Il quadro dell’Isola nei dati raccolti dal censimento Istat e Banca d’Italia ed elaborati dall’ufficio studi della Cgia. La crescita dei debiti delle famiglie resta bassa: registrato un +1.8%
PALERMO – Le famiglie siciliane sono molto caute nel fare debiti. La condizione di incertezza, data prima dalla pandemia e poi dalla guerra scoppiata in Ucraina in maniera inaspettata, stanno spingendo molti nuclei familiari a valutare molto bene le proprie spese e la decisione di indebitarsi viene presa con cuore sempre meno leggero.
Il carico dei debiti già esistenti non è indifferente
Allo stesso tempo, il carico dei debiti già esistenti non è indifferente: nel 2021, secondo i dati raccolti dal censimento Istat e Banca d’Italia ed elaborati dall’ufficio studi della Cgia, sulle famiglie siciliane pesano 30 miliardi e mezzo di euro, con una variazione in positivo dell’1,8% rispetto al 2019, e un importo medio per famiglia di 15 mila euro. Una percentuale che si mantiene piuttosto bassa rispetto alla media italiana, che sale a +5,4%, e un importo per nucleo familiare di 22.237 euro.
Nella classifica delle regioni, in vetta troviamo il Trentino Alto Adige, al +9%, e il Veneto, a +7,5%. Ultime nell’elenco, invece, le Marche, con una percentuale di +0,5%. Se si guarda invece agli importi per famiglia, troviamo sempre il Trentino con 28.883 euro, e la Lombardia con 28.688, mentre per ultima troviamo la Calabria, con 11.22 euro.
In fondo alla classifica troviamo Enna
Se si guarda agli stessi dati a livello provinciale, in fondo alla classifica troviamo Enna, con un aumento percentuale dell’1,5% e un debito per famiglia di 9.468 euro; poco sopra troviamo Agrigento, con un aumento percentuale di +0,7%, e un debito familiare di 10.185 euro.
Al 98esimo posto si trova Caltanissetta, che segna una decrescita del -0,6%, e 11.648 euro per famiglia; Ragusa segna una diminuzione dello 0,5%, e un importo di 14.457 euro. A Trapani, un aumento del 2,5% corrisponde ad un debito di 12.933 euro a famiglia. Si sale all’88esimo posto per trovare Messina, con un aumento del 1,6% e un debito di 14 mila euro.
Al 76esimo c’è Siracusa, con un debito di 16.733 euro e una diminuzione, rispetto al 2019, di 0,6%. In posizione 73 Catania, con un aumento dell’1,9% e un importo di 17 mila euro; al posto 69 invece c’è Palermo, con una percentuale di +3,4%, e un debito di 18 mila euro a famiglia.
A livello nazionale il debito delle famiglie è cresciuto
A livello italiano, il debito delle famiglie è cresciuto: al 31 dicembre 2021 ammontava complessivamente a 574,8 miliardi di euro (+21,9 miliardi rispetto a un anno prima).
A preoccupare l’ufficio studio della Cgia, comunque, non è tanto ciò che si è in grado di misurare, ma quello che non si riesce nemmeno a intravedere; come, ad esempio, il rischio usura. “Un fenomeno – evidenziano dalla Cgia – che, da sempre, è difficilmente dimensionabile, anche quando si hanno dati statistici recenti sul numero di denunce notificate alle forze dell’ordine”.
La situazione, infatti è critica, ma non drammatica. È probabile che l’incremento sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta l’anno scorso. In questa direzione va il dato che evidenzia come le aree provinciali più indebitate sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati.
Sicuramente in queste realtà tra gli indebitati ci sono anche nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori potrebbero essere legati ai significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare che, ovviamente, sono riconducibili a famiglie benestanti. Altra cosa, invece, è interpretare i dati del Mezzogiorno; benché in termini assoluti la situazione sia meno critica che nel resto del Paese, il peso dell’indebitamento delle famiglie più povere è sicuramente maggiore che altrove. I dati dell’Istat mostrano come le crisi che si sono succedute dal 2008 in poi hanno aumentato il numero dei nuclei familiari in difficoltà economica, visto che gli effetti di questi choc economici hanno aumentato il divario tra poveri e ricchi.