PALERMO – In Sicilia metà della popolazione possiede un titolo di studio inferiore al diploma. Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile), recentemente diffuso dall’Istituto nazionale di statistica, nel 2018 in Sicilia solo il 51,4% della popolazione tra i 25 e i 64 anni possedeva almeno il diploma.
Solo in Puglia la percentuale di persone con almeno il diploma appare più contenuta (50,2%). Non dimentichiamo che proprio nella nostra regione si registra uno dei più elevati tassi di dispersione scolastica (20,9%, con punte del 27,1% a Caltanissetta).
Ci distanziamo di oltre 17 punti percentuali dal Trentino Alto Adige e dal Lazio (rispettivamente 69,9% e 69,7%) e ci collochiamo anche al di sotto della media meridionale (53,3%). In province come Caltanissetta (44,1%), Ragusa (48%) e Trapani (48,5%) il divario si amplifica ulteriormente. Siracusa è la provincia con il tasso di persone con almeno il diploma più elevato per la Sicilia (59,3%), molto vicino alla media nazionale (61,7%).
Naturalmente l’incidenza percentuale assume valori ancora più contenuti quando si prendono in considerazione i dati relativi ai laureati. In questo caso, la nostra regione detiene il primato negativo indiscusso: infatti, meno di una persona su cinque tra i 25 e i 39 anni ha una laurea (18,8%, nel 2004 con il 10,9%, era laureata solo una persona su dieci), dodici punti percentuali in meno rispetto alla Lombardia (32%) e l’Emilia Romagna (31,5%) ed anche in questo caso più giù rispetto alla media meridionale (21%).
Insieme a Crotone (12%) e Vibo Valentia (13,2%), Ragusa (14,9% si trova sul podio delle province con l’incidenza di laureati più bassa in Italia, seppur in miglioramento rispetto all’8,4% del 2004. Incidenze altrettanto basse si osservano a Caltanissetta (15,8%) e Messina (17,5%). A Siracusa (21,2%) ed Agrigento (21,3%) l’incidenza è superiore alla media regionale. Mentre a Bologna (43,8%), Trieste (42,3%) e Milano (40,5%) si osserva l’incidenza di laureati più alta in Italia.
Anche quando si guarda la distribuzione provinciale del tasso di passaggio all’università, l’Italia appare divisa in due: la quasi totalità del Centro-Nord insieme ad Abruzzo e Molise su livelli più elevati, la gran parte del Sud, Isole comprese, su valori decisamente inferiori. Isernia si conferma prima in Italia, con 65 diplomati su 100 che si iscrivono all’Università nello stesso anno del diploma. Una distanza incolmabile ci separa da questi valori: infatti, in Sicilia sono solo 44,5 su 100 i diplomati che decidono di iscriversi all’università, peggio solo in Campania (43,1).
Valori inferiori alla media regionale si osservano a Palermo (43,9%), Catania (42,2%) e Siracusa (38,5%), provincia che chiude la classifica nazionale. Molise e Abruzzo sono le due regioni con l’incidenza maggiormente elevata in Italia (rispettivamente 57,1% e 56,6%).
La nostra regione si distingue in negativo anche in riferimento ai Neet, ovvero i giovani che non lavorano e non studiano. Infatti, in Sicilia rappresentano ben il 38,9% dei giovani tra i 15 e i 29 anni, oltre uno su tre. Si tratta del valore più elevato in Italia, in netto peggioramento negli ultimi anni: basti pensare che nel 2004 rappresentavano il 33,3%, ad ogni modo valore pur sempre elevato. A Caltanissetta e Catania si arriva a toccare rispettivamente il 48,2% e 40,6%. Diametralmente opposta è la collocazione di Pordenone (9,7%), Bolzano (11,2%) e Belluno (11,5%).