L'incendio a Stromboli durante le riprese di "Sempre al tuo fianco"

L’incendio a Stromboli durante le riprese di “Sempre al tuo fianco”. Musolino (Iv): “Tanti danni, poco share”

L’incendio a Stromboli durante le riprese di “Sempre al tuo fianco”. Musolino (Iv): “Tanti danni, poco share”

Simone Olivelli  |
lunedì 13 Gennaio 2025

A porre l'accento sugli ascolti registrati dalla serie è stata la senatrice di Italia Viva Dafne Musolino, con una interrogazione rivolta ai ministri della Cultura e della Protezione civile, Alessandro Giuli e Nello Musumeci.

Che fosse un peccato pressoché imperdonabile perdere ettari di macchia mediterranea, per un maldestro errore nella gestione di un rogo che sarebbe dovuto rimanere sotto controllo e avere soltanto una funzione scenografica, è stato chiaro fin da subito. Adesso, però, a riportare all’attenzione generale l’incendio scoppiato sull’isola di Stromboli due primavere fa, mentre erano in corso le riprese della fiction dedicata paradossalmente alla Protezione civile, è anche il risultato del prodotto televisivo prodotto dalla Rai.

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A porre l’accento sugli ascolti registrati dalla serie “Sempre al tuo fianco” è stata la senatrice di Italia Viva Dafne Musolino, con una interrogazione rivolta ai ministri della Cultura e della Protezione civile, Alessandro Giuli e Nello Musumeci.

Le polemiche sul rogo

Le dodici puntate di “Sempre al tuo fianco” sono andate in onda dalla metà di settembre a fine ottobre. Protagonista, nei panni di una vulcanologa in servizio alla Protezione civile, è stata Ambra Angiolini. La serie, ideata con l’intento di dare lustro a un ramo della pubblica amministrazione spesso coinvolto nella gestione delle emergenze ma che a differenza delle forze dell’ordine non era mai stato oggetto di sceneggiature, è diventata famosa oltre due anni prima di finire sugli schermi televisivi.

Il motivo sta in ciò che è accaduto il 25 maggio del 2022, quando un rogo, partito dalla zona denominata San Vincenzo, causò ingenti danni tagliando l’intera isola delle Eolie e arrivando fino a raggiungere la località Scari. “Ha devastato ettari di macchia mediterranea, animali, alberi e piante”, ricorda Musolino, eletta a Palazzo Madama con la lista Sud chiama Nord ma poi passata poche settimane dopo al partito di Matteo Renzi, in seguito alla rottura dei potenziali accordi in vista delle Europee che sembrava potessero essere chiusi da Cateno De Luca e l’ex presidente del Consiglio dei ministri.

Nella propria interrogazione, depositata mercoledì scorso, Musolini sottolinea come il rogo a Stromboli richieste “un’intera giornata per essere domato” e l’impiego sull’isola di vigili del fuoco, canadair, volontari e Protezione civile, quella vera. Nelle stesse ore in cui le fiamme trasformavano in cenere la vegetazione di Stromboli, a divampare furono anche le polemiche. “l’allora sindaco di Lipari Marco Giorgianni rese noto che in quella giornata era in vigore un’ordinanza che vietava l’accensione di fuochi, e che non era stata concessa alcuna autorizzazione per operazioni a 400 metri di quota”, si legge nel testo.

La senatrice di Italia Viva cita anche le prime dichiarazioni rilasciate dalla società che, per conto della Rai, si stava occupando della produzione – “dichiarò, subito dopo l’incidente, che l’incendio era stato causato da eventi imprevedibili” – ma soprattutto torna sull’inchiesta giudiziaria aperta dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto.

Il procedimento si è chiuso con la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini per il 63enne Matteo Levi e il 40enne Luca Palmentieri, entrambi legati alla società 11 Marzo Film, il 68enne Roberto Ricci e il 63enne Elio Terribili. I primi due in autunno si sono visti rigettare la richiesta di patteggiamento con il giudice che ha ritenuto non congrua la pena concordata tra i legali e la procura barcellonese.

Tanti danni, poco share

Ma se sul fronte giudiziario ad accertare le responsabilità penali sarà il tribunale, Musolino chiede che il governo Meloni si esprima sulla vicenda, in un momento in cui la serie si è conclusa. E questo nonostante i numerosi appelli partiti dalla Sicilia affinché non venisse trasmessa, tra cui quello dello stesso presidente della Regione Renato Schifani che definì la fiction “una produzione che non ha assolutamente la valenza di promozione turistica e che appare controproducente e inopportuna”.

“Il senso della produzione non è chiaro neanche sul piano economico, posto che le forti contestazioni della popolazione e lo scarso ritorno in termini di share (appena dell’11,5 per cento rispetto all’ultima puntata) sembrerebbero caratterizzarla in decisa perdita”, afferma Musolino. Che per questo, rivolgendosi a Musumeci e Giuli, con quest’ultimo attualmente delegato a rispondere, chiede “quali valutazioni siano state effettuate in merito ai potenziali rischi ambientali legati alla realizzazione della produzione” ma anche “quali misure siano state intraprese per accertare le responsabilità relative all’incendio e per garantire che le produzioni cinematografiche future rispettino pienamente le normative ambientali e di sicurezza”. Infine dalla senatrice arriva una stoccata redditività economica dell’operazione televisiva. “Quali sono stati gli introiti derivanti dalla produzione, in particolare quelli della raccolta pubblicitaria, nonché i costi sostenuti dalla stessa?”, è il quesito posto da Musolino.

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