Incapacità di governo

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Daniele D'Alessandro

Incapacità di governo

Giovanni Pizzo  |
giovedì 16 Marzo 2023

Il commento di Giovanni Pizzo sull'attuale situazione dell'esecutivo in Italia

La Schlein ha dato degli incapaci agli attuali governanti. È ovviamente un classico degli scambi parlamentari, non un pulpito che può essere considerata da predica Con i 5stelle eravamo al governo degli incompetenti. Qui è ormai un problema di sistema, non più di destra o sinistra, di nuovi o di vecchi politici. C’è una diffusa, percepita, da cui l’astensione, incapacità di governare i processi che hanno subito due importanti cambiamenti dall’inizio di questo millennio. Aumento della complessità delle variabili e accelerazione esponenziale dei fenomeni. Tutto è più complesso, e richiede una capacità di analisi decisamente superiore rispetto all’attuale classe dirigente. Tutto è più veloce, e richiede scelte da war room, e non da pranzi in famiglia o bicchierate al circolo con gli amici.

In America, pur sbagliando, ma lì è forse più dolo che calcolo, hanno i think tank, noi abbiamo amministratori pubblici che scelgono i loro item su Google, come il caso di Anastasio, che confessa che la frase di Mussolini, per cui è stato defenestrato, pensava fosse di Mandela. In questo caso dubitiamo che Google sia così ignorante.
La verità è che i problemi sono infinitamente più grandi di coloro che dovrebbero risolverli. Perché all’aumento della complessità fa contraltare la diminuizione di cultura nel parlamento e nella classe politica.

I parlamentari del dopoguerra avevano lauree pesanti, era gente che scriveva testi universitari, avvocati e medici importanti, scrittori di livello, uomini di cultura, e quando si volevano rappresentare i braccianti si sceglieva un gigante come Di Vittorio, non Soumahoro. In politica c’era De Gasperi, Croce, Einaudi, La Pira, Spadolini, Togliatti, Scelba, Amendola, Andreotti, Moro, Guttuso, Sciascia. Oggi chi abbiamo?
Il parlamento italiano odierno, e la classe politica, ha pedissequamente rappresentato il livello culturale italico, che è quello a minor numero di laureati in Europa. Ma nel dopoguerra erano tutti laureati? No, assolutamente, il paese aveva un alto tasso di analfabetismo, soprattutto al Sud ma non solo. Solo che la classe dirigente era fatta per guidare il Paese. E quindi doveva aver un livello di studi e consapevolezza superiori. Oggi non è più così. Perché probabilmente non sono più le istituzioni politiche che guidano. Ma la guida è altrove.
Così è se vi pare.

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