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Stm, confronto in Confindustria tra vertici dell’azienda e sindacati

Stm, confronto in Confindustria tra vertici dell’azienda e sindacati

Smentito il taglio del 6% della forza lavoro, ma restano diverse incognite

Il futuro di circa 2.500 lavoratori della StMicroelectronics è stato al centro di un confronto tra i vertici aziendali e i sindacati che si è svolto ieri presso la sede di Confindustria Catania. Come hanno fatto sapere le parti sociali alla fine dell’incontro, cui ha preso parte tra gli altri l’amministratore delegato di St Italia, Lucio Colombo, è stato smentito il taglio del 6% della forza lavoro. “Ma non è stato illustrato in modo chiaro il piano industriale che, nei prossimi cinque anni, dovrebbe mettere in condizione l’azienda di raggiungere gli obiettivi economici che il ceo Jean-Marc Chery dichiara ai mercati”, ha detto a margine del tavolo Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil.

La direzione

La Direzione di StM, dal canto suo, ha ricordato il lancio di un programma globale, annunciato lo scorso 30 gennaio, che ha l’obiettivo di “preservare il modello del produttore integrato di dispositivi a semiconduttore basato su innovazione e produzione in Europa e di restare competitivi sui mercati globali”. L’ad Colombo, si legge in una nota, “ha presentato le fondamenta e le logiche del programma della Società ST, focalizzandosi sull’obiettivo di adattare le capacità specialistiche di ST alle necessità future e di ottimizzare i costi operativi”. L’amministratore delegato, inoltre, ha assicurato ai rappresentanti sindacali “l’impegno di ST a lavorare su questo programma in modo responsabile, rispettoso e collaborativo”, ribadendo l’impegno a proseguire il dialogo con le parti sociali nelle sedi opportune.

Gli annunci

Già la scorsa settimana era stata annunciata la cassa integrazione di due settimane per 2.500 lavoratori, una notizia che è arrivata come un fulmine a ciel sereno dopo anni in cui si parlava di investimenti per potenziare il sito catanese. E ora sale la paura tra i lavoratori. “Le preoccupazioni – commenta Luigi Arancio, dipendente dello stabilimento – riguardano tutto il gruppo perché il piano industriale tanto decantato non è stato ancora presentato e le risposte alle nostre domande non sono arrivate. Tutto è stato rinviato a un tavolo istituzionale che speriamo venga presto convocato”.

Un incontro, dunque, che è stato a tutti gli effetti interlocutorio. “L’unica smentita giunta dall’azienda è il 6% dei tagli occupazionali in Europa – ribadisce Salvo Pappalardo, componente della segreteria della Uilm di Catania – ma ciò non lascia sereni né i rappresentanti dei lavoratori né i lavoratori dei siti italiani. Per quanto riguarda il sito catanese vengono confermate le settimane di cassa integrazione, ma sulla ristrutturazione globale la discussione è stata rimandata. Quindi attendiamo una convocazione al Ministero per poter avere maggiori ragguagli sul piano industriale”.

Le parole dei sindacati

Il segretario dell’Ugl Metalmeccanici di Catania, Angelo Mazzeo, ha posto la sua attenzione sulle mancate risposte, sui numeri e sulle tempistiche. “Oggi l’incontro è stato abbastanza interlocutorio – ha detto Mazzeo -. Non abbiamo ricevuto informazioni più dettagliate rispetto a quello che era stato detto. Speravamo di avere maggiori informazioni sulla cassa integrazione, ma se ne parlerà nei primi giorni di marzo. Ci preme capire se le unità coinvolte potranno essere rimodulate perché 18 giorni a zero ore rappresentano un aggravio per i lavoratori non indifferente. Non abbiamo avuto risposte e ci auguriamo che sarà l’unica cassa integrazione da fare, anche con misure minori rispetto a quelle dichiarate”.

Sui licenziamenti “noi pensavamo che ci potesse essere un 6% di riduzione del personale a livello globale con pensionamenti e pre pensionamenti – ha concluso Mazzeo – . I tagli netti l’azienda li ha smentiti, ma adesso dobbiamo entrare nel dettaglio per le altre cose e ci vuole un incontro al Ministero. Lo stabilimento di Agrate sembra avere un livello di saturazione maggiore rispetto a quello di Catania, sul quale però non può ricadere tutta la cassa integrazione”.

Le parole di Rosy Scollo

Un fiume in piena invece Rosy Scollo, segretaria della Fiom Cgil di Catania, che punta il dito verso il governo nazionale: “L’azienda è disponibile ad avviare un incontro al Ministero, che noi chiediamo già da mesi e che se non c’è è per volontà del nostro Governo. Se il tavolo non arriva siamo pronti a mobilitarci anche a Roma. Dobbiamo fare chiarezza perché la St è strategica per il paese e ha un valore sociale enorme per il nostro territorio”.

Infine il segretario regionale della Fim Cisl e di quella di Catania, Pietro Nicastro, ha posto la sua attenzione sulle smentite dell’azienda: “La smentita sul taglio del 6% della forza lavoro non ci rassicura sul futuro, almeno in queste ore, perché comunque dobbiamo vedere il piano industriale. Lo hanno annunciato da diverso tempo senza però mai discuterlo con noi. La preoccupazione resterà finché non avremo garanzie per gli occupati”.