Imposta di soggiorno a Piazza Armerina, il Comune pronto a intensificare i controlli - QdS

Imposta di soggiorno a Piazza Armerina, il Comune pronto a intensificare i controlli

redazione

Imposta di soggiorno a Piazza Armerina, il Comune pronto a intensificare i controlli

martedì 11 Giugno 2019

Dall’introduzione della stessa fino a oggi il Municipio ha riscosso soltanto 15 mila euro. Annunciato già da questo mese un giro di vite nei confronti delle strutture ricettive

PIAZZA ARMERINA (EN) – Quindicimila euro. A tanto ammonta ciò che il Comune ha incassato finora dalla riscossione dell’imposta di soggiorno. Un dato al di sotto di quanto ci si potrebbe aspettare da un territorio votato al turismo come quello piazzese e che pertanto fa pensare a un’alta evasione della stessa.

Ricordiamo che il Comune, con delibera del Consiglio n. 64 del 3 dicembre 2018, ha introdotto la stessa con decorrenza 1 gennaio 2019 e ha approvato il relativo Regolamento. “Il tributo – si legge sul sito del Comune – è dovuto da coloro che alloggiano nelle strutture ricettive ubicate nel territorio del Comune di Piazza Armerina e si applica a ogni pernottamento (ovvero per ogni persona e per ogni notte), fino ad un massimo di cinque pernottamenti per persona per mese”.

I conti, dunque, sembrano non tornare e pertanto gli uffici competenti hanno già annunciato che a partire da questo mese “partiranno i controlli incrociati con i dati presenti nel database degli Enti preposti al controllo delle presenze presso le strutture ricettive”. Pertanto, dal Municipio hanno invitato i gestori delle varie strutture ricettive “a regolarizzare le situazioni debitorie e dichiarative nei confronti di questo Comune, al fine di evitare di incorrere in sanzioni amministrative e penali, così come prescritto dal Regolamento vigente”.

Il gettito dell’imposta, così come previsto dal già citato Regolamento, “è destinato a finanziare esclusivamente gli interventi a diretta finalità turistica, ivi compresi quelli a sostegno di azioni di marketing, promozione turistica, culturale e di eventi, nonché gli interventi paesaggistici e ambientali, ricadenti nel territorio comunale, nonché dei relativi servizi pubblici locali (verde pubblico e decoro urbano)”.

Questo, però, ammesso che il Comune riesca a recuperare le risorse in questione. Altrimenti sarà difficile fare le nozze con i fichi secchi.

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