PALERMO – Nel 2018 le 21.886 istituzioni non profit presenti sul territorio siciliano hanno dato lavoro a 41.726 persone. Secondo i dati contenuti all’interno del report “Struttura e profili del settore non profit”, recentemente diffuso dall’Istituto nazionale di statistica, nell’Isola si concentra il settimo valore maggiormente elevato sia di istituzioni che di occupati. Inoltre, nella nostra regione è anche possibile osservare un incremento più sostenuto rispetto al dato medio nazionale del numero di istituzioni sull’anno precedente (rispettivamente +2,8% e +2,1%).
D’altra parte, però, tutto ciò viene “bilanciato” da una vistosa riduzione del numero di occupati (-2%), contrapposto al notevole incremento mediamente osservato in Italia (+3,9%). In particolare, la nostra è una delle quattro regioni ad aver ridotto nell’ultimo anno il numero di occupati: nel dettaglio, le altre tre aree ad aver fatto rilevare decrementi sono state Umbria (-0,2%), Valle d’Aosta (-3,5%) e Basilicata (-12%). Al contrario, in tutte le altre regioni si sono verificati incrementi, con punte massime pari al +11,8% nella provincia autonoma di Bolzano.
Inoltre, sebbene in termini numerici ci piazziamo relativamente bene, occorre precisare che nella nostra regione il numero di dipendenti in relazione agli abitanti è tra i più contenuti a livello nazionale e decisamente inferiore alla media italiana: infatti, in Sicilia è possibile contare 88 dipendenti al servizio delle istituzioni non profit ogni diecimila abitanti (contro una media nazionale pari a 139,7). Incidenza inferiore rispetto alla nostra si rileva solo in altre regioni meridionali: in particolare, si tratta di Campania (55,8) e Calabria (58,4). La Sardegna è l’unica regione del Mezzogiorno che si avvicina alla media italiana (133,8). Le punte massime, invece, si osservano nella Provincia autonoma di Trento (243,7), seguita a grande distanza dalla Lombardia (189) e dal Lazio (187,5).
Il settore della cultura, sport e ricreazione raccoglie quasi due terzi delle unità di istituzioni (64,5%), seguito da quelli dell’assistenza sociale e protezione civile (9,2%), delle relazioni sindacali e rappresentanza interessi (6,5%), della religione (4,8%) e dell’istruzione e ricerca (4%). Rispetto al 2017, le istituzioni che presentano un incremento percentuale maggiore sono quelle attive nei settori delle relazioni sindacali e rappresentanza interessi e dell’istruzione e ricerca (+3,7%) e della cooperazione e solidarietà internazionale (+3,5%); al contrario, risultano leggermente in calo i settori dello sviluppo economico e coesione sociale (-1,9%) e dell’ambiente (-1,3%).
Il ricorso al personale dipendente è maggiore in alcuni settori d’attività: infatti, se nel complesso l’85% delle istituzioni non profit opera senza dipendenti, nei settori dell’istruzione e ricerca e dello sviluppo economico e coesione sociale le percentuali si attestano rispettivamente al 41,6% e al 26,8%. In questi settori più di un’istituzione su cinque impiega almeno dieci lavoratori. Diversamente, nei settori della cultura, sport e ricreazione, della filantropia e promozione del volontariato e dell’ambiente oltre il 90% delle istituzioni opera senza impiegare personale dipendente per lo svolgimento delle proprie attività. Nel confronto con il 2017, i dipendenti crescono in misura relativamente maggiore nei settori della cultura, sport e ricreazione (+16,1%) e della religione (+12,0%) mentre mostrano una lieve flessione in quelli delle altre attività (-1,2%) e dell’ambiente (-0,3%).