La storia è tutta nei siti web? Non sappiamo, poiché essa è immensa e la sua conoscenza è patrimonio dell’Umanità da cinquanta secoli, cioé dai tempi della civiltà cinese. Non sappiamo, come detto, se sia tutta online, ovvero se l’immensa conoscenza dei libri di questi cinquanta secoli sia riportata per intero.
Vi è la necessità, per quanto possibile, di conoscerla nella sua interezza, perché soltanto così si possono interpretare correttamente gli eventi accaduti, le cause che li hanno generati e le loro conclusioni.
Da quanto precede potremmo capire meglio ciò che è avvenuto, con una lettura che ci dia conoscenza adeguata per trarre le relative esperienze.
Soltanto un’attenta e approfondita lettura del passato ci può far capire meglio i fatti che ci capitano tutti i giorni e soprattutto quelli che si verificano a livello planetario.
Vi sono algoritmi che fanno migliaia di miliardi di operazioni al secondo: una quantità impressionante e quasi incomprensibile per la nostra mente limitata. Da essi scaturiscono previsioni di ogni genere, sempre più attendibili. Solo che queste previsioni riguardano fatti fisici, come quelli meteorologici o come i movimenti dei continenti, da cui scaturiscono i terremoti.
In realtà questi ultimi non sono ancora prevedibili, perché la crosta terrestre non è stata adeguatamente esplorata, anche se la sua composizione è abbastanza nota agli scienziati. Tuttavia, resta il fatto che non si riesce ad anticipare l’arrivo dei movimenti sismici, anche se vi sarebbe grande bisogno che questi immensi calcoli riuscissero a darci qualche avviso sommario delle incombenti catastrofi. Non foss’altro per salvare vite umane.
Vi sono calcoli e previsioni sulle maree e soprattutto sull’inquinamento, che diventa sempre più minaccioso con la gravissima conseguenza dell’aumento di qualche grado della temperatura media e l’ulteriore gravissima conseguenza dello scioglimento di centinaia di chilometri di ghiacciai. Da ciò deriva l’aumento del livello marino e quindi l’invasione di territori come sta accadendo nelle isole del Pacifico quali Figi, Samoa e Hawaii che entro ottant’anni potrebbero essere interamente sommerse.
Anche nel nostro Mediterraneo – per quanto chiuso da Suez e da Gibilterra, due anelli strettissimi – è presente il fenomeno dell’innalzamento del livello marino, che erode centinaia di chilometri di spiagge con conseguenti danni economici soprattutto nel settore balneare.
In tutto il mondo le questioni dell’inquinamento e delle conseguenze appena elencate sono al centro delle discussioni a ogni livello, ma l’unica cosa certa è che non si è ancora trovato un accordo, anche perché i Paesi in via di sviluppo – o non ancora sviluppati a livello occidentale come la Cina – non intendono rinunciare alle fonti termiche (carbone, petrolio e gas), perché dicono che senza di esse non riuscirebbero a progredire come hanno fatto in Occidente. Dal loro punto di vista non hanno torto, ma dal punto di vista dell’atmosfera terrestre, essi ce l’hanno.
L’atmosfera terrestre non sente ragioni e si inquina sempre di più. Tuttavia, vi è uno spiraglio che si comincia a intravedere e cioé quei processi industriali che riescono a catturare la CO2 nella circolarità dell’economia e la utilizzano come carburante.
Su questa strada vi sono già alcune strutture operative, anche in Italia, ma un sollievo concreto si potrà ottenere quando la generalità degli impianti industriali, e non solo, potrà essere alimentata dalle immense quantità di anidride carbonica che dimorano nell’atmosfera.
Le cose che precedono sono conseguenti di tutto l’immenso sapere che vi è nei libri, come si scriveva prima, non importa se di carta o digitali. Soprattutto andando molto indietro, perché l’intuito geniale di alcune persone umane c’è sempre stato e c’è chi ha visto avanti migliaia di anni, rappresentando figurativamente fatti inesistenti che poi successivamente si sono verificati.
La ricerca è la chiave del progresso e su di essa dovrebbero puntare i popoli sviluppati di tutto il mondo, senza alcuna distinzione e senza guerre. Se le risorse per queste ultime fossero destinate alla ricerca, si salverebbero milioni di vite umane sia dai danni conseguenti che per le innovazioni continue necessarie a fare progredire la crescita dell’Umanità.
