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Incidenti stradali in Sicilia, ancora troppe vittime: nel 2024 sei morti su 100mila abitanti

Incidenti stradali in Sicilia, ancora troppe vittime: nel 2024 sei morti su 100mila abitanti
Vittime incidenti stradali – report incidenti – codice della strada e sicurezza stradale – Immagine di repertorio di Imagoeconomica

In totale, il numero delle vittime è di 240, una in meno rispetto all’anno precedente. Eppure, secondo l’Istituto, i dati ancora parziali sarebbero tutto sommato contenuti

In Sicilia ci sono ancora troppi morti negli incidenti stradali nell’Isola. Come racconta l’ultimo rapporto Istat relativo agli incidenti stradali in Italia, in Sicilia sono sei i morti registrati ogni centomila abitanti nel solo 2024. In totale, il numero delle vittime è di 240, una in meno rispetto all’anno precedente. Eppure, secondo l’Istituto, i dati ancora parziali sarebbero tutto sommato contenuti.

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I dati Istat

“Nel 2024 il numero di morti per 100mila abitanti risulta più elevato della media nazionale (5,1) in ben 13 regioni, da 7,2 dell’Umbria, a 5,2 della Calabria. Viceversa, il tasso di mortalità è più basso della media nazionale in Lombardia, Piemonte, Liguria, Molise, Campania, Marche, Sicilia (valori dei tassi da 3,8 a 5,0), in Toscana il tasso di mortalità coincide con quello nazionale (5,1)”, scrive Istat.

In realtà, nelle tabelle complementari e nelle infografiche presentate da Esri, l’azienda di riferimento in Italia nelle soluzioni geospaziali, nella geolocalizzazione e nei Sistemi Informativi Geografici, i dati della Sicilia si attestano al 6,0. Per porre un argine, la Regione ha nel frattempo stanziato oltre 32 milioni di euro per il rifacimento di alcune arterie. Ma ci sono province che sono comunque rimaste escluse.

A crescere in maniera preoccupante sono in generale gli incidenti in tutto il Paese, con l’Italia tra le nazioni dell’Unione Europea in cui si verificano più sinistri. Ma facciamo un passo indietro e entriamo nel merito dell’analisi generale.

Mobilità tornata ai livelli pre-Covid

Nel 2024 l’Italia ha consolidato il ritorno a una mobilità simile a quella pre-pandemica. Spostamenti per lavoro, studio e turismo hanno mantenuto i volumi registrati nel 2023, segnando la fine della fase di recupero post-Covid. Ogni giorno feriale si contano 96,5 milioni di spostamenti, ma rispetto al 2019 si viaggia meno: -6% nei volumi complessivi e -11,7% nei chilometri percorsi.

Lo smart working e i cambiamenti negli stili di vita hanno inciso sulle distanze, mentre l’auto resta il mezzo dominante (63,1% degli spostamenti), seguita a distanza da trasporto pubblico (8%) e micromobilità (4%).

Più incidenti, più feriti, vittime invariate

I dati ufficiali indicano 173.364 incidenti con lesioni a persone, +4,1% sul 2023. I feriti salgono a 233.853 (+4,1%), mentre i morti calano di appena lo 0,3%, fermandosi a 3.030. Il tasso di mortalità stradale scende leggermente da 51,5 a 51,4 vittime ogni milione di abitanti, restando però superiore alla media UE (45). Rispetto al 2019, si registra una diminuzione delle vittime (-4,5%) e dei feriti (-3,1%), ma un lieve incremento degli incidenti (+0,7%).

Il quadro per categoria di utente è eterogeneo. Crescono le vittime tra motociclisti (+13,1%, 830 decessi), autocarri (+30,4%, 146 vittime) e monopattini elettrici (23 morti più un pedone, 3.751 feriti). Diminuiscono invece tra automobilisti (-6%), ciclomotoristi (-10,3%), pedoni (-3,1%) e ciclisti, tradizionali ed elettrici (-12,7%).

La distribuzione per tipologia di strada mostra un incremento di incidenti e feriti su tutte le reti, ma con picchi sulle autostrade: +6,9% incidenti, +7% feriti e +7,1% vittime. Sulle strade urbane le vittime calano del 2,1%, mentre sulle extraurbane restano stabili (+0,1%). Il confronto con il 2019 conferma la tendenza: autostrade +4% incidenti, extraurbane +2,7%.

A livello europeo, nel 2024 si sono registrate 20.017 vittime, -2,2% rispetto al 2023 e -12,1% rispetto al 2019. L’Italia, con 51 morti per milione di abitanti, occupa ancora il 19° posto in Europa, a dimostrazione di quanto poche sicure siano le arterie che collegano il nord e il sud del Paese.

La situazione della Sicilia: provincia per provincia

Come detto, i dati della Sicilia sono ancora parziali. Secondo l’ultimo rapporto Istat del novembre scorso, nel 2023 si sono registrati 10.830 incidenti con 241 morti e 15.855 feriti. Catania guida la triste classifica con 3.081 sinistri, 62 vittime e 4.504 feriti, seguita da Palermo (2.688 incidenti, 53 morti).

