Le indagini e le intercettazioni sul video dello stupro di Palermo

I video dello stupro di Palermo, l’ennesima intercettazione: “Invio e poi elimino”

I video dello stupro di Palermo, l’ennesima intercettazione: “Invio e poi elimino”

Redazione  |
sabato 26 Agosto 2023

La vicenda della violenza sessuale di gruppo al Foro Italico continua a essere al centro dell'attenzione degli inquirenti palermitani: ecco gli ultimi aggiornamenti.

Proseguono le indagini sul video registrato durante lo stupro di gruppo di una 19enne al Foro Italico di Palermo. Una vicenda che continua a sconvolgere l’intera Italia e il cui racconto, purtroppo, si arricchisce costantemente di dettagli agghiaccianti.

L’ultima intercettazione finita nelle mani degli inquirenti riguarderebbe Angelo Flores e risalirebbe a poco prima del suo arresto assieme agli altri sei indagati per la violenza sessuale consumatasi lo scorso luglio.

Proseguono le indagini sul video dello stupro di Palermo

Lo stupro sarebbe stato filmato e condiviso. Prima ancora che nei gruppi Telegram – pieni di predatori senza scrupoli pronti a condividere le brutali immagini e tutti i dettagli sul drammatico fatto di cronaca -, quindi, il video sarebbe finito anche su alcune chat degli indagati.

Il giovane Flores, poco dopo l’episodio di violenza, avrebbe detto a un amico: “Adesso sto eliminando tutto. Sto mandando i video soltanto a chi li devo mandare, poi li elimino”. Una frase che porterebbe gli inquirenti a pensare che gli indagati abbiano girato le immagini del terribile stupro con il primario scopo di condividere tutto e “vantarsi”.

I trasferimenti in carcere e il caso del minorenne

Le indagini sullo stupro di Palermo continuano senza sosta sotto lo sguardo attento di tutta la popolazione e del “popolo” dei social. Gli indagati in carcere sarebbero stati trasferiti proprio a causa delle minacce subìte dagli altri detenuti e perfino le famiglie dei sette accusati sarebbero state oggetto di insulti.

A peggiorare la posizione degli indagati sono state principalmente chat e intercettazioni. Nel caso dell’indagato più giovane, minorenne all’epoca dei fatti, sarebbero stati proprio i presunti messaggi sui social a portare all’aggravamento della misura cautelare a suo carico. Negli scorsi giorni, il gip ha disposto il suo ritorno in carcere.

Immagine di repertorio. Foto di Erik Lucatero da Pixabay

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