Incubo amianto nelle scuole siciliane: seicento vittime all’anno non smuovono le bonifiche - QdS

Incubo amianto nelle scuole siciliane: seicento vittime all’anno non smuovono le bonifiche

Rosario Battiato

Incubo amianto nelle scuole siciliane: seicento vittime all’anno non smuovono le bonifiche

venerdì 07 Giugno 2019

A parte le scuole, secondo i dati forniti al Qds dall'Ona, nella nostra Isola il maggior numero di segnalazioni (7.608, il 65%), riguarda edifici residenziali, seguono quelli agricoli (1770, il 15%) e industriali (402). Ritardi nel censimento di un materiale che è fuorilegge in Italia dall'inizio degli anni Novanta. In Sicilia meno di un Comune su quattro ha un Piano

PALERMO – Almeno 330 scuole siciliane vivono nell’incubo amianto. Un dato sottostimato, in quanto la mappatura isolana è ancora lontana dall’essere completata, con appena 90 comuni che hanno completato il piano locale di censimento e bonifiche che superano di poco lo zero percentuale. Numeri e considerazioni dell’Osservatorio nazionale amianto (Ona), che ha fornito al QdS un focus significativo sui numeri siciliani in seguito a quanto espresso a livello nazionale nel corso della recente conferenza, organizzata col Comitato nazionale italiano Fair play, dal titolo “Sport e scuola, ambiente e sicurezza: via l’amianto”, e del dipartimento regionale della Protezione civile.

ALLARME NAZIONALE. L’allarme dell’Ona è serio: “In Italia ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, 33 in matrice compatta e 7 friabile, in un milione di siti, di cui 50.000 industriali e 40 di interesse nazionale (di questi, 10 solo per amianto, da Fibronit di Broni e di Bari a Eternit di Casale Monferrato)” e “questa situazione sta provocando un fenomeno epidemico con 6.000 decessi ogni anno di mesotelioma (1.900), asbestosi (600), e tumori polmonari (3.600)”.

SCUOLE NEL MIRINO. L’Osservatorio ha realizzato, a livello nazionale, un censimento sui materiali che contengono amianto: “2.400 scuole, con esposizione alla fibra killer di almeno 352.000 alunni e 50.000 tra docenti e non docenti; 1.000 biblioteche ed edifici culturali; 250 ospedali, 300.000 chilometri di tubature, che diventano 500.000 compresi gli allacciamenti”.

I DATI SICILIANI. Il focus siciliano sul censimento dei siti interessati da materiali contenenti amianto è stato fornito al QdS dall’Ona che ha utilizzato dati del Dipartimento regionale della Protezione civile-ufficio amianto che ha pubblicato sul portale amianto e rappresentato nella relazione riferita al I° Semestre 2017 i dati aggiornati al 31 dicembre 2016 (l’aggiornamento è annuale). Le segnalazioni, pervenute mediante le schede di comunicazione raccolte dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpa) ed archiviate nell’apposito database, sono state 11.666 in tutta la Regione. Tra queste il maggior numero, che vale 7.608 segnalazioni (pari al 65%), riguarda edifici residenziali, 1770 (circa il 15%) gli edifici agricoli e loro pertinenze, 402 Edifici industriali e 330 Scuole di ogni ordine e grado.

RITARDI MAPPATURA. Numeri che evidentemente – come conferma lo stesso presidente dell’Ona – risultano sottostimati per “merito” dei ritardi nel censimento di un materiale che è fuorilegge in Italia dall’inizio degli anni Novanta. Lo confermano anche gli ultimi aggiornati del portale amianto, all’interno del rapporto ambientale, rilasciato dal Dipartimento regionale di protezione civile nell’ambito della procedura di Vas relativa alla proposta di “Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”. Secondo l’aggiornamento del dipartimento regionale, sarebbero circa una novantina i comuni col piano completo, cioè circa il 23% del totale.

I COMUNI FUORILEGGE. Eppure i piani sono essenziali nel processo di mappatura e bonifica del territorio. Lo dicono le linee guida elaborate dall’Arpa e dal dipartimento di Protezione civile regionale, sulla base di quanto previsto all’articolo 4 l.r.10 del 29 aprile 2014 “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”. Il primo obiettivo del piano, si legge nelle linee guida, è “quello di pervenire in tempi brevi al censimento di tutti i siti, edifici, impianti, mezzi di trasporto, manufatti e materiali contenenti amianto”, un’operazione necessaria per ‘fotografare’ la situazione e “prevenire smaltimenti illeciti con conseguenti abbandoni di rifiuti contenenti amianto che possono diventare, a causa delle sollecitazioni meccaniche e degli agenti atmosferici, fonte di diffusione di fibre”.

RITARDI NELLE BONIFICHE. Stando ai dati del dipartimento regionale di Protezione civile, le ditte che operano nelle bonifiche hanno comunicato lo smaltimento, solo nel 2016, di circa 8,6 milioni di chilogrammi di MCA, un dato che l’anno successivo è cresciuto arrivando a quota 10 milioni. Di questo passo le bonifiche dureranno tantissimo: se “1 mq (di copertura) – si legge nel rapporto redatto dal dipartimento – pesa circa 17 kg, si ritiene, a titolo orientativo, che tra il 2016 e il 2017 sono stati smaltiti circa 1-1,3 milioni di kg di MCA, cioè appena il 2% circa della quantità stimata in difetto”.

