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Inchiesta contributi Ue sui terreni di Sigonella, prosciolti tutti gli imputati: “Nessun illecito”

Inchiesta contributi Ue sui terreni di Sigonella, prosciolti tutti gli imputati: “Nessun illecito”
La base area di Sigonella

I profitti contestati ammontavano a centinaia di migliaia di euro percepiti tra il 2020 e il 2023. Il tribunale di Catania ha stabilito però che nulla di illecito è stato commesso

Nulla che non fosse consentito dal contratto stipulato con l’Aeronautica militare. Si è conclusa con una sentenza di non luogo a procedere l’inchiesta della procura europea sulla presunta truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche che ruotava attorno allo sfruttamento dei terreni di pertinenza della comando di Sigonella. A pronunciare la sentenza è stata la giudice per l’udienza preliminare Aurora Valenti. Alla sbarra c’erano i fratelli Antonio e Salvatore Terranova, Giuseppe Gullo, Samantha Rapisarda e Giovanni Vecchio.
L’indagine aveva acceso i riflettori sulle presunte complicità all’interno dei centri di assistenza agricola (Caa) – uffici che offrono servizi alle aziende agricole – per produrre la documentazione necessaria, secondo la procura, a raggirare l’Agenzia per l’erogazioni nell’agricoltura (Agea). Tra i capi d’accusa c’era anche quella di avere ottenuto gasolio agricolo, sfruttando senza averne diritto le agevolazioni fiscali.

I profitti contestati dai magistrati ammontavano a centinaia di migliaia di euro. Somme percepite tra il 2020 e il 2023. Il tribunale di Catania ha stabilito però che nulla di illecito è stato commesso.

La sentenza

La vicenda giudiziaria nasce dall’utilizzo dei terreni da parte della ditta di Terranova, in seguito alla firma di contratto di servizi seguito a una gara d’appalto che metteva all’asta il servizio di sfalcio dei terreni demaniali a disposizione dell’Aeronautica militare di Sigonella. In particolare quelli relativi alle aree di sedime aeroportuale e del deposito munizioni. Sulla scia di quella concessione, Terranova aveva formulata domanda per ottenere il sostegno agricolo e prodotti energetici ad aliquota agevolata. Il bando prevedeva il canone di un canone annuo di 9.400 euro all’Agenzia del Demanio, e poi disponeva l’assegnazione dei terreni sulla scorta di una valutazione basata sul criterio dell’offerta più vantaggiosa. Terranova aveva ottenuto la meglio sull’altro partecipante offrendo poco più di 41mila euro all’Aeronautica.

Nella sentenza si legge che la procura europea ha sbagliato a individuare l’oggetto dell’affidamento. “Occorre sgombrare subito il campo da un errore riportato nel capo d’imputazione – ha scritto nelle motivazioni la gup – L’offerta corrispondeva al prezzo che il partecipante era disposto a pagare per l’aggiudicazione della concessione e il canone era il corrispettivo annuo che l’aggiudicatario avrebbe dovuto pagare per tali aeree e non, come invece descritto nel capo d’imputazione, il corrispettivo e il canone per l’uso di non meglio precisati locali ivi esistenti strumentali al servizio, poi concessi in uso dall’Agenzia del Demanio”.

Richiamando quanto previsto nell’atto di concessione d’uso degli spazi funzionali all’espletamento del servizio di sfalcio dell’erba, la giudice ha rilevato che “contrariamente a quanto sostenuto dalla pubblica accusa, a Terranova Antonio concesso l’uso di tutte le particelle catastali per le quali avrebbe fatto poi domanda dei contributi al reddito agricolo, tali essendo gli spazi funzionali all’espletamento del servizio di sfalcio erba, trattandosi ovviamente di un uso promiscuo con quello principale dell’Aeronautica Militare”.

La sentenza danese

Nella sentenza si ricorda come sia la stessa Agea a prevedere che la richiesta dei contributi relativi al sostegno agricolo può avvenire anche sui terreni demaniali ottenuti in concessione. A conferma del fatto che l’attività di sfalcio rientri tra quelle che legittimano la richiesta di contributi, la gup ha citato anche un pronunciamento della Corte di giustizia europea del 2015, riguardante una vicenda simile accaduta in Danimarca.

“Un procedimento tra un soggetto che aveva usufruito dei contributi per il sostegno al reddito agricolo e il locale ente erogatore – si legge nella ricostruzione – relativo a terreni in area aeroportuale che l’agricoltore, al fine di svolgere il servizio di sfalcio dell’erba, aveva in uso promiscuo con l’ente gestore dell’aeroporto per le operazioni di volo e di addestramento militare. La Corte aveva chiarito che, affinché le superfici potessero essere considerate ammissibili per ottenere i benefici, era necessario che le stesse facessero parte dell’azienda agricola del richiedente, ossia che l’agricoltore, pur nell’uso promiscuo, mantenesse una sufficiente autonomia nell’organizzare la sua attività agricola, precisando che tale autonomia non potesse dirsi esclusa dall’imposizione dei vincoli necessari per garantire la sicurezza del traffico aereo”.

Il contesto, per la giudice Valenti, è simile a quanto accaduto a Sigonella. Specialmente per ciò che concerne l’autonomia dell’attività di sfalcio. “Non risulta che gli interventi da parte di Terranova fossero previsti dal contratto solo su richiesta dell’amministrazione militare, lasciando invece il contratto all’aggiudicatario le scelte gestionali, purché nel rispetto delle condizioni tecniche particolareggiate di cui al capitolato; né è stato accertato se le attività aeroportuali avessero in concreto limitato in modo significativo la possibilità di svolgere l’attività agricola in questione”. Tanto basta, si legge nella sentenza, per stabilire che “non siano integrati gli artifici e raggiri descritti nel capo d’imputazione”.