Roma, 12 dic. (askanews) – L’avanzamento della raccolta di olive nell’UE sta sostenendo una fase ribassista dei prezzi dell’olio extravergine di oliva. E, secondo gli analisti di Areté, i cali più marcati riguardano l’olio extravergine italiano di produzione nazionale, in flessione del 22% dalla fine di ottobre rispetto ai livelli prossimi ai massimi storici che resistevano stabili fin da maggio scorso.
Sulle quotazioni pesa anche la prospettiva di un aumento produttivo del 21% in Italia nella campagna 2025/26, già attesa nei mesi scorsi e ora confermata dalle prime proiezioni della Commissione europea.
Le prime settimane di raccolta segnalano invece rese inferiori alle attese in Portogallo e Grecia, con produzioni della campagna in corso ora previste in calo rispettivamente del 15% e del 12%. In Spagna, il previsto calo produttivo del 3% trova parziale conferma nei dati di ottobre-novembre (-4% su base annua). Grazie a maggiori scorte di riporto, tuttavia, gli stock a fine novembre risultano superiori del 17% rispetto a un anno fa: in questo contesto, i prezzi dell’olio EVO a Jaén sono scesi del 9% rispetto a fine ottobre, pur restando sopra i livelli della scorsa estate.

