Elaborazioni Demoskopika a partire dai dati Siope: nella nostra Isola ogni Comune ha perso 345mila euro di entrate. A livello nazionale stimati 1,6 miliardi di mancati introiti: da -536mila euro per ente locale in Toscana a -35mila in Trentino
Nello scorso bimestre marzo-aprile le casse di ciascuno dei 390 Comuni siciliani hanno perso circa 345 mila euro. A tanto ammonterebbero i mancati incassi dei tributi rilevati dall’indagine Demoskopika, realizzata a partire dall’elaborazione dei dati Siope, il sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici nato dalla collaborazione tra la Ragioneria Generale dello Stato, la Banca d’Italia e l’Istat, che rileva telematicamente gli incassi e i pagamenti effettuati dai tesorieri di tutte le amministrazioni pubbliche.
Dunque, secondo le stime condotte dall’istituto di ricerche economiche e sociali, le casse degli enti locali dell’Isola nel bimestre in considerazione avrebbero subito una sforbiciata pari quasi al 68% rispetto agli stessi mesi dello scorso anno. A livello nazionale la diminuzione degli incassi è stata mediamente pari a 207 mila euro per ciascun ente comunale (-65,4%). In termini assoluti, le perdite maggiormente ingenti hanno gravato sulla Toscana: infatti, ciascuno degli enti locali ha scontato in media il mancato incasso dei contanti pari a 536 mila euro. A seguire troviamo l’Emilia Romagna (-421 mila euro), la Puglia (-375 mila euro) e la nostra regione (che si trova ben al quarto posto in Italia per perdite di introiti media a Comune).
Perdite medie ad ente locale assai più contenute sono state registrate in Trentino Alto Adige (-35 mila euro), Molise (-46 milia euro), Friuli Venezia Giulia (-47 mila euro) e Valle d’Aosta (-59 mila euro). Dunque, il coronavirus ha travolto in pieno anche gli ottomila Comuni italiani. Si stima che i mancati incassi siano complessivamente pari a 1,6 miliardi di euro: nel dettaglio, si stima che si sia passati dai 2,5 miliardi di euro incassati nel bimestre 2019 agli 867 milioni dello stesso periodo dell’anno in corso.
Ben 684 milioni di mancati incassi tributari, pari al 41,7% dell’ammontare complessivo rilevato, sono ascrivibili all’imposta municipale propria (imu). A seguire la tassa sui rifiuti (tari) che ha generato un minor gettito per le casse comunali pari a oltre 429 milioni di euro (26,2%) e l’addizionale Irpef con minori introiti per 328 milioni di euro (20,1%). E, ancora, una contrazione delle entrate tributarie è stata registrata con la tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (-92 milioni di euro), con l’imposta comunale sulla pubblicità (-63 milioni di euro), con l’imposta di soggiorno (-37 milioni di euro) e, infine, con il tributo per i servizi indivisibili (-5 milioni di euro).
“L’emergenza sanitaria – ha dichiarato Raffaele Rio, il presidente di Demoskopika – si è inevitabilmente abbattuta anche sulle entrate comunali producendo effetti negativi sui sistemi economici locali e, soprattutto, mettendo a rischio alcuni servizi essenziali, non ultimo quello della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti”. “È ipotizzabile che nel prossimo periodo – aggiunge Rio – tra rinvio del pagamento dei tributi e difficoltà di pagamento per imprese e lavoratori, si consolidi uno scenario di progressiva perdita di liquidità per gli enti locali, che potrebbe costringere molti amministratori comunali al taglio dei servizi o, peggio ancora, alla dichiarazione del dissesto finanziario. In questo allarmante contesto, le misure previste finora sono necessarie ma ancora insufficienti. Bisogna fare di più”.