Meno incidenti e meno vittime, almeno nell’analisi generale su scala nazionale. Questa la stima preliminare pubblicata dall’Istat e riguardante i dati disponibili per i primi sei mesi del 2025. Tra gennaio e giugno si contano 82.344 incidenti con lesioni a persone, un calo dell’1,3% rispetto allo stesso arco temporale del 2024.
Scende anche il numero dei feriti accertati, 111.090 (-1,2% sul 2024) e soprattutto diminuisce il numero delle vittime entro il trentesimo giorno, 1.310: un decremento di addirittura il 6,8%. Statistiche messe a disposizione dall’Istituto negli scorsi giorni, in concomitanza con la Giornata del ricordo delle vittime della strada, dedicata alla sicurezza stradale. Ma come se la cava la Sicilia?
Incidenti e vittime, in Sicilia i dati sono preoccupanti
Stante sempre gli ultimi rilevamenti disponibili, non troppo bene. Nel 2024 sono infatti stati registrati 11.391 sinistri, in crescita del 5% rispetto al 2023. Ma a preoccupare sono soprattutto i feriti, aumentati di oltre il 4%. E proprio lo scorso 16 novembre sono state ben tre le vittime tra le province di Agrigento, Catania e Messina.
Il rapporto preliminare non contiene tabelle regionali, ma i dati consolidati dall’Istat evidenziano nel caso regionale un aumento del numero degli incidenti, dei feriti ma soprattutto delle vittime. Il 2024 si era infatti chiuso con 11.391 sinistri rilevati, il 5% in più rispetto al 2023. Un dato che costa all’Isola il sesto posto nella graduatoria nazionale. Anche il numero di feriti è aumentato in dodici mesi, passando dai 15.855 del 2023 ai 16.567 del 2024: una crescita del 4,3% in un anno. Si mantengono stabili i morti, che passano da 241 del 2023 a 240 del 2024.
Palermo e Catania figurano tra i Comuni con maggiore frequenza di sinistri, e questo è confermato dal fatto che entrambe le città sono incluse nel gruppo delle nove unità “auto-rappresentative” utilizzate dall’Istat per le stime nazionali, proprio per l’elevato numero di incidenti e vittime rilevati nei loro territori.
Le strade e i problemi all’origine degli incidenti
Il peso delle strade urbane, la presenza di un numero relativamente esiguo di assi viari congestionati rispetto al Nord, un parco veicolare mediamente più vecchio e un uso elevato di motocicli incidono strutturalmente sulla sinistrosità regionale. Nel contesto dei miglioramenti nazionali, la Sicilia rischia quindi di beneficiare solo in parte della tendenza positiva, soprattutto se non riuscirà a intervenire sulle aree critiche: sicurezza nelle grandi città, manutenzione delle infrastrutture provinciali e regionali, controllo della velocità e prevenzione mirata nelle tratte extraurbane ad alta mortalità.
La lettura del rapporto Istat restituisce un’Italia che cambia, che riduce le morti sulla strada e che sembra orientarsi verso una mobilità più prudente e sostenibile. La Sicilia, però, resta un territorio fragile e complesso, dove la sicurezza stradale si intreccia con criticità strutturali: infrastrutture carenti, controlli non uniformi, viabilità urbana spesso congestionata, una cultura della guida che fatica a evolversi.
Traffico, mobilità e nuovi mezzi: un Paese che si muove in modo diverso
In media, ogni giorno si sono contati 455 incidenti, 614 feriti e oltre 7 vittime, pari a quasi 19 incidenti/ora e quasi 26 feriti/ora, 1 vittima ogni tre ore e mezza. A riportare i dati sugli incidenti è l’Asaps, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale. Guardando agli ultimi due decenni, “le vittime di incidenti stradali si sono ridotte del 60,1% rispetto al primo semestre 2001”. Un dato comunque non ancora sufficiente in confronto al 2019, anno base scelto dalla Commissione Europea per la strategia “Road Safety Policy Framework 2021-2030”.
Rispetto a quel semestre, nel Paese gli incidenti calano dell’1,5%, i feriti del 5% e i decessi addirittura del 14,6%, segnale che il Paese sta compiendo progressi verso l’obiettivo del dimezzamento delle vittime entro il 2030. Il quadro rimane però complesso. Le vittime diminuiscono su strade urbane (-8,4%) ed extraurbane (-7,1%), mentre aumentano sulle autostrade (+4,4%), un dato che spezza la linea positiva dell’anno precedente e apre interrogativi sulle dinamiche legate alla velocità, ai molteplici cantieri aperti in Sicilia e ai flussi di traffico sulle grandi arterie viarie del Paese.
Il rapporto individua nella trasformazione della mobilità una delle possibili chiavi interpretative dei trend. Il mercato dell’auto registra nel semestre un’ulteriore contrazione: -4,3% le iscrizioni di autovetture nuove come dei motocicli rispetto al 2024; nel confronto con il 2019, il crollo per le auto nuove raggiunge il 20,1%, mentre i motocicli crescono del 41,1%.
Parallelamente, cambiano le abitudini urbane. Il bike sharing aumenta del 36% nei primi quattro mesi del 2025, superando i 5 milioni di noleggi, mentre il monopattino elettrico vive un ridimensionamento strutturale: gli operatori passano da 99 nel 2022 a 62 nel 2025. Nonostante ciò, le percorrenze in monopattino crescono del 34%, segno che la domanda non scompare ma si concentra su player più solidi.
Il traffico sulla rete extraurbana principale resta stabile, mentre quello autostradale cresce leggermente dello 0,3%, trainato dai veicoli leggeri (+0,4%). Flussi meno pesanti e una mobilità che tende verso mezzi alternativi possono avere inciso – almeno in parte – sul calo della sinistrosità complessiva.
La geografia del rischio: dove ci sono più vittime per incidenti stradali e perché
Nel 2025 oltre il 73% degli incidenti avviene su strade urbane, mentre quasi la metà delle vittime si registra su arterie extraurbane (49,1%). Sulle autostrade, pur rappresentando solo il 5,4% degli incidenti, si concentra l’8,3% dei decessi, confermando come dinamiche ad alta velocità producano effetti più letali.
L’andamento mensile delle vittime mostra oscillazioni marcate: la riduzione riguarda quasi tutti i mesi del semestre rispetto al 2024, ma a giugno si registra un +10,4% di morti. Un’anomalia che l’Istat non interpreta direttamente, ma che potrebbe essere legata a un mix di fattori: aumento del traffico turistico, condizioni meteo instabili, maggiore presenza di motociclisti e mezzi leggeri sulle tratte balneari.
La lettura storica conferma una tendenza di fondo: dal 2001 al 2025 i decessi in incidente stradale nel semestre gennaio-giugno sono diminuiti del 60,1%, ma la curva degli ultimi anni si è appiattita, rendendo evidente la necessità di interventi più incisivi per raggiungere il target europeo del 2030.
Durante l’Angelus, Papa Leone XIV ha ricordato “tutti coloro che sono morti in incidenti stradali causati troppo spesso da comportamenti irresponsabili. Ognuno faccia su questo un esame di coscienza”, per accendere ancora una volta la luce dei riflettori sull’importanza del rispetto degli altri mentre ci si trova alla guida.
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