Forte è la preoccupazione del settore turismo per ilDecreto Rilancio che non coglie la drammaticità che sta vivendo l’industria alberghiera in Sicilia con oltre duecento mila famiglie che vivono della filiera turistica.
A
Siracusa l’intero comparto rappresenta il 15% del PIL provinciale. Il 96% dei
lavoratori del settore in questo momento è in cassa integrazione, a casa.
Stiamo parlando di circa ventimila famiglie.
Giancarlo
Mignosa, Presidente della Sezione Turismo ed Eventi
di Confindustria Siracusa: “Le risorse stanziate puntano tutto sul buono
vacanza che non riteniamo aiutino le imprese in quanto come è
formulato è un ennesimo credito d’imposta che contrasta con le drammatiche
esigenze di liquidità che caratterizzano in questo momento le aziende del
settore. Riteniamo infatti – continua Mignosa – che per attrarre i turisti si
debbano piuttosto garantire servizi con elevati standard di sicurezza che
richiedono corposi investimenti che gravano su un settore che è già fermo dal
mese di febbraio”. “La crisi ormai, è chiaro, condizionerà tutto il 2020 e
molti saranno le strutture ricettive che non riapriranno per non aggravare
l’esposizione finanziaria. Ricordo altresì che ancora non esistono linee guida
per adeguare le procedure alberghiere al contrasto del Covid-19”.
“Serve
un contributo a fondo perduto alle imprese sul fatturato perso –
dice Maurizio Garofalo Vice Presidente della Sezione. “Serve
un reale sostegno alla liquidità e l’eliminazione delle
imposte che gravano sugli immobili ad uso alberghiero”. “Al
momento l’intervento sull’IMU è molto parziale e lascia grandi
incognite per i prossimi mesi”. Gli imprenditori sono compatti nel sostenere
che occorre un cambio di passo. “Anche la Regione Siciliana deve fare la
sua parte, meglio di come ha annunciato negli ultimi provvedimenti della
Finanziaria anti-covid. Se vogliamo rendere possibile
la riapertura, nel mese di luglio o agosto, abbiamo l’esigenza di una serie di
misure che accompagnino le imprese fino almeno all’inizio del prossimo anno.
“Il settore
è in grandissima difficoltà, – concludono Mignosa e Garofalo, a
nome di tutti gli imprenditori della sezione Turismo ed eventi di
Confindustria Siracusa – è necessario un intervento capace di
mettere in sicurezza l’economia del turismo che l’Italia e la Sicilia
rischiano di vedere sfumare per quanto riguarda i clienti europei, che stanno
preferendo altre destinazioni a seguito degli accordi che gli altri paesi
europei stanno attivando. La Sicilia, ed in particolare la nostra provincia di
Siracusa, che potrebbero fare del Turismo e della valorizzazione del patrimonio
culturale, ambientale ed architettonico una industria cardine per lo sviluppo
sociale e del territorio, resteranno a guardare”.