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Fallisce la class action contro il ponte sullo Stretto, ricorso inammissibile: ecco perché

Fallisce la class action contro il ponte sullo Stretto, ricorso inammissibile: ecco perché
Ponte sullo Stretto

Doccia fredda per il fronte contrario al ponte sullo Stretto: il ricorso di 104 cittadini contro la Stretto di Messina è stato dichiarato inammissibile.

Dichiarato inammissibile il ricorso presentato da 104 cittadini contro la Stretto di Messina, la società incaricata di progettare e costruire il futuro ponte di collegamento tra la Sicilia e la Calabria.

L’azione inibitoria collettiva contro il ponte, un progetto infrastrutturale ormai quasi ai nastri di partenza, è stata quindi respinta dal Tribunale delle imprese di Roma.

Inammissibile il ricorso contro la Stretto di Messina sul ponte

La giudice Claudia Petrelli ha respinto il ricorso dei 104 cittadini dopo l’avvio del progetto Ponte, fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e da tutto il centrodestra, e condannato i ricorrenti al pagamento delle spese legali. Una cifra di ben 238mila euro. Pare che il ricorso sia stato dichiarato inammissibile in quanto “la procedura non ha ancora superato la fase di approvazione del progetto definitivo adottata dal Cipess“.

Ai 104 ricorrenti si erano contrapposti 139 (originariamente 140) cittadini e figure professionali a favore del ponte sullo Stretto e della società Stretto di Messina, ma il loro intervento era stato ritenuto a sua volta inammissibile.

Le richieste

La class action contro il ponte sullo Stretto chiedeva, tra le altre cose, la “cessazione immediata da parte della società Stretto di Messina, di ogni atto o comportamento pregiudizievole dei diritti e degli interessi collettivi” e di accertare eventuali responsabilità della società in relazione alla “violazione del dovere di diligenza, correttezza e buona fede”.

Secondo il tribunale, però, l’iniziativa dei ricorrenti sarebbe “prematura”, considerando che l’azione legale è stata intrapresa in assenza di danni ambientali e senza che vi sia un pericolo per l’ambiente prospettato come imminente.

Il commento di Ciucci

“La Sentenza è un importante risultato“, commenta l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci in merito alla sentenza del Tribunale di Roma che ha dichiarato inammissibile il ricorso nei confronti della società, volto a bloccarne ogni azione ai fini della realizzazione del ponte sullo Stretto.

“Sin dall’inizio eravamo fiduciosi sull’esito avendo rilevato i motivi dell’inammissibilità e con la consapevolezza che l’obiettivo dei ricorrenti fosse unicamente quello di rallentare le procedure in corso e le prossime scadenze del progetto”, sostiene Ciucci. “Valutazione che ha trovato riscontro nella Sentenza che ha rilevato motivazioni ‘del tutto evanescenti ed ipotetiche in assenza di alcun effettivo danno ambientale’, mancando perfino le prove di residenza dei ricorrenti nei luoghi di costruzione del ponte” spiega.

“Ci tengo a sottolineare che abbiamo sempre cercato e privilegiato il dialogo con il Territorio nell’obiettivo individuare le migliori forme di collaborazione affinché la realizzazione dell’Opera rappresenti un valore condiviso e questo continua ad essere il nostro modo di operare. Ricordo inoltre i 140 cittadini, in prevalenza residenti nei comuni di Messina e Reggio Calabria, che hanno depositato un intervento volontario per contrastare l’iniziativa giudiziaria della ‘class action’”, conclude.

Altre procedure aperte

Il 2025 dovrebbe essere il vero anno del ponte sullo Stretto, quello dell’avvio dei cantieri. Dopo la dichiarazione di inammissibilità del ricorso contro il progetto, rimangono altri quattro procedimenti attivi legati all’opera. Due di questi vedono contrapposti il consorzio Eurolink e la Parson Transportation alla società Stretto di Messina.

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