La Banca d’Italia: la metà proviene da lavoro dipendente. Cresce il numero di chi vive in famiglia senza lavoro. Nel 2017 la ricchezza familiare ammontava a 449 miliardi di euro
PALERMO – Nel 2017 il reddito disponibile per ogni famiglia consumatrice in Sicilia è stato pari a 13.266 euro, in leggera crescita rispetto all’anno precedente (+1,2%). Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto “Economie regionali – L’economia della Sicilia” della Banca d’Italia, oltre la metà del reddito disponibile è costituita dai redditi da lavoro dipendente (53,1%), componente pressoché invariata rispetto all’anno precedente (+0,2%).
Un quarto proviene dai redditi da lavoro autonomo (25,4%), voce che insieme alle prestazioni sociali è aumentata in misura maggiore rispetto all’anno precedente (rispettivamente +1,2% e +1,4%). In base ad elaborazioni preliminari condotte sui dati Prometeia, nel 2018 il reddito disponibile delle famiglie sarebbe aumentato dello 0,9% rispetto al 2017.
Rispetto al 2009, è aumentata l’incidenza di individui che vivono in famiglia senza redditi da lavoro in ogni classe di età: il peggioramento è più marcato tra i 15 e i 40 anni (dal 17,5% al 25,7% del 2018, contro una media nazionale del 10,6% per lo scorso anno) e tra i 41 e i 55 anni (dal 12,1% al 19,8%) e relativamente più contenuto tra i 56 e i 64 anni (dal 20,9% al 25,6%, rispetto alla media nazionale del 13,1%). Aggravamenti più sostenuti anche tra gli stranieri (dal 9,6% del 2009 al 22,3% del 2018) e tra chi possiede la licenza media (dal 20,7% al 30,9%, rispetto al 16% italiano), mentre appare più sottodimensionato tra i laureati, nonostante il raddoppiamento (da 3,6% a 6,2%, contro la media nazionale del 3,4%).
La ricchezza delle famiglie siciliane ammonta a 449 miliardi di euro, ammontare derivato dalla somma di attività reali e finanziarie meno le passività finanziarie. Le attività reali costituiscono larga parte del totale (328,8 miliardi di euro, circa due terzi della ricchezza lorda) e sono composte in misura maggiore di abitazioni (270 miliardi di euro) e in misura minore di fabbricati non residenziali, terreni, impianti e macchinari (59 miliardi di euro).
Il valore corrente delle attività reali ha un’incidenza superiore di quasi 7 punti percentuali rispetto alla media nazionale. Il valore delle abitazioni, che rappresentano poco più dei quattro quinti delle attività reali, si è ridotto complessivamente di circa il 2% dal 2008. L’aumento registrato fino al 2011 è stato seguito da una flessione consistente negli anni successivi in connessione con la dinamica negativa dei prezzi di acquisto delle case.
Le attività finanziarie ammontano complessivamente a 172,3 miliardi di euro, mentre le passività finanziarie raggiungono un valore pari a 52 miliardi di euro. Il valore corrente delle attività finanziarie è cresciuto nel decennio analizzato del 13%. In termini procapite la dinamica è stata meno intensa di quella dell’Italia. Al termine del 2017 circa due quinti del portafoglio finanziario delle famiglie siciliane era costituito da attività liquide (circolante e depositi bancari e postali), un valore sostanzialmente analogo a quello del 2008.
Come nel resto del Paese, è sensibilmente cresciuto il peso del risparmio gestito (34%). La quota dei titoli obbligazionari si è invece ridotta di 10 punti percentuali (a circa il 4%), il calo delle azioni e partecipazioni è stato più contenuto (a circa il 16%). Tra il 2008 e il 2017 il valore corrente della ricchezza netta siciliana è leggermente cresciuto (2%, contro il 3,2% dell’Italia): l’aumento di valore delle attività finanziarie ha controbilanciato la caduta di quello delle attività reali.