In Italia cresce forza lavoro dei cittadini non comunitari - QdS

In Italia cresce forza lavoro dei cittadini non comunitari

In Italia cresce forza lavoro dei cittadini non comunitari

martedì 19 Maggio 2020

Ministero Lavoro e Anpal: il tasso di occupazione supera il 60%

ROMA – Al primo gennaio 2019 i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia sono 3.717.406 (+2.472 unità rispetto all’anno precedente), provenienti principalmente da Marocco, Albania, Cina e Ucraina, che coprono il 38% delle presenze. L’incidenza dei minori è pari al 21,7%. È quanto emerge dai nuovi Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro, con la collaborazione di Anpal Servizi.

I permessi rilasciati per motivi di lavoro rappresentano il 6% dei nuovi titoli. Cresce ancora la quota di titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo sul totale dei regolarmente soggiornanti (62,3%). Sono 103.478 i cittadini di origine non comunitaria diventati italiani nel corso del 2018, provenienti principalmente da Albania (21.841), Marocco (15.496), Brasile (10.660) e India (5.425).

Il 7,4% della forza lavoro è di cittadinanza non comunitaria. Nel 2018 il tasso di occupazione della popolazione proveniente da Paesi terzi in Italia è pari al 60,1%, a fronte del 58,2% registrato tra gli italiani. Relativamente alla partecipazione al mondo del lavoro della componente femminile della popolazione si registrano differenze macroscopiche tra le comunità: a fronte di un tasso di disoccupazione medio femminile per i cittadini non comunitari pari al 17,1%, l’indicatore tocca il valore più basso nelle comunità filippina e cinese (rispettivamente 3,1% e 4,7%), mentre risulta elevatissimo per le donne tunisine (51,4%) e senegalesi (40,2%).

Il 79% delle imprese a conduzione straniera è guidato da cittadini non comunitari. Crescono in particolare le imprese individuali guidate da cittadini non comunitari in Italia che a fine 2018 sono 379.160, un numero in crescita dell’1,4% rispetto all’anno precedente. Le comunità più rappresentate tra gli imprenditori individuali extra Ue sono la marocchina (17,7%), la cinese (14%), l’albanese (8,5%) e la bangladese (8,2%).

Complessivamente, fra il 2017 e il 2018 le rimesse dall’Italia verso il resto del mondo sono cresciute del 14%, raggiungendo i 5,8 miliardi di euro. Nei primi cinque paesi di destinazione delle rimesse in uscita dall’Italia ci sono quattro paesi asiatici: il Bangladesh, primo paese di destinazione (12,1%), le Filippine, al terzo posto, con il 7,6% dei volumi, il Pakistan (6,1%) e l’India (5,6%).

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