Incidente Palermo-Agrigento, cordoglio dell'arcivescovo Lorefice

La tragedia della Palermo-Agrigento, Monsignor Lorefice alle famiglie delle vittime: “Sentiamo il vostro dolore”

La tragedia della Palermo-Agrigento, Monsignor Lorefice alle famiglie delle vittime: “Sentiamo il vostro dolore”

Redazione  |
mercoledì 18 Dicembre 2024

L'arcivescovo di Palermo scrive alle famiglie delle vittime e alla città di Villafrati, distrutta dal dolore.

Anche Monsignor Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, ha espresso il proprio cordoglio dopo il tragico incidente avvenuto sulla strada Palermo-Agrigento, all’altezza di Bolognetta, lo scorso sabato e costato la vita a tre giovani di Villafrati (PA): Ruben Saccio di 25 anni, Samuele Cusimano di 21 (morti sul colpo) e Domenico Vitale, 27 anni (deceduto un giorno dopo in ospedale).

Restano in gravi condizioni dopo l’impatto all’altezza dello svincolo per Bolognetta altri due ragazzi rimasti feriti in seguito allo scontro tra un’auto e un mezzo pesante.

Tragico incidente sulla Palermo-Agrigento, cordoglio dell’arcivescovo Lorefice

Questo il messaggio dell’arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, alla famiglia delle tre vittime: Ruben, Samuele e Domenico. Per loro, il sindaco di Villafrati Franco Agnello ha proclamato diversi giorni di lutto cittadino, fino al giorno delle esequie di tutte le vittime, e disposto la sospensione di tutti gli eventi pubblici legati al Natale in segno di cordoglio.

“Carissime Famiglie di Domenico Vitale, Ruben Saccio e Samuele Cusimano e degli altri giovani coinvolti nel tragico incidente di Bolognetta, care Comunità di Villafrati e del circondario colpite da questo profondo dolore, impedito a raggiungervi a causa di un infortunio, non posso non farvi arrivare il mio affetto e la mia vicinanza attraverso il Vicario Episcopale don Filippo Custode”, esordisce monsignor Lorefice.

“Abbiamo visto le vostre lacrime scendere impetuose e sentito il vostro grido. Hanno trafitto i nostri cuori e scosso la nostra coscienza. ‘Sento’ anch’io nella mia carne la morte di questi nostri giovani figli e desidero ‘con-patire’, portare insieme a voi, questo dolore che vi ha drammaticamente travolti.
Gesù, Figlio di Dio venuto nel mondo, Tu che in tutto sei stato solidale con noi umani, fino ad assumere la nostra carne e a morire per noi liberamente e per amore sulla Croce, volgi le tue viscere di compassione su questi tuoi figli che hanno trovato la morte sulle nostre impervie e ancora tormentate strade, e sui loro familiari e amici. Dona consolazione e fortezza, rinsalda la fede e la speranza perché seppur tribolati non rimaniamo schiacciati; sconvolti, non precipitiamo nella disperazione (cfr 2Cor 4,8). Facci avvicinare ad ogni dolore per stendere le mani e toccarlo, assumerlo, fino a sentirlo nella nostra carne”.

E ancora, Monsignor Lorefice scrive in una nota sul sito della Diocesi di Palermo: “Gesù, continua a narrarci che la tua incarnazione, la tua morte e la tua risurrezione sono la vicinanza di Dio che fa suo il travaglio e il dolore del mondo, il desiderio di vita e di gioia senza fine che portiamo impresso nel nostro spirito umano. Rendici capaci di cogliere nella ricerca di divertimento spensierato dei nostri giovani l’inquietudine della ricerca del senso profondo della vita, come anche la nostra responsabilità di testimoniare loro – non solo con le parole – quanto il giovane S. Agostino scrive dei suoi trascorsi giovanili nelle Confessioni: ‘Ci hai fatti per Te, o Dio, e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te. […] Ed ecco che tu eri dentro e io fuori, e lì ti cercavo’”.

“Fa’ che in noi adulti ed educatori le nuove generazioni possano scorgere che la gioia viene dalla certezza di essere amati da Dio e dall’amore donato e ricevuto con gratuità, dal vivere in pienezza le cose semplici e ordinarie della vita; che la felicità sgorga dal di dentro e non dal possesso delle cose esteriori. O tu che sei pienezza di ogni ricerca umana, ‘Vieni presto, Salvatore […], stella attesa del mattino sorgi e scendi a noi dall’alto. Guarda a tutto il nostro errare e al tormento di chi soffre, salva l’uomo che ti invoca, crea la pace sulla terra. Il tuo volto nella storia trasfiguri il nostro pianto nel dolore del creato che sospira redenzione. Ogni lingua già proclama nella Fonte d’ogni amore che tu sei Signore eterno per la gloria di Dio Padre’ (Comunità Monastica di Bose, Inno per il tempo di Avvento). Ascolta e vieni, non indugiare, perché possiamo ereditare la terra finalmente liberata dalle grandi acque del male, della sofferenza e della morte”, conclude.

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