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In crescita viaggi “al femminile”

In crescita viaggi “al femminile”
turismo

Dal fascino storico di grandi viaggiatrici fino alle nuove tendenze del turismo rosa

Non sono affatto una novità, ma è interessante rilevare la crescita non indifferente che si registra nel settore viaggi riservati alle donne. Un recente articolo apparso sul National Geographic (Uk) analizza quanto emerso dal rapporto The Woman Traveler del 2024 di Skift Research, ossia che dalla scelta delle destinazioni alla prenotazione del viaggio, sono loro – le donne – a prendere l’82% di tutte le decisioni di viaggio. Viaggiano anche più frequentemente degli uomini e sono il 64% dei viaggiatori a livello globale.

Ciò spiega la crescente attenzione del settore a questo target. E le mete non sono solo all’ombra in una tranquilla spiaggia dorata. Il gioco si fa impegnativo. Si pensi alle prime viaggiatrici, che all’inizio dell’800 giungevano in Medio Oriente. Questo grazie alle disponibilità economiche, ma anche ai migliori collegamenti, alla presenza di insediamenti coloniali europei e a una mutata immagine della donna.

Un esempio fu il viaggio dall’Europa a Kabul di Annemarie Schwarzenbach e Ella Maillart, quest’ultima scrittrice e esperta viaggiatrice, come la Schwarzenbach che fu anche giornalista e fotografa. Motivo del viaggio? La ricerca dell’altrove del mondo, mentre in Europa si agitavano anni deliranti. Durante il percorso avrebbero appreso dello scoppio della Seconda guerra mondiale.

Il viaggio verso l’Afghanistan di due donne sole, che già oggi animerebbe non poche perplessità, si poteva definire a buon diritto un’impresa nel 1939, quando a bordo di una Ford Roadstar, motore V8 a 18 cavalli partirono caricando macchina da scrivere, cineprese e attrezzature fotografiche per realizzare articoli e resoconti, secondo gli accordi stipulati con editori e giornali per far fronte alle spese.

Non stupisca se il 13 maggio scorso, nella Biblioteca svizzera a Berna, si è svolta la cerimonia per celebrare l’iscrizione dei fondi delle due antesignane del diario di viaggio nel registro Memoria del mondo dell’Unesco, confermando entrambe tra le figure più importanti della storia culturale svizzera del Novecento.