Incendi, anche l’Etna brucia “Evidenti azioni criminali” - QdS

Incendi, anche l’Etna brucia “Evidenti azioni criminali”

Melania Tanteri

Incendi, anche l’Etna brucia “Evidenti azioni criminali”

mercoledì 04 Agosto 2021


Carlo Caputo, presidente del Parco dell’Etna, audito all’Ars, conferma la presenza di chiari indizi sulla possibile origine dolosa dei roghi: “Cause naturali da escludere”

CATANIA – Incendi devastanti. Azioni per lo più criminose che, ogni anno, colpiscono il cuore verde dell’Isola e che non risparmiano nemmeno il patrimonio dell’Umanità per l’Unesco. Come ogni anno, l’Etna brucia: boschi e radure vanno in fumo, causando danni ambientali non indifferenti.

Un fenomeno sul quale, da tempo, sono concentrate le Istituzioni. Tra cui la Commissione regionale antimafia, presieduta dal deputato Claudio Fava che, infatti, lo scorso 21 luglio, ha audito il presidente del Parco dell’Etna, Carlo Caputo proprio sul tema “Inchiesta in materia di incendi dolosi nella Regione Siciliana”. Caputo, nel corso dell’intervento, ha indicato nella criminalità l’origine probabile dei roghi sull’Etna. “All’interno del Parco dell’Etna difficilmente possono svilupparsi incendi per cause naturali: aridità, alte temperature, bassa umidità sono ingredienti basilari per un incendio, caratteristiche queste che non ritroviamo sull’Etna” – ha detto Caputo.

“L’osservazione – ha aggiunto Caputo – ci porta ad affermare che, spesso, l’accensione dei roghi avviene da più punti e quindi, spesso, non si tratta dell’azione di un singolo piromane”. Anche i luoghi colpiti dalle fiamme sarebbero indizi di azione criminale. “Osservando i luoghi dove si verificano gli incendi – ha continuato il presidente del Parco – possiamo notare che ogni sono quasi sempre gli stessi e di frequente si tratta di punti attraversati da bestiame”.

Incendi e devastazione contenuti dall’azione dei canadair messi a disposizione dalla Regione siciliana, ma per i quali sono le istituzioni a doversi muovere. Come si augura lo stesso Caputo. “Conto che problemi di tale portata vengano affrontati con modalità unitarie, non separando la prevenzione dalla lotta, il monitoraggio dalla repressione, ancora una volta, anche per gli incendi, ribadisco – ha sottolineato – che l’Etna necessità di unica governance”.

Intanto a muoversi è l’Ars: i deputati Giuseppe Zitelli e Giusy Savarino hanno presentato un disegno di legge proprio sulla questione del incendi. “Il disegno di legge – si legge – rappresenta il completamento di un percorso di riflessione, condiviso con diversi stakeholder, finalizzato a individuare i correttivi da portare la legge regionale 16 del 1996”. Che prevede l’impossibilità di realizzare alcunché in terreni percorsi da incendi, proprio per evitare l’azione criminale”.

“Il disegno di legge – continua il documento – ambisce a restituire alla disponibilità della filiera agricola quelle aree agro-pastorali, con particolare riferimento alle aree alto collinari e montane, in condizioni di elevata pendenza di terreno fortemente terrazzati che da anni sono stati colpiti da incendi e che oggi potrebbero essere riqualificati grazie a una rinnovata destinazione d’uso, nei limiti di quanto previsto dalla normativa nazionale ed alle prerogative di autonomia concesso dalla Regione”.

Melania Tanteri

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