In Sicilia il servizio idrico non è “scontato” - QdS

In Sicilia il servizio idrico non è “scontato”

Michele Giuliano

In Sicilia il servizio idrico non è “scontato”

sabato 25 Marzo 2023

Istat: ad Agrigento e Trapani la sospensione o riduzione dell’acqua nel 2021 si è verificata in quasi tutti i giorni dell’anno. L’Isola è la terza regione italiana per le “reti colabrodo”

A guardare una carta geografica non verrebbe mai da dire che la Sicilia potrebbe essere una delle regioni che più di tutte soffre la “sete”. Un territorio circondato dal mare, uno dei più preziosi beni in natura. Eppure è una terra che maledettamente annaspa, costretta giornalmente (specie in estate) a dover ricorrere a turnazioni idriche. Razionamenti che si rendono necessari non tanto per la siccità, effetto naturale considerando la sua vicinanza all’Equatore.

In realtà il nemico numero uno per i siciliani restano le infrastrutture. Condotte vecchie di 50 anni in molti casi, un vero colabrodo. È una fotografia sostanzialmente drammatica quella che viene fuori dall’ultimo report dell’Istat delle “statistiche dell’acqua”. La Sicilia è la terza regione italiana per maggior consistenza di perdite idriche: parliamo del 52,5% che di disperde nel terreno e non raggiunge mai le abitazioni. In pratica più di un litro ogni due erogati. Peggio riescono a fare solo Basilicata (62,1%) e Abruzzo (59,8%). Di contro, tutte le regioni del Nord hanno un livello di perdite nettamente inferiore: in Valle d’Aosta si registra il valore minimo (23,9%), seppur in aumento di circa due punti percentuali rispetto al 2018. In circa una regione su quattro le perdite sono inferiori al 35%.

Nel 2021 misure di razionamento sono state di conseguenza adottate in quasi tutti i capoluoghi della Sicilia, tranne a Messina e Siracusa. Nel dettaglio, le misure restrittive in tutta Italia hanno interessato circa 485 mila residenti nei capoluoghi della regione, e la Sicilia batte ogni primato arrivando a imporre le restrizioni al 16,7% della popolazione. Le situazioni più critiche si sono verificate ad Agrigento e Trapani, con la sospensione o riduzione dell’acqua in quasi tutti i giorni dell’anno, con turni diversi di erogazione estesi a quasi tutti i residenti.

A Enna si è fatto ricorso, solo in alcune zone della città, alla riduzione dell’acqua rispettivamente per 365 giorni interessando circa la metà dei residenti. A Caltanissetta il 62,4% è stato sottoposto a razionamenti per ben 61 giorni. A Catania la distribuzione dell’acqua è stata sospesa a circa 17.400 persone per 14 giorni nell’arco dell’anno, interessando il 5,8% dei residenti (0,3% nel 2020). A Ragusa, invece, è stata ridotta per 60 giorni e sospesa per 15, per fascia oraria a circa 10 mila persone (13,8% dei residenti). A Palermo si sono verificate turnazioni in alcuni distretti dove la rete idrica è particolarmente vetusta per 183 giorni, interessando l’8,8% dei residenti.

Certamente non aiuta nemmeno l’assetto dei gestori delle reti idriche. Ed anche qui la Sicilia si distingue in negativo. Nel corso del 2020 i gestori dei servizi idrici per uso civile erano in tutta Italia 2.391: 1.997 gestori in economia (83,5%), ovvero enti locali, e 394 gestori specializzati (16,5%). Proseguendo la progressiva diminuzione in atto sin dal 1994, anno della riforma che ha avviato il servizio idrico integrato (i gestori erano 7.826 nel 1999), rispetto al 2018 il numero dei gestori si riduce di 161 unità. “Persiste – segnalata l’Istat – una spiccata parcellizzazione gestionale, per l’incompleta attuazione della riforma, soprattutto in Calabria, Campania, Molise, Sicilia, Valle d’Aosta e nelle province autonome di Bolzano e Trento”.

In Sicilia poi non si sfruttano nemmeno tanto le acque marine o salmastre a fini idropotabili, eppure potrebbe essere una grande mano d’aiuto. Solo per fare un raffronto, il distretto idrografico del Fiume Po, con 241 litri per abitante al giorno, si contraddistingue per il maggior volume di acqua erogata pro capite, mentre il distretto della Sicilia (181) per il più basso. L’erogazione giornaliera pro capite è massima nella provincia di Aosta (438 litri per abitante al giorno), seguita dalla provincia autonoma di Trento (343) e la città metropolitana di Milano (311). Di contro, è minima nella provincia di Enna (116 litri per abitante al giorno), con valori inferiori ai 130 litri anche nelle province di Caltanissetta (125), Agrigento (127) e Arezzo (128).

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