Imprese familiari, nessuna agevolazione prevista - QdS

Imprese familiari, nessuna agevolazione prevista

Ivana Zimbone

Imprese familiari, nessuna agevolazione prevista

martedì 23 Giugno 2020

L’economista e aziendalista Rosario Faraci - professore di UniCt - spiega in un’intervista al QdS l’incidenza del fenomeno. Modello prevalente: il 68,5% delle imprese italiane sono di questo tipo per un fatturato di circa 650 mld

CATANIA – Le imprese familiari rimangono il modello imprenditoriale prevalente in Italia. Un dato destinato probabilmente a crescere dopo prof-rosario-faracil’emergenza sanitaria e a cui le istituzioni non sembrano riservare la giusta attenzione. L’economista e aziendalista Rosario Faraci – professore di economia e gestione delle imprese all’Università di Catania – spiega in un’intervista esclusiva al Quotidiano di Sicilia in cosa consista questo modello, quanto incida sull’economia del Paese e quanto necessiti di un intervento da parte del Governo.

Cosa sono le imprese familiari? Quali sono i loro vantaggi e i loro svantaggi?
“Sono imprese a proprietà e gestione familiare, è il modello d’impresa più diffuso al mondo, a prescindere dalla dimensione aziendale e dalla nazionalità. Essendo imprese nelle quali le vicende della famiglia e quelle del business si intersecano, ci sono vantaggi e svantaggi. Tra i vantaggi: la tensione alla continuità intergenerazionale, il radicamento nel territorio di riferimento e l’imprenditorialità del fondatore. Tra gli svantaggi: la presenza di conflitti familiari e il loro riverberarsi in azienda ed inoltre la rinuncia alla crescita per evitare interferenze nella gestione aziendale”.

Quanto sono effettivamente presenti questi modelli in Italia e nella nostra regione? Quanto incidono sul Pil?
“Nelle società di capitali, con fatturato superiore a 20 milioni di euro, le imprese familiari incidono in misura del 65,8% secondo i dati dell’Osservatorio AUB dell’Università Bocconi. Per classi dimensionali inferiori, questa percentuale sale ancor di più. In Sicilia, le imprese più grandi per fatturato sono tutte familiari; il primo gruppo della distribuzione moderna nell’isola è di natura familiare. Eppure, quando si guarda a queste imprese o quando le si studia e le si analizza, ci si dimentica che sono prima di tutto imprese familiari, attività economiche in mano alle famiglie imprenditoriali. Quanto le imprese familiari incidono sul PIL non è facile calcolarlo. Tuttavia, se le 500 aziende più grandi in Italia incidono per il 60% del PIL del Paese, e il 68,5% di queste sono familiari, la consistenza del family business sarebbe non inferiore ai 650 miliardi di euro all’anno, pari a quasi il 40% del prodotto interno lordo dell’Italia”.

Quali sono le agevolazioni messe a disposizione dallo Stato per queste imprese?
“Il paradosso è che non ci sono agevolazioni, nonostante le imprese familiari siano il modello aziendale prevalente nel Paese. Ci sono strumenti legislativi a tutela dell’integrità del patrimonio familiare, come i patti di famiglia, i consigli di famiglia, i family office oppure i trust, ma non ci sono agevolazioni o incentivi specifici sul piano lavoristico, tributario oppure delle modalità di accesso al credito bancario. In questi tempi di Covid-19, il Governo ha stanziato risorse per le imprese in generale o ne ha ritagliato una fetta specifica per quelle familiari? Ecco, come vede, non c’è ancora chiara consapevolezza dell’importanza del fenomeno del family business”.

Secondo Lei, quali interventi politici funzionali dovrebbero essere previsti da un governo che volesse supportare la categoria?
“Il tema deve uscire dalle università e dal mondo associativo imprenditoriale, dove è studiato e analizzato con zelo e attenzione, per entrare nelle commissioni parlamentari, nei tavoli governativi, nelle politiche di programmazione economica del Paese perché non è possibile che se ne parli senza cognizione di causa. Si sa che il famoso “made in Italy” è forte in tutto al mondo grazie all’apporto delle imprese familiari che operano in quei settori nei quali il brand Italia è riconosciuto ovunque? Si pensi, per un attimo, al settore della moda. E allora, gli incentivi bisogna darli alle famiglie imprenditoriali, non soltanto alle imprese che sono uno strumento economico a disposizione degli imprenditori. E poi bisogna puntare a strumenti per la ricapitalizzazione delle imprese familiari, perchè sono ancora fragili sul piano patrimoniale”.

Consiglierebbe questa opzione a un giovane che intendesse avviare un progetto imprenditoriale? Chi ha fatto questa scelta si rivela solitamente soddisfatto nel lungo o medio termine?
“Gli consiglierei di metter su famiglia presto e di coinvolgere subito i propri figli nella gestione dell’impresa quando saranno in età lavorativa! Scherzi a parte, c’è un fenomeno alla riversa che merita attenzione, cioè il family business start up, ovvero le nuove imprese giovanili e innovative originate, per gemmazione, dalle imprese familiari esistenti. È un ulteriore aspetto della imprenditorialità familiare molto interessante perchè significa che la vis imprenditoriale di famiglia si manifesta anche in business diversi da quello originario”.

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