Imprese familiari in crescita, il nodo ricambio generazionale - QdS

Imprese familiari in crescita, il nodo ricambio generazionale

redazione

Imprese familiari in crescita, il nodo ricambio generazionale

lunedì 18 Novembre 2019

In Sicilia costituiscono i tre quarti del tessuto delle piccole e medie imprese, ma sono guidate da ultrasettantenni e solo il 50% arriva alla seconda generazione e appena il 10% alla terza. Per questo Banca Sant'Angelo ha tracciato una strategia

Secondo i più recenti rapporti “Cerif” dell’Università Cattolica di Milano, “Aub” dell’Aidaf (l’associazione delle imprese familiari) e del centro studi Srm, in Italia le imprese familiari sono in crescita: hanno superato quota 2,5 milioni (l’85% del totale nazionale, percentuale che sale al 98% al Sud), producono il 60% del valore aggiunto e vi lavora il 70% degli occupati complessivi nel Paese.

Il rapporto Pmi della Cerved aggiunge che in Sicilia queste costituiscono i tre quarti del tessuto delle piccole e medie imprese dell’isola.

Ma l’analisi dell’Asam-Università Cattolica avverte che solo il 50% delle pmi arriva alla seconda generazione e appena il 10% alla terza, con un danno economico stimato in 25 miliardi di euro.

Questo accade anche perché, aggiunge l’Aidaf, la classe imprenditoriale sta invecchiando.

In un caso su quattro di impresa familiare, l’amministratore unico è il capostipite che mantiene saldo il timone nonostante abbia un’età superiore ai 70 anni.

Infatti, osserva l’Aidaf, su un bacino di 11.176 imprese familiari con fatturato annuo superiore ai venti milioni di euro e cinque milioni 251mila addetti (fra queste, oltre cento aziende sono in Sicilia), il 25,5% è guidato da un imprenditore ultrasettantenne.

Un fattore, questo, che, secondo l’Aidaf, espone tali aziende a due rischi: quello della scarsa apertura all’innovazione, alla competitività e al rinnovo del management, situazione che determina la graduale esclusione dai nuovi mercati; e – ipotesi ancora più grave – quello della chiusura dell’attività se non si pianifica per tempo il ricambio generazionale aprendo la governance ai familiari più giovani, nonché il trasferimento “intelligente” delle quote patrimoniali.
Due rischi ben presenti anche in Sicilia.

Per esempio, riguardo al campione individuato dall’Aidaf nell’Isola, fino al 2017 erano ben sedici le imprese familiari a vecchia gestione finite in procedura fallimentare, mentre nel 2018 sono nate cinquantacinque nuove imprese familiari di prima generazione (il secondo maggiore incremento dopo la Lombardia), di cui dieci rientrano fra le cinquecento imprese “benchmark” (cioè con oltre cinquanta milioni di fatturato): esattamente due a Palermo e otto fra Catania e Ragusa, tutte operanti nel commercio all’ingrosso e nel settore agroalimentare.

Srm ha stimato che ogni anno nel Paese sessantamila imprenditori vivano il tema del passaggio generazionale, e che in Sicilia in quasi l’80% dei casi la proprietà e l’amministrazione passino alla famiglia.

Per tutte queste ragioni la Banca popolare Sant’Angelo ha deciso di invitare domani alle 17,30, a Caltanissetta nella villa Flora in contrada Bigini, un centinaio di imprese familiari della Sicilia Centro-occidentale, affinché possano valutare con la consulenza degli esperti di Eurovita i migliori percorsi per pianificare e favorire il ricambio generazionale e il cosiddetto “wealth planning”.

E questo utilizzando tutti gli incentivi e i prodotti disponibili e assicurando così la continuità aziendale in un segmento che, conclude il rapporto Aub-Aidaf, laddove ha aperto per tempo all’innovazione ha saputo recuperare le perdite subite dal 2007 in poi.

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