DI AMIANTO SI MUORE. Per i siciliani che vivono nel rischio amianto la vita è più breve. Nel 2016 ci sono stati “circa 600 decessi per amianto”, si legge sul rapporto, con 100 casi di mesotelioma per lo stesso anno, ai quali si aggiungono almeno 200 decessi per cancro polmonare. Con distribuzione differente: “le zone più a rischio dell’Isola sono Augusta-Priolo Gargallo, nel siracusano, Gela e la città di Biancavilla”. Più in dettaglio ci sono i dati dell’ufficio epidemiologico della Regione che, all’interno del “Registro mesoteliomi”, ha segnalato, tra 1998 e il 2015, più di 1.300 casi di mesotelioma, quindi circa 80 all’anno tra certi, probabili, possibili e da definire (questi ultimi sono una percentuale irrisoria).


Intervista esclusiva al presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, Ezio Bonanni

PALERMO – Ezio Bonanni è presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, l’associazione di riferimento per quanto riguarda prevenzione e denuncia del rischio amianto.

Nel 2014 la Sicilia ha approvato una legge regionale amianto, anche su spinta della sezione regionale dell’Ona, che ad oggi però risulta largamente inapplicata. Cosa si può fare per spingere i politici ad agire sul fronte della mappatura e delle bonifiche che dalle nostre parti restano particolarmente in ritardo?
“Confermo che la normativa siciliana, che è la più avanzata in materia di amianto (L. 10/2014), è rimasta inattuata, per inerzia della precedente amministrazione regionale e, in parte, anche per un non del tutto efficace azione della nuova amministrazione regionale. L’Ona, ancora nell’aprile del 2018, nel corso del convegno che si è tenuto a Palazzo dei Normanni (Sala gialla), ha presentato il libro bianco delle morti in Sicilia, che costituisce un duro atto di accusa sulla questione amianto in Sicilia, a maggior ragione per i ritardi nell’attuazione della legge regionale, che aveva recepito tutte le istanze dell’Ona, tanto più per la presenza nella deputazione regionale di Pippo Gianni, che poi venne estromesso dall’Ars con delle elezioni suppletive. L’estromissione di Gianni dal Parlamento regionale, ha comportato l’abbandono dell’attuazione della legge. Ciò è stato denunciato con forza dall’Osservatorio nazionale amianto. Si dovrebbero rafforzare le strutture, in particolare il reparto di chirurgia toracica del Policlinico di Catania, di cui è direttore Marcello Migliore, il quale sta conseguendo eccellenti risultati nella chirurgia del mesotelioma. Necessario rafforzare anche le strutture di eccellenza oltre al Centro regionale amianto, che tardivamente è stato istituito ad Augusta, e perseguire la necessità della bonifica dei luoghi di vita e di lavoro”.

Nel vostro focus siciliano avete censito, sulla base di dati Arpa, quasi 12 mila segnalazioni riferite ai siti interessati ai materiali contenenti amianto. Dal vostro punto di vista, vi sembra una stima esaustiva o è verosimile che le segnalazioni continueranno a crescere nel corso dei prossimi anni?
“L’amianto presente nel territorio siciliano è molto di più rispetto alle segnalazioni. L’Ona, da questo punto di vista, è operativa in Sicilia con lo sportello nazionale amianto online, che può essere raggiunto telematicamente (osservatorioamianto.com/sportello-nazionale-amianto/). È poi operativa la sede di Siracusa e lo sportello amianto del Comune di Priolo Gargallo. Tutti i cittadini possono comunque segnalare la presenza di amianto e chiedere assistenza tecnica, medica e legale all’associazione attraverso lo sportello telematico e le diverse sezioni del sito (attivo anche il numero verde 80003429)”.

Ci sono 330 scuole siciliane che ospitano materiale contenente amianto. Non trovate sia un allarme serio e preoccupante per i nostri studenti?
“Effettivamente anche il numero di 330, così elevato, è una sottostima. L’amianto è stato utilizzato in tutti gli edifici costruiti prima del 01.04.1993, data di entrata in vigore del divieto di utilizzo di amianto della L. 257/1992. Per questi motivi, abbiamo chiesto al governo nazionale e regionale, maggiori investimenti nel settore scuola, per permettere da una parte le ristrutturazioni e gli ammodernamenti, e dall’altro, la bonifica. Riteniamo necessaria la modernità delle nostre scuole. Con tale ammodernamento e/o ristrutturazione si assicura anche la bonifica dai materiali di amianto. L’Ona è impegnata in tutta la Sicilia per la problematica amianto, poiché l’Isola è investita di un continuo aumento di casi di mesotelioma, tumore del polmone, della laringe, della faringe ed asbestosi ed altre patologie, riconducibili all’asbesto, e quindi con la richiesta di bonifica, di potenziamento delle strutture sanitarie, e di assistenza legale per le rendite Inail, i prepensionamenti e i risarcimenti. Il tutto in linea anche con la legislazione regionale ancora non attuata”.


Ministero Ambiente
Si lavora alla riforma della normativa

PALERMO – Il ministero dell’Ambiente è al lavoro su un problema che lo stesso titolare del Dicastero, Sergio Costa, ha definito “proporzioni enormi”. Il ministro, in un messaggio alla conferenza dell’Osservatorio nazionale amianto (Ona) e del Comitato nazionale italiano Fair play, ‘Sport e scuola, ambiente e sicurezza: via l’amianto’ ha spiegato che “purtroppo nel nostro Paese ci sono 32 milioni di tonnellate di amianto ancora in circolazione, e sono consapevole che l’unico modo per interrompere la catena delle vittime sia quello di lavorare sulla prevenzione, accelerando mappatura delle aree e bonifiche”.
L’obiettivo, ha sottolineato, è “far sì che nessuno corra più il rischio di esporsi ai danni provocati dalla dispersione nell’ambiente di questo materiale”. Si lavora intanto anche a Roma: “ho provveduto a istituire presso il ministero dell’Ambiente una commissione di lavoro per la riforma della normativa sull’amianto, che entro tre mesi produrrà i primi risultati”.

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