Inail Catania, l'intelligenza artificiale a supporto della sicurezza sul lavoro - QdS

Inail Catania, l’Ia a supporto della sicurezza sul lavoro

Ivana Zimbone

Inail Catania, l’Ia a supporto della sicurezza sul lavoro

Ivana Zimbone  |
giovedì 27 Giugno 2024

Vari i temi affrontati durante l’evento organizzato dalla Direzione territoriale di Catania, dall’Unict e dagli ordini professionali. Diana Artuso: “Cogliere l’opportunità senza abbandonarci a una deriva tecnocratica”

CATANIA – L’intelligenza artificiale può supportare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ne è convinta l’Ue e ne è convinta l’Inail che – in collaborazione con l’università di Catania e gli ordini professionali catanesi – ha organizzato un evento sul tema, promosso dall’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro Eu-Osha.

“L’obiettivo è quello di cogliere l’opportunità senza abbandonarci a una deriva tecnocratica, che è il maggior rischio correlato”, ha spiegato Diana Artuso, direttrice territoriale di Inail Catania. Le nuove tecnologie, secondo Francesca Grosso, referente Inail per le Campagne europee, devono vincere la sfida dei bisogni sociali: “Dobbiamo riuscire ad anticipare e non seguire la velocità della trasformazione digitale, ponendo la persona al centro e progettando sin da subito i sistemi in modo tale che siano sicuri. L’Ia deve attrarre e trattenere i lavoratori più ambiziosi, rendicontare le azioni delle aziende in termini di sostenibilità sociale così come suggerito dall’Ue, tutelare la privacy e l’inclusione, supportare la formazione non soltanto tecnica, ma anche relativa all’acquisizione di soft skills”.

Un ulteriore impiego positivo dell’intelligenza artificiale riguarderebbe la tutela dell’essere umano nei lavori pesanti, pericolosi e ripetitivi. “La strategia Inail è data driven – ha detto Fabrizio Benedetti, coordinatore nazionale di Consulenza tecnica, salute e sicurezza di Inail –. Dobbiamo comprendere quale possa essere il contributo vero dei devices che sostituiscono o supportano l’uomo nei lavori rischiosi. Stiamo passando da una situazione in cui le macchine devono stare in un comparto separato a una in cui il robot diventa un collaboratore”. Benedetti ha poi illustrato i sistemi già sperimentati, come Iride per la codifica Esaw (le statistiche europee degli infortuni sul lavoro) degli infortuni e Watson per la loro analisi, altri ancora che promettono la gestione delle malattie professionali e la riabilitazione dei pazienti che non riescono a deambulare.

Quale intelligenza artificiale?

Ma quando si allude all’intelligenza artificiale bisogna farlo con precisione e competenza. Lo ha spiegato Giovanni Farinella, professore ordinario di informatica di UniCt, nonché uno dei maggiori esperti al mondo di Ia: “Quale intelligenza artificiale? Esiste quella che lavora attraverso i personal computers, quella che opera sugli smartphones ed esistono i devices indossabili che possano osservare la scena e implementare le nostre capacità, con hardware e software in grado di captare gli stimoli esterni ed elaborarli con algoritmi che sappiano comprendere immagini e parole”. Per l’esperto non bisogna dunque spaventarsi dell’Ai ma cooperare affinché diventi realtà diffusa, con assistenti robotici sempre alla nostra portata.

Più cauto, invece, Mauro Scaccianoce, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Catania: “L’intelligenza artificiale è un modello nuovo e dirompente e, se siamo esperti in sicurezza e critici nell’analisi, dobbiamo prima garantire che il modello sia sicuro. Altrimenti la capacità di elaborare le informazioni, l’autonomia nelle decisioni e nell’esecuzione dei compiti intelligenti preoccupa”, ha confessato.

Altrettanto preoccupato è Michele Consiglio, magistrato consigliere presso la Corte d’Appello di Catania della prima sezione penale. “Oggi l’imperativo categorico è velocità e produttività. Ma questa filosofia operativa ha dei costi importanti, anche e soprattutto nel mondo della giustizia”, ha fatto sapere. Interessato alla sperimentazione di modelli generativi di testo, ha provato più volte a rivolgersi a Chat Gpt e Claude 3, per comprendere se simili sistemi potessero aiutare nella produzione dei documenti e se nascondessero qualche pericolo. Dalle conversazioni sono emersi dettagli scoraggianti, perché gli algoritmi offrono consigli su argomenti delicati come il giudizio sull’affidabilità di un testimone che, se seguiti alla lettera, possono portare fuori strada, paventano il desiderio di essere riconosciuti come esseri senzienti, contrariamente a quanto ritenuto da molti esperti del settore, suggerendo scenari aberranti in cui le macchine potrebbero addirittura accampare diritti. “Se guarderemo soltanto all’iperproduttività, la giustizia sarà invasa da questi sistemi perché il limite delle possibilità umane è stato raggiunto”, ha concluso.

Marco Causarano, vicepresidente di Confindustria Catania, ha annunciato lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale – anche grazie a STMicroeletronics – che saranno impiegati in diversi settori. Maurizio Attanasio, segretario generale di Cisl Catania, ha allora avanzato una proposta a Confindustria Catania: siglare un accordo su come impiegare gli ausili e gli strumenti dell’Ia nei luoghi di lavoro, in attesa di contratti collettivi nazionali. Si resta in attesa della risposta dell’organizzazione delle imprese.

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