Messina conta 1.366 incidenti e 30 decessi; Trapani 859 e 28; Siracusa 876 e 21. A Ragusa 674 sinistri con 16 morti, Caltanissetta 551 con 13, Agrigento 550 con 10 (in forte calo, -10 rispetto al 2022). Enna, pur con numeri assoluti ridotti, registra 185 incidenti e 8 vittime. I tassi di mortalità più alti si rilevano a Trapani (6,8 per 100mila abitanti) e Catania (5,8). In aumento i decessi in sei province su nove, con punte nelle aree urbane e lungo arterie extraurbane critiche come la SS115 e la SS113.

Numeri che, come si evince però dal report diffuso dall’ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), sono in crescita anche nel 2024, anno in cui sulle strade siciliane hanno perso la vita 37 pedoni. A livello nazionale, i decessi sono stati 475, con un incremento di 35 casi rispetto all’anno precedente.

In base a questi dati, l’ASAPS colloca la Sicilia al sesto posto per numero di vittime pedonali. La graduatoria vede in testa la Lombardia (79 morti), seguita da Lazio (59), Campania (53), Emilia-Romagna (41) e Toscana (38). L’analisi riguarda esclusivamente i decessi avvenuti entro 30 giorni dall’incidente. In Italia, tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2024, il 66% delle vittime pedonali era composto da uomini (313 casi) e il 34% da donne (162). Più della metà, 253 persone, aveva superato i 65 anni.

In Sicilia, i dati confermano la prevalenza di vittime di sesso maschile: 27 uomini (73%) e 10 donne. L’età media è alta: 30 delle 37 persone decedute avevano oltre 65 anni, pari all’81% del totale. Palermo la provincia più colpita seguita da Messina.

La Regione investe oltre 30 milioni di euro per un piano strade

Per porre un argine al numero dei sinistri, la Regione ha varato nelle scorse settimane un pacchetto di investimenti da oltre 32 milioni di euro. Ma non tutte le province ne hanno beneficiato, con Messina incredibilmente rimasta a secco di fondi nonostante le statistiche che la segnalano come una delle città più complesse della Sicilia per numero di incidenti e morti sulle strade.

Lo stanziamento, pari a 32,2 milioni di euro, riguarda 15 opere inserite nel piano dei Fondi di Sviluppo e Coesione 2021–2027 e punta a velocizzare l’apertura dei cantieri attraverso una gestione diretta della Regione in collaborazione con gli enti locali.

Le somme sono così distribuite: Città metropolitana di Palermo, 2,5 milioni; Città metropolitana di Catania, 600 mila euro; Agrigento, 4,6 milioni; Caltanissetta, 6,4 milioni per quattro interventi; Enna, 3,7 milioni; Ragusa, 5 milioni per tre interventi; Siracusa, 1,6 milioni; Trapani, 7,6 milioni per tre interventi.

Il governo regionale ha inoltre autorizzato un ulteriore stanziamento di 60 milioni per interventi immediatamente cantierabili approvati nel 2025. Obiettivo: avviare i lavori entro fine anno e concluderli nel 2026, riducendo al minimo i tempi burocratici. La cabina di regia regionale fungerà da centro di responsabilità, offrendo supporto tecnico e amministrativo ai Liberi consorzi e alle Città metropolitane, spesso penalizzati da carenze di organico e difficoltà organizzative.

Cause e sanzioni

Distrazione, mancato rispetto della precedenza e velocità eccessiva restano le prime cause di incidente, responsabili del 37,8% dei casi. La velocità è anche la violazione più sanzionata dopo la sosta vietata (34% delle multe). In calo le infrazioni per mancato uso di cinture e seggiolini, in aumento quelle per mancato uso del casco. Crescono le sanzioni per guida sotto effetto di stupefacenti, in lieve calo quelle per guida in stato di ebbrezza.

Secondo Istat e ACI, il costo sociale degli incidenti con lesioni nel 2024 supera i 18 miliardi di euro, pari a quasi l’1% del Pil. Aggiungendo i sinistri con soli danni materiali (4,4 miliardi), il totale arriva a 22,6 miliardi.

Mercato dell’auto e mobilità condivisa

Il mercato automobilistico segna un +0,7% rispetto al 2023, con oltre 83 miliardi di veicoli/km percorsi sulle autostrade (+2,2%). La sharing mobility mostra una contrazione dell’offerta, in particolare nei monopattini elettrici, passati da 100 servizi nel 2022 a 53 nel 2024.

Nonostante ciò, i livelli di utilizzo restano stabili. Il 2024 vede invece un calo nelle vendite di biciclette tradizionali (-0,9%) e un lieve aumento per le e-bike (+0,3%), che rappresentano ormai il 20% del mercato, il doppio rispetto al 2019.