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Inchiesta di Palermo, la Procura impugna la decisione del gip su Cuffaro e altri

Inchiesta di Palermo, la Procura impugna la decisione del gip su Cuffaro e altri

Il gip aveva deciso i domiciliari per Cuffaro, Roberto Colletti, ex manager dell’azienda ospedaliera Villa Sofia, e per il direttore del Trauma Center di Villa Sofia Antonio Iacono

La Procura di Palermo ha impugnato la decisione del gip su alcune delle posizioni nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti pilotati nella Sanità che vedono indagati, tra gli altri, l’ex Presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro. Per la procura guidata da Maurizio de Lucia, l’ex governatore Totò Cuffaro, già condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, deve restare agli arresti domiciliari ma uno dei reati contestati va cambiato.

La vicenda sugli appalti pilotati nella sanità siciliana

Nella vicenda dell’appalto all’Asp di Siracusa, per i pm, non si tratterebbe di traffico di influenze, ma di corruzione. La Procura ha presentato appello al tribunale del Riesame per le posizioni di Cuffaro e di altri indagati. Mentre non ha impugnato la decisione sul deputato Saverio Romano, per il quale il gip aveva deciso di non accogliere la richiesta di arresti domiciliari.

Il gip aveva deciso i domiciliari per Cuffaro, Roberto Colletti, ex manager dell’azienda ospedaliera Villa Sofia, e per il direttore del Trauma Center di Villa Sofia Antonio Iacono. Disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per l’ex braccio destro di Cuffaro Vito Raso. Per Mauro Marchese e Marco Dammone l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e la misura cautelare interdittiva di esercitare attività imprenditoriali. Per gli altri il gip aveva rigettato la richiesta della procura.

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