

Il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, commenta: “Gli immigrati regolari in Italia sono circa cinque milioni (5.255.000 pari all’8,7% della popolazione) e gli irregolari, circa cinquecentomila, la loro presenza è decisamente inferiore a quella che si registra in molti altri paesi. I lavoratori immigrati in Italia producono il 9% del Pil, circa 139 miliardi di euro annui; il denaro che spediscono ai loro familiari (6,2 miliardi annui) è molto più importante per il sostegno ai paesi di origine di quanto non sia quello che l’Italia destina agli aiuti internazionali allo sviluppo. Chi dice ‘aiutiamoli a casa loro’, sostenendo che si debbano finanziare i paesi di origine, trascura il fatto che siano proprio gli immigrati, con le loro rimesse, che si aiutano da soli a casa loro”.

“Inoltre, i dati ufficiali sono nettamente in positivo per lo Stato – continua Fara – Il bilancio tra costi e ricavi segnala un saldo attivo di 3,9 miliardi. I lavoratori stranieri in Italia sono il 10,5% degli occupati, tra loro vi è un numero crescente di lavoratori autonomi, le loro piccole imprese (oltre 700.000) assumono centinaia di migliaia di italiani e sono di origine straniera il 9,4% degli imprenditori ‘italiani’. Gli immigrati versano 14 miliardi annui di contributi sociali e ne ricevono solo 7 tra indennità di disoccupazione e pensioni. I loro contributi ci permettono di pagare oltre 600.000 pensioni. Di fronte a questa rassegna di dati inoppugnabili, quand’è che la Politica smetterà di cercare consenso sulla pelle (nera) dei profughi e sulla pelle del futuro economico del Paese?”.

Nel 2019 -50% di sbarchi
Cala l’interesse dei media

Al 30 dicembre 2019 sono stati 11.471 gli stranieri sbarcati sulle coste italiane, con un calo del 50,4% rispetto ai 23.122 arrivati del 2018. Nonostante la definitiva uscita da una fase emergenziale, il sistema dei media mainstream, come rilevato dall’Osservatorio TG Eurispes-Coris Sapienza Università di Roma, ha continuato a dedicare al fenomeno grande attenzione, trasformando il 2019 in un’annata record. Questa ulteriore crescita si manifesta soprattutto sugli articoli a stampa (1.091 contro gli 834 del 2018, +30%). Nei Tg del prime time l’attenzione resta altissima: 4.002 i servizi dedicati a questi temi, contro i 4.513 registrati nel corso di tutto il 2018. Al 31 ottobre 2019, si legge ancora nel 32esimo Rapporto Italia pubblicato da Eurispes, i Tg Rai avevano prodotto il 57% delle notizie sul fenomeno migratorio nelle edizioni di prime time (2.276), mentre le tre testate Mediaset ne hanno gestite poco più di un terzo: il 34% per 1.364 servizi. Nel complesso, il 2019 presenta un “calo” di interesse da parte di più di metà delle testate nei confronti dei temi migratori, mentre due aumentano le proprie coperture: si tratta di Tg3 e Tg2, rispettivamente con 832 e 758 servizi, e in crescita dell’8% e 9% rispetto al 2018.