Il tema della gender equality ha acquisito sempre più rilevanza nella nostra società e sotto vari aspetti, non da meno nel mondo del lavoro, dove si sta tentando di aumentare e valorizzare la presenza femminile che, spesso, si ritrova in numeri e condizioni meno favorevoli di quella maschile. L’uguaglianza di genere è, infatti, fondamentale non solo da un punto di vista sociale, ma anche di sviluppo economico.
L’area scientifica, in particolare, riveste un ruolo decisivo per la crescita del nostro Paese e, in quest’ambito, diventa essenziale la conoscenza e l’utilizzo delle competenze STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), categoria dove permane ancora un forte divario di genere. In Italia, infatti, i laureati STEM sono ancora pochi, soprattutto al Sud e, in particolare, tra le giovani studentesse. Nel dettaglio, gli uomini che studiano queste materie sono il 33,7%, mentre le donne il 17,6%, un dato che nelle regioni meridionali crolla al 9,7%. Le neo-laureate in informatica, per esempio, sono solo il 40%, quelle in ingegneria il 28%. Nel tentativo di fare crescere questi dati, Eni ha sviluppato, tra gli altri, il progetto ”Eni 4 STEM”, un progetto che intende, prima di tutto, mettere a fuoco le cause che allontanano le ragazze dalle STEM, mettendole al centro dell’indagine.
L’idea alla base del progetto di Eni è quello di far emergere le difficoltà nella scelta delle discipline scientifiche e far partire dalle ragazze l’idea del percorso formativo da disegnare, rendendole soggetti attivi e capaci di individuare le possibili strade da percorrere per incidere sulle decisioni rispetto alla propria formazione universitaria. Partendo dalle esigenze che hanno manifestato, si è creato un momento di confronto, di scambio di idee, di raccolta di tutti i feedback delle discenti e così, dalle loro indicazioni, si costruirà il percorso di studio.
La prima fase di “Eni 4 STEM” si è svolta dal 13 al 16 ottobre a Roma presso Villa Montecucco, dove 20 studentesse selezionate tra le scuole del Centro-Sud, hanno incontrato i formatori Eni, allo scopo di far venir fuori da questi confronti i loro bisogni e le loro motivazioni. Per raggiungere questo obiettivo la prima fase di lavoro è stata improntata sulla tecnica del brainstorming che ha previsto, infatti, una discussione di gruppo in cui sono state coinvolte tutte le studentesse. Pregiudizi, scarsa autostima, pressioni familiari, aspettative… questi i temi principali affrontati in questa fase.
Le studentesse coinvolte provenivano tutte da scuole secondarie di secondo grado, in particolare da undici diversi istituti di Lazio, Marche, Basilicata, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Tra le scuole che hanno partecipato anche gli istituti “L. Sturzo”, “Eschilo”, “E. Majorana”, “E. Vittorini” e “Morselli” di Gela. Ogni giornata è stata dedicata ad attività diverse. Sabato 14 ottobre è iniziata alle 9 con la presentazione del programma e del ruolo delle ragazze, seguito da un momento di conoscenza dei vari partecipanti, con un gioco di presentazione. La mattina si è conclusa con un ultimo incontro dedicato all’introduzione delle competenze STEM e agli stereotipi ancora presenti nel settore. Nel pomeriggio, a partire dalle 14.30, Luciano Canova e Angela Fedele hanno introdotto il “Lego serious Play”, un metodo per facilitare la comunicazione, il pensiero e la costruzione delle idee, al termine del quale i formatori hanno raccolto le impressioni a caldo e le indicazioni delle studentesse.
La giornata si è conclusa con la proiezione di un film legata al rapporto fra donne e competenze STEM, e come per lungo tempo le prime, ancor peggio se di colore nell’America degli anni ‘60, siano state escluse da questo settore, a lungo considerato di esclusivo appannaggio maschile. La giornata di domenica 15 ottobre si è aperta con la presentazione dei “numeri delle STEM”, seguito da un’attività di data education. Le studentesse hanno poi assistito all’intervista di Ilaria Moriero e A. Zanatta, ingegneri aerospaziali dell’Esa-Esrin, con un momento di interazione con le ospiti, dedicato alle domande delle ragazze. Nel pomeriggio poi si è tenuto un secondo momento di confronto con Alessandra Fidanzi, role model di Eni. Non sono mancati i laboratori, a partire da “L’identikit del professionista STEM” con la giornalista scientifica Francesca Buoninconti, e un ulteriore momento di divulgazione scientifica “Vitamine per le idee”. Anche questa volta la giornata è terminata con la raccolta delle considerazioni e impressioni delle studentesse.
L’ultimo giorno è stato infine dedicato all’ascolto di alcune storie significative legate al settore STEM. Il progetto “Eni 4 STEM” si è concluso con una discussione sull’esperienza vissuta durante i tre giorni di incontri e laboratori, prima delle partenze. I feedback che le studentesse hanno restituito durante questa prima fase del progetto saranno fondamentali perché su questi si definirà la successiva ed eventuale fase due che prenderà il via nel 2